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    SESSO, BOTTE E RICATTI: SI ALLARGA IL CASO DELLE BABY SQUILLO BARESI – TRA GLI OTTO ARRESTATI PER INDUZIONE E SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE DI TRE RAGAZZE MINORENNI, C'È ANCHE IL FIGLIO DI UN POLIZIOTTO: INTASCAVA LA METÀ DELLE SOMME PAGATE DAI CLIENTI (FINO A 500 EURO A “PRESTAZIONE”) – UNA 16ENNE CHE AVEVA DECISO DI SMETTERE E DI DENUNCIARE È STATA SEQUESTRATA E BRUTALMENTE PICCHIATA DALLE QUATTRO DONNE CHE GESTIVANO L'ORGANIZZAZIONE CRIMINALE – UN IMPRENDITORE SALENTINO AVEVA FORNITO A DUE BABY SQUILLO UNA CARTA DI CREDITO “ORO” PER FARE SHOPPING... 


     
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    1 - I FESTINI, GLI HOTEL E I RICATTI ESCORT A 16 ANNI, OTTO ARRESTATI

    Estratto dell’articolo di Nicolò Delvecchio per il “Corriere della Sera”

     

    baby squillo baby squillo

    Soldi, regali, droga, carte di credito «da cui prelevare non più di 20mila euro al mese» (ma poi il pin non funzionava). Cene in ristoranti di lusso accompagnate da fiumi di champagne e soggiorni in suite di hotel a cinque stelle, con vista sugli scorci più belli di Bari e provincia.

     

    Rapporti con imprenditori, professionisti e rampolli dei clan mafiosi. Ma anche minacce e violenti pestaggi in caso di rinunce a prostituirsi. Oltre che, in un caso, una fuga sui tetti di un b&b per sfuggire al controllo delle forze dell’ordine.

     

    C’è questo, e molto altro ancora, nel caso delle «baby squillo» di Bari esploso ieri mattina: la squadra mobile del capoluogo pugliese (diretta da Filippo Portoghese), coordinata dalla Procura, ha infatti arrestato otto persone (quattro donne e due uomini in carcere, due uomini ai domiciliari) accusate di aver indotto, favorito, sfruttato, gestito ed organizzato la prostituzione di tre ragazze minorenni.

     

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    Per due (il penalista leccese Stefano Chiriatti e il gestore di un b&b di Bari, Michele Annoscia) è invece scattato l’obbligo di dimora. I fatti risalgono al 2021, le vittime avevano appena 16 anni quando hanno iniziato a prostituirsi.

     

    In carcere sono finite Marilena Lopez di 35 anni, Antonella Albanese di 21, Federica Devito di 25 ed Elisabetta Manzari di 24 (le quattro, che facevano anche le escort, si definivano «Squad girls»), oltre a Ruggiero Doronzo (29 anni) e Nicola Basile (25).

     

    POLIZIA - BARI POLIZIA - BARI

    Quest’ultimo, che ha precedenti per truffa online ed è figlio di un poliziotto, avrebbe costretto una 16enne a prostituirsi dietro la minaccia di diffondere sue foto compromettenti, intascando - come tutti gli altri - la metà delle somme pagate dai clienti. Ai domiciliari sono finiti due presunti clienti di 47 e 42 anni (Fabio Carlino e Roberto Urbino) che sarebbero stati consapevoli di aver avuto rapporti sessuali con minorenni.

     

    […] «In questi casi — ha detto il procuratore aggiunto di Bari Ciro Angelillis — la questione penale si intreccia a quella sociale. Non si può non rilevare come i social network spesso costituiscano una vetrina di questo mercato del sesso, sempre più complicati da controllare da parte delle famiglie».

     

    Sui social e sui portali online, infatti, sarebbero state contattate le ragazzine che pubblicavano loro scatti, con annunci come «baby studentessa italiana». Per le prestazioni sessuali si pagava fino a 500 euro.

     

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    «Non parliamo di cifre esorbitanti e questo purtroppo è un’aggravante», ha aggiunto Angelillis, sottolineando come il fenomeno della prostituzione minorile riguardi «anche contesti sociali non particolarmente degradati» e si alimenti di meccanismi «che purtroppo oggi sono affidati in modo incontrollato ai social network».

     

    Soldi e regali, però, erano solo una faccia della medaglia. L’altra, invece, era fatta di minacce e violenze: una 16enne che aveva pensato di smettere e denunciare (perché si era innamorata di un ragazzo) sarebbe stata sequestrata e brutalmente picchiata proprio dalle «Squad girls»: fu ferita in auto con un coltello, a un occhio, e minacciata con una pistola. La stessa 16enne, in un altro caso, era stata costretta a rifugiarsi sul terrazzo di un b&b (insieme a una coetanea) per sfuggire a un improvviso controllo dei carabinieri.

     

    2 - SUL TELEFONINO LE FOTO CON IL FIGLIO DEL BOSS I SOSPETTI DELLA MAMMA

    Estratto dell’articolo di Nicolò Delvecchio per il “Corriere della Sera”

     

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    I genitori l’avevano vista «agitata, irascibile e ribelle», con comportamenti «eccentrici» che la portavano a trascorrere lunghe notti fuori di casa e ad avere frequentazioni «poco raccomandabili». Tra queste, anche quella con il rampollo di una storica famiglia mafiosa di Bari.

     

    Ma il tutto è scoppiato quando la mamma di una delle tre 16enni coinvolte nell’inchiesta (come vittime) ha trovato una piccola quantità di hashish in casa. Da lì è nato un violento litigio tra madre e figlia, al termine del quale la prima ha chiamato la polizia per denunciare il ritrovamento.

     

    Una situazione che ha spinto il padre della ragazza a cercare ulteriori elementi che avvalorassero quei sospetti. E lì, agli agenti, la mamma ha confidato i suoi timori: «Ho paura che mia figlia sia coinvolta in un giro di prostituzione minorile».

     

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    Sospetti rafforzati dalle chat trovate sul telefono della figlia con un uomo di almeno 20 anni più grande che però, durante un confronto con la madre della ragazza, avrebbe detto di aver avuto con la 16enne solo un «rapporto cartolare». […]

     

    Le indagini, partite a marzo 2022 dopo la denuncia, hanno quindi portato gli inquirenti a ricostruire la rete della ragazza, che in alcuni post sui social appariva anche in compagnia di Sabino Capriati, erede dell’omonimo clan di Bari vecchia e figlio di Raffaele, ucciso a sangue freddo la scorsa Pasquetta.

     

    Ci sono, però, anche alcuni incontri con gli eredi del clan Strisciuglio, storici rivali dei Capriati. Dopo la denuncia, la ragazza è stata ascoltata ripetutamente con tutte le procedure previste (quindi in sede protetta) e, dopo un primo momento di ritrosia, ha raccontato tutto.

     

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    Nella vicenda ha giocato un ruolo importante anche la mamma di un’altra 16enne, amica della prima, che ritrovò una carta di credito oro (di uno dei clienti) e tante banconote da 50 euro nel portafoglio della figlia. La donna, allora, decise di contattare il titolare della carta per chiedere spiegazioni, mai ottenute.

     

     Fu la figlia, dopo aver saputo di essere stata convocata in questura, a raccontare che quei soldi erano il frutto di un rapporto sessuale a pagamento.

     

    In questa brutta vicenda, però, non tutti i genitori hanno lo stesso ruolo. Secondo quanto raccolto, infatti, la mamma della terza sedicenne coinvolta sarebbe stata pagata dalle «Squad girls» per non denunciare il giro di prostituzione minorile in cui era finito la figlia.

     

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    E la stessa ragazza, a casa, sarebbe stata presa a schiaffi dal fratello che non approvava la sua frequentazione con un altro ragazzo, oltre che picchiata dalle stesse persone che l’avevano convinta a prostituirsi perché non le denunciasse. Ai poliziotti intervenuti per soccorrerla dopo il pestaggio avrebbe chiesto di non essere lasciata sola con i propri parenti.

     

     

     

    3 - ESCORT A 16 ANNI PER CLIENTI FACOLTOSI “CI DAVANO LA CARTA ORO PER LO SHOPPING”

    Estratto dell’articolo di Chiara Spagnolo per "la Repubblica"

     

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    Costava dai 150 ai 500 euro un’ora di sesso con una liceale barese. La maggior parte dei clienti sapevano che erano minorenni, «glielo abbiamo detto noi e questo gli piaceva tanto» ha confessato una delle ragazzine alla polizia, che dal 2022 ha iniziato a indagare su un giro di baby escort.

     

    Loro amavano definirsi «squadra» anzi «Squad girls», perché questo era il nome che avevano dato al gruppo alcune donne più grandi, che la prostituzione la esercitavano già da qualche anno e hanno instradato le più giovani. L’obiettivo prioritario era il guadagno: denaro contante ma anche regali e, in un caso, anche una “carta oro” fornita da un imprenditore salentino a due ragazze, con la raccomandazione di non spendere più di 20mila euro a settimana.

     

    Si tratta di Fabio Carlino, 47enne per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari con l’accusa di atti sessuali con minori, come lui anche il commerciante 42enne Roberto Urbino.

     

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    [...]clienti [...] Che erano sempre facoltosi e disposti a spendere, come l’imprenditore salentino oppure quel Basile, che prima pagava direttamente le studentesse («mi ha dato 300 euro per un rapporto») e poi le metteva a giro chiedendo la sua parte.

     

    Sarebbe stato proprio lui a sollecitare una delle ragazze a coinvolgere altre compagne di classe. Una di loro ha raccontato: «All’uscita di scuola la mia amica mi ha proposto di prostituirmi per guadagnare dei soldi. Poi ci portarono in un b&b poi iniziarono ad arrivare degli uomini. Se volevano prestazioni con entrambe ci davano 200 euro, se volevano una sola 100, le prestazioni duravano dieci minuti, quel giorno vennero due-tre clienti, ad alcuni forniva rapporti con la bocca ad altri completi».

     

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    Molto simile il racconto dell’altra compagna: «Con lei facevo i soldi. Abbiamo avuto rapporti sessuali con un uomo di Lecce in albergo. Una volta con lui c’era anche un avvocato, presero una suite con una vasca enorme. Un’altra volta ci portò anche del fumo ma noi non lo prendemmo perché era di scarsa qualità. Poi ci diede una carta oro e ci disse che non potevamo prelevare più di 20mila euro a settimana».

     

    Quella carta compare anche nelle foto postate sui social e poi finite tra gli atti dei poliziotti guidati da Filippo Portoghese, che hanno anche intercettazioni piuttosto significative, come quella in cui la Lopez assicurava la De Vito sul comportamento di una delle nuove minorenni arruolate nell’estate 2022: «Si è fatta il primo da sola, proprio tranquilla... All’inizio no, poi si è rilassata a lavorare ». Oppure quella in cui De Vito sollecitava le ragazze a non fermarsi di domenica: «Lo sai che la domenica pomeriggio i cornuti lasciano tutte le mogli... ». [...]

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