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Claudia Osmetti per “Libero quotidiano”
Milano a luci rosse, Milano violenta. Stava per finire in tragedia la "notte da leoni" di un giovane 34enne di Baggio, quartiere nell' estrema periferia ovest della Madonnina. È venerdì sera, gli ultimi scampoli di un Ferragosto cittadino che ha svuotato mezza città. Fa ancora caldo, per strada. Due persone entrano in un motel di via Riccardo Lombardi, a due passi dal parco di Muggiano. Chiedono una stanza, si registrano regolarmente alla reception, saldano il conto, scompaiono dietro la porta di quel talamo a pagamento.
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Una dei due di professione fa la prostituta: se sia italiana o meno non è dato sapere, non fa nemmeno differenza. Ha ventisei anni, non sembra spaventata. L'altro è un suo cliente, poco più grande di lei. Forse è la prima volta che lo incontra: lui l'ha agganciata qualche minuto prima, in una viuzza della zona. L'ha scelta a caso. Consumano il rapporto sessuale concordato nel letto della struttura, quando tutto è finito escono. L'uomo si offre per riaccompagnarla sul marciapiede, nei suoi intenti l'ultimo pensiero che lo muove è quello di un gesto gentile.
rapina
A metà percorso estrae dalla tasca dei pantaloni una pistola. Non è un revolver, è un'arma a pompa a pallini. Quasi un giocattolo. Nel buio, però, alla donna sembra vera. Lui gliela punta addosso, poi esplode un colpo. In aria, non la sfiora nemmeno. Tanto basta, tuttavia, per metterle paura. La obbliga a consegnargli la borsa che ha a tracolla. Dentro ci sono contanti per il valore di cinquecento euro, i documenti d'identità della ragazza e il suo telefono cellulare. Poi l'uomo scappa e la lascia lì, a piedi. Da sola.
Ma la 26enne non si perde d' animo: intercetta una volante della polizia che sta passando, lancia l'allarme, racconta cosa gli è successo. Agli agenti non serve molto per rintracciare il suo aggressore. Il suo indirizzo di casa è scritto nero su bianco nei registri della hall del motel che ha lasciato da una manciata di ore. La ricostruzione dei suoi spostamenti è abbastanza facile.
polizia 2
Mancano cinque minuti alle quattro di mattina di sabato 17 agosto 2019 quando i militari bussano all' appartamento di via Ceriani, neanche due chilometri in linea d' aria da dove si è consumata la rapina. Al portone aprono i genitori dell' uomo. Loro stavano dormendo, non si sono accorti di nulla. Il figlio, invece, è steso a letto in una pozza di sangue. Una volta rientrato, infatti, si è inferto una serie di ferite al torace e al collo. Probabilmente con lo scopo di togliersi la vita.
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Nella sua macchina, parcheggiata in garage, ci sono ancora la pistola a pallini e la borsa della prostituta. Arrivano le ambulanze, i paramedici. Il 34enne viene trasportato d' urgenza (cioè in codice rosso) all' ospedale meneghino Sacco, è a tutt' ora ricoverato nel nosocomio. È in gravi condizioni, ma non è in pericolo di vita: i medici intervengono in tempo per scongiurare il peggio. Una volta che si sarà completamente ristabilito, però, dovrà fare i conti con una già formalizzata accusa per il reato di rapina aggravata. Formalmente risulta in stato di arresto.