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    SERVE UN ATTACCANTE ALLA NAZIONALE? BALOTELLI SI CANDIDA! “SE MANCINI MI CHIAMA TORNO A PIEDI DALLA TURCHIA. SE STO BENE PERCHÉ NON DOVREBBE CONVOCARMI?” - ZANIOLO, PELLEGRINI E LA SPERANZA LUCCA, IL CENTRAVANTONE DEL PISA IN B DOVE HA SEGNATO 6 GOL IN 13 PARTITE. LE POSSIBILI NOVITÀ DEL MANCIO PER LE SFIDE DI MARZO CHE VALGONO IL MONDIALE 2022…


     
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    Da leggo.it

     

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    «Sono pronto per tornare in Nazionale. Sarebbe un sogno, andrei a piedi dalla Turchia pur di essere chiamato a marzo. Con Mancini ho un ottimo rapporto, l'ho sempre avuto. Lui mi ha detto con chiarezza quello che vuole da me per tornare in azzurro. Se io sto bene perché non dovrebbe convocarmi?».

     

    Lo dice Mario Balotelli, oggi all'Adana Demirspor, protagonista della puntata di ieri sera di Ocw Sport - podcast calcistico quotidiano condotto da Andrea Panciroli (Il Pancio) e Domenico Manfredi.

     

     Durante la chiacchierata con Il Pancio e Manfredi, Balotelli ha anche raccontato del suo impegno nel sociale e della costruzione di un pozzo in Africa: da tempo l'ex Inter e Milan sostiene l'associazione «We Africa to red earth» e grazie a una sua donazione è possibile portare l'acqua in un villaggio del Burkina Faso.

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    ITALIA MANCINI CERCA IDEE PER I PLAY OFF

    Andrea Sorrentino per "il Messaggero"

     

    Un gigante di Moncalieri, che a 21 anni ha assaggiato solo la serie B, e i due talenti della Roma, se almeno a marzo saranno finalmente pronti, e sani, per la Nazionale. Stop. Il piatto piange. Non ci saranno altre possibili novità, il campionato non ne offre.

     

    L'Italia e Mancini dovranno bastarsi, si giocheranno il Mondiale ai playoff sperando che fra quattro mesi la condizione generale sia cresciuta, del resto non potrà essere peggiore di adesso: le ultime partite sono state un trascinarsi tra infortunati fuori causa e mezzi infortunati che giocavano, al punto che si è raschiato il barile, dicono dallo staff azzurro.

     

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    Ma è molto difficile che ai convocati attuali si possano aggiungere giocatori in grado di cambiare i destini, semplicemente perché non ce ne sono. Si seguono i giovani, e non se ne intravedono all'altezza delle sfide di marzo. È la serie A più povera di sempre, nel giro di denaro intorno al movimento e nei talenti. I migliori sono già in Nazionale, e anzi non si intuisce nemmeno un ricambio generazionale.

     

    IL GIGANTE Si profila all'orizzonte solo la grande speranza bianca chiamata Lorenzo Lucca, 2.01 di altezza, di Moncalieri, per ben due volte mollato dal Toro (a 15 poi a 19 anni) in cui è cresciuto, sbocciato lo scorso anno in C col Palermo a cui era stato ceduto gratis, ora centravantone del Pisa in B, dove ha segnato 6 gol in 13 partite (il capocannoniere Coda è a quota 8). Si è affacciato in under 21, 2 gol in 4 gare.

    MARIO BALOTELLI E ROBERTO MANCINI MARIO BALOTELLI E ROBERTO MANCINI

     

    Ora, tralasciando il fatto che a 21 anni, per dire, gente come Roberto Mancini o Paolo Maldini o Beppe Bergomi si era già stancata di giocare in serie A, e invece Lucca ancora non la conosce (ma non infieriamo coi ricordi, farebbe malissimo pensare a come eravamo), lo staff della Nazionale segue Lucca già da un anno, ma insomma si tratta ancora di un ragazzo, dicono: per l'enorme struttura che ha si muove anche bene, ma è acerbo e lentuccio, deve crescere tecnicamente, tatticamente e nella velocità, che ad alti livelli fa la differenza.

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    E non è che segni due gol a partita nemmeno in B, ecco. Magari migliorerà ancora tanto, e la Nazionale sarebbe felice di accoglierlo, ma sembra presto. Nessuno è mai piovuto direttamente dalla serie B per far felice la Nazionale, la natura va per gradi.

     

    LA COPPIA Più logico sperare che a marzo si possa avere un Lorenzo Pellegrini sano, lui sì che sarebbe un innesto decisivo. Per quello che contano le cifre (per alcuni molto), Pellegrini è il giocatore dal miglior rendimento della serie A, addirittura decimo tra i maggiori 5 campionati, tenuto conto di una ventina di voci tra fase difensiva e offensiva. È anche quello che fa più passaggi-chiave a partita (3.3), e servirebbero tanto a questa Italia.

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    Come il miglior Zaniolo, alla ricerca della condizione dopo quasi due anni di infortuni: a marzo avrebbe quattro mesi in più di brillantezza, e magari venisse in azzurro con la voglia di dare una mano.

     

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    Non si prevedono rivoluzioni nemmeno nel modulo: il 4-2-4 finale a Belfast è stato solo caos, questa Italia è nata col 4-3-3 e col 4-3-3 deve andare in porta, sperando che gli interpreti stiano meglio. È l'unica speranza concreta: l'altra, quella che i club in primavera facciano improvvisamente il tifo per l'Italia e non la ostacolino come accaduto fin da settembre, nello staff di Mancini nessuno ce l'ha. Tempo perso. Sanno già, tutti, che dovranno aiutarsi da soli. E magari parare qualche altro colpo. Viva l'Italia.

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