fabrizio salini marcello foa
(ANSA) - Le imminenti nomine corporate e poi alle direzioni di rete in mano all'ad Fabrizio Salini, la risoluzione del Pd contro il doppio incarico del presidente Marcello Foa, in arrivo martedi' sul tavolo della Vigilanza: si apre una settimana di tensione per la Rai, un fronte destinato a catalizzare lo scontro ormai alle stelle tra Lega e M5S. Il Carroccio alza il tiro contro il capo azienda: "Salini deve decidere se passare alla storia come il primo ad capace di rinnovare la Rai e di farla diventare sempre piu' orgoglio nazionale, oppure se diventare un monumento alla melina. Da parte mia, la fiducia a priori e' finita. Lo misurero' dai fatti, volta per volta", e' l'affondo del consigliere Igor De Biasio in un'intervista al Messaggero.
IGOR DE BIASIO
Il consigliere evoca anche "un grande piano del personale che, d'accordo con i sindacati, in base a merito e competenze, preveda molte uscite ma anche alcune entrate". Proposta che "rischia di trasformarsi rapidamente in epurazione", insorge Rita Borioni, consigliere in quota Pd, "stupita" per l'attacco all'ad "da parte di un componente del cda che ha appena votato il piano industriale e il bilancio".
Si schiera contro anche Riccardo Lagana', consigliere eletto dai dipendenti Rai: "Lasciamo lavorare in autonomia Salini: voglio credere nelle sue intenzioni di valorizzare ed utilizzare appieno le eccellenze interne Rai, a cominciare gia' dalle prossime nomine Corporate e direzioni di genere". Le prime potrebbero arrivare gia' tra domani e martedi': Salini - si apprende - non vuole aspettare il voto per le Europee ne' farsi condizionare da pressioni interne all'azienda, dando spazio al merito e alla rappresentanza di genere.
MATTEO SALVINI IGOR DE BIASIO
Sono circolati i nomi di Massimo Ferrario alla produzione Tv, di Felice Ventura al personale e di Marcello Giannotti alla comunicazione, ma non si escludono sorprese. In settimana sono attese anche le nomine alle direzioni di rete: a Rai1 si fanno i nomi di Milo Infante, Franco di Mare, Maria Teresa Fiore e Franco Argenziano, mentre dovrebbero restare invariate le direzioni di Rai2 e Rai3. La tensione si addensa anche sul palinsesto estivo di Rai1, che la direttrice Teresa De Santis presentera' mercoledi'.
luigi di maio vincenzo spadafora
Dopo la levata di scudi dei Cinquestelle - in testa Luigi Di Maio - contro l'ipotesi di quattro speciali di Linea verde affidati all'ex deputata FI e Ncd Nunzia De Girolamo, i nomi circolati nei rumors di questi giorni sono quelli di Roberto Poletti (ex direttore di Radio Padania), Monica Marangoni, Pierluigi Diaco. Scelte che per l'ad non risponderebbero a logiche puramente televisive e di valorizzazione delle risorse interne.
Una cartina al tornasole dello scontro nella maggioranza sara' il 14 la riunione della Vigilanza: sul piatto la risoluzione firmata dal capogruppo Pd Davide Faraone contro il doppio incarico di Foa, che e' anche presidente di Rai Com. Un testo che il Carroccio avrebbe voluto rinviare e che in qualche modo 'fa gioco' ai Cinquestelle per provare a mettere in difficolta' Foa e 'ridare fiato' a Salini nella guerra di nervi in corso al settimo piano di Viale Mazzini.
teresa de santis foto di bacco
E' da escludere che la mozione Pd venga votata prima delle Europee: il M5S, che vuole ascoltare Foa, potrebbe chiedere tempo per raccogliere gli elementi necessari alla valutare la situazione. La Lega, invece, fara' le barricate, spingendo piuttosto per la sua risoluzione, quella che fissa un tetto agli stipendi degli artisti e dei dirigenti non giornalisti in Rai, legando i compensi ad ascolti e introiti pubblicitari e prevedendo la possibilita' di modificare in corso d'opera contratti pluriennali (leggi caso Fazio).
Sul tavolo di San Macuto potrebbe finire anche l'intervento del consigliere Rai Giampaolo Rossi che sul sito di Primato nazionale ha parlato dell'antifascismo come "caricatura paradossale". Frasi "inaccettabili" dice il vicepresidente M5S della Vigilanza Primo De Nicola, mentre Michele Anzaldi (Pd) parla di "arroganza mai vista da parte di Rossi e De Blasio".