Estratto dell’articolo di Marco Grasso per “il Fatto quotidiano”
Marco Carrai con Matteo Renzi
All’ombra delle istituzioni Marco Carrai scambiava informazioni con l’Aisi su varie banche e in particolare su Monte dei Paschi di Siena. Questi rapporti sono finiti nel rapporto della Guardia di Finanza acquisito dal Copasir, che il Fatto sta raccontando da giorni.
La Gdf prende nota di messaggi e mail fra Carrai e Valerio Blengini, capocentro a Firenze dell’aisi nel 2014, con Mps al centro di un’inchiesta giudiziaria, in crisi finanziaria e tra rumor su possibili scalate: “Blengini si confrontava spesso con Carrai. Lo scambio di informazioni appare ‘reciproco’. Non di rado Carrai inoltra a Blengini email con terzi, per chiedergli come comportarsi”.
monte dei paschi di siena
Le confidenze riguardano possibili acquirenti del Monte: arabi, cinesi, brasiliani, americani. Tutti salvataggi naufragati, mentre il titolo ballava in Borsa: dopo l’ultima ricapitalizzazione fallita, nel 2016, il governo fu costretto a salvare la banca.
Il consigliere di Renzi e la spia parlano anche della presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi, che nell’oggetto di una mail del 7 febbraio 2014, è definita da Blengini in modo spregiativo “la cubista sfrenata”: “Caro Marco, da ambienti romani segnalano un’intensa attività della nominata in oggetto per preparare il campo a eventuali ingressi di cordate estere (araba in particolare)
VALERIO BLENGINI
(...) Delle due l’una: o la tizia è veramente sfrenata in quanto a spregiudicatezza e tutti i movimenti sono o funzionali ad alzare il prezzo oppure (e l’ipotesi prende sempre più corpo) esiste la possibilità che possa stringere accordi con soggetti esterni al contesto nazionale. Come puoi ben capire, sotto il profilo della sicurezza e della tutela degli interessi interni, nel secondo caso le cose cambierebbero parecchio”.
Carrai risponde: “Mi dicono Rothschild e fondo emiro Qatar. Sto cercando di approfondire. Il mio uomo la vede martedì. Lui mi dice ancora non è vicina a chiudere (...) La fonte che mi dice della cordata (...)Stefano Bruzzesi(...) è responsabile enti locali Pd Toscana, ha interagito col sindaco di Siena”.
Questi scambi avvengono tra gennaio e febbraio del 2014: poco prima che Matteo Renzi, segretario del Pd, diventi premier (il 22 febbraio). Altri sono successivi. A marzo Carrai riferisce a Blengini di un incontro tra vertici Mps e fondi stranieri.
alessandro profumo a villa taverna per la festa dell indipendenza usa
A maggio Carrai chiede a Lorenzo Angeloni di Mediobanca “in assoluta camera caritaris”, l’elenco dei “soci Mps, anche sotto il 2%”. Angeloni gli fa presente che sono dati “non pubblici”, e “l’unica fonte attendibile è Bloomberg”. Carrai riceve da Angeloni una schermata “con i soci Mps” e la gira a Blengini. Il 21 ottobre è Blengini a scrivere a Carrai: “Bnp-paribas starebbe rastrellando azioni della banca senese (...) in vista di una ricapitalizzazione. Ne sai qualcosa? Stanno valutando un appunto a M in tempi ristretti. Un tuo parere sarebbe come sempre illuminante!”.
Il giorno dopo Carrai gli gira un sms di Alessandro Profumo. Interessarsi delle banche italiane fa parte del campo di attività dei servizi. Ciò che non è chiaro è perché l’aisi si rapportasse con Carrai, consigliere di Matteo Renzi, ma privo di ruoli istituzionali e in rapporti con varie banche, dunque in possibile conflitto di interesse. Il delegato governativo ai rapporto con le agenzie di sicurezza era infatti Marco Minniti. E proprio l’aver (inizialmente) tenuto per sé la delega ai servizi sarà oggetto di una forte critica che Renzi rivolgerà al premier Conte.
RENZI CARRAI
Le barbe finte sembrano apprezzare le informazioni di Carrai: “Non sappiamo come sdebitarci”, gli scrive Blengini, che gli dà appuntamento “al solito posto”. Ma quando il flusso compie il percorso inverso sembra beneficiarne anche Carrai: Blengini gli fornisce ragguagli sugli acquirenti delle acciaierie di Piombino; un affare che sarà concluso dagli indiani di Jindal, clienti di Carrai che nel 2020 lo nomineranno vicepresidente degli ex stabilimenti Lucchini.
Nell’agosto del 2016 è Renzi a sponsorizzare Blengini come vicedirettore dell’aisi: “Ho comunicato ufficialmente che il nome è il suo. Punto. Il resto facciano loro”, scrive Renzi a Carrai. La nomina incontra resistenze […] e provoca un’interrogazione parlamentare: il funzionario non avrebbe avuto i titoli per la promozione, ma la norma viene cambiata in corsa.
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