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DAGOREPORT
Sulla nomina di Bruno Valensise alla guida dell’Aisi ha vinto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Intelligence, Alfredo Mantovano, da una parte. Dall'altra, sul siluramento del candidato della Melona, Giuseppe Del Deo, ha trionfato Matteo Salvini.
Il boss della Lega non ha mai dimenticato le “incomprensioni” con gli 007 de' noantri sulle indiscrezioni per il caso Metropol-Mosca e certe “manine” sospette dietro al caso del gaio Morisi. Non solo. Come scrive "Domani": "Salvini [...] non ha mai gradito la gestione delle intercettazioni preventive dell’Aisi, soprattutto quelle che hanno coinvolto l’ex consulente della Lega, Antonio Capuano, organizzatore dell’incontro tra il leader leghista e l’ambasciatore russo, Sergej Razov".
mario parente
Quelli di Mantovano e Salvini sono due successi diversi, uno pro e uno contro. Ma come si è arrivati alla nomina del 53enne Valensise alla guida dell’Agenzia di sicurezza interna della nostra intelligence?
La designazione è stata anticipata di 45 giorni rispetto alla scadenza naturale del mandato di Mario Parente (maggio 2024), su pressione dello stesso Del Deo, gran candidato alla successione e attuale vicedirettore dell’Agenzia, che temeva di veder indebolire giorno dopo giorno le proprie chance.
Per accelerare sulla sua investitura ha convinto il direttore dell’Aisi, Parente, a fare pressione su Palazzo Chigi e Dis per individuare rapidamente il successore.
MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI
Gli argomenti, d’altronde, non mancano: l’Italia ospiterà a giugno il G7, girano alert per il rischio attentati da parte dei jihadisti islamici e gli 007 temono le conseguenze per un eventuale attacco dell’Iran a Israele dopo il raid all’ambasciata iraniana di Damasco dove è morto il generale dei pasdaran Mohammad Reza Zahedi.
Davanti all’urgenza di avere in sella un direttore dell’Aisi pienamente legittimato, Giorgia Meloni ha organizzato una riunione informale, chiedendo un parere al Cisr, Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, di cui fanno parte i ministri più importanti (Interno, Esteri, Difesa, Giustizia, Economia, Industria, Ambiente) e l’Autorità delegata per la sicurezza, cioè il sottosegretario Alfredo Mantovano.
La sora Giorgia sperava di raggiungere l’unanimità, tra i ministeri coinvolti, sulla nomina del nuovo capo dei servizi interni (nella sua testa, doveva essere Del Deo), ma si è presto scontrata con una polifonia di voci all’interno del suo stesso esecutivo.
meloni mantovano
Inizialmente, a sostenere Del Deo, oltre alla premier, c’era il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il capo della Polizia, Vittorio Pisani. Salvini e Mantovano erano contrari, Crosetto si è sfilato dalla contesa sostenendo che la nomina non era suo “core business” e si è limitato a chiedere che al posto di Parente ci andasse un militare, un carabiniere o un finanziere.
In questo scenario, a far saltare l’equilibrio sarebbero intervenuti due fattori:
1. Le pressioni di Salvini su Piantedosi, che infatti ha cambiato cavallo mollando al suo destino sull’attuale vice di Parente.
2. Si mormora che all’interno dell’Aisi sia “circolato” un dossierino non proprio lusinghiero su Del Deo, in grado di sgretolare qualche certezza.
matteo piantedosi - matteo salvini
Giorgia Meloni, davanti all’assenza di unanimità, con un Tajani disinteressato, un Crosetto pilatesco e il solido asse anti- Del Deo Mantovano-Salvini-Piantedosi ha dovuto cedere.
A quel punto, Mantovano ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, cioè Bruno Valensise, da sempre considerato vicino al centrodestra. E oggi un incazzatissimo Del Deo ha fatto circolare l’ipotesi di un suo "avvicendamento in futuro” (“il Messaggero”) al vertice dell'Aisi, con Valensise che fra un anno approda alla guida del Dis, alla scadenza del mandato di Elisabetta Belloni.
elisabetta belloni foto di bacco (2)
A proposito, la diplomatica neo-sherpa per il G7 non ha messo becco sulla nomina del direttore dell’Aisi, ma si è limitata a manifestare una generica approvazione all’ipotesi Del Deo: non solo per gratificare la sua Giorgia, ma anche perché, con il suo vice al Dis, Bruno Valensise, non è mai scoccato un grande feeling.
In attesa di un probabile rimpasto di governo dopo il voto europeo (fuori Nordio, dentro Mantovano alla Giustizia e Belloni sottosegretario), la vispa Betty volge lo sguardo alle magnifiche sorti e progressive che la Ducetta ha in serbo per lei: andrà a guidare una Fondazione, creata ad hoc da Palazzo Chigi, sull’Intelligenza Artificiale.
E all’Aise, come hanno preso l’arrivo del nuovo collega? Il generale Caravelli non ha stappato lo champagne, visto che Valensise, un veterano della nostra intelligence, è un osso duro. Conoscendo da anni tutti, uno per uno, è un tipino che non si farà abbindolare, di specchiata intransigenza e difficile da prendere in castagna.
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Ora si apre anche la partita per riempire la casella di vice direttore del Dis, lasciata libera da Valensise. A Palazzo Chigi sarebbe già stata presa informalmente la decisione di piazzare in quella casella un uomo della Guardia di Finanza, il corpo più depotenziato in questo anno e mezzo dalla insistente azione demolitoria di Alfredo Mantovano (da Carta in giù). In corsa ci sarebbero il generale Piero Burla (già al Dis), il generale Fabrizio Cuneo e il generale Ignazio Gibilaro.
il direttore dell aise Giovanni Caravelli
Una volta insediatosi all’Aisi, Valensise dovrà riempire la casella di vicedirettore lasciata libera da Vittorio Pisani, divenuto capo della Polizia a maggio 2023. Poiché anche il mandato dell’altro vicedirettore, Carlo De Donno, scadrà a fine anno, il neo direttore potrebbe decidere di prendere due piccioni con una fava direttamente a inizio 2025.
PIERO BURLA
Ignazio Gibilaro fabrizio cuneo
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PATRIZIA SCURTI E ALFREDO MANTOVANO ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO DI GIORGIA MELONI mattarella meloni mantovano alfredo mantovano giorgia meloni
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