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    SGARBI RISCHIA DI ANDARE A PROCESSO PER L’ACQUISTO DI UN QUADRO – IL LEGALE DEL CRITICO ASSICURA CHE NON C’E’ STATA ALCUNA “SOTTRAZIONE FRAUDOLENTA” DELL’OPERA - LA VICENDA RUOTA INTORNO ALL’ACQUISTO DI UN DIPINTO, "IL GIARDINO DELLE FATE", DEL 1913. “BASTAVA UN CONTROLLO E SI SAREBBE EVITATO UN INUTILE PROCESSO” - IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA HA DEBITI CON L’AGENZIA DELLE ENTRATE PER UN TOTALE DI CIRCA 715 MILA EURO...


     
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    vittorio sgarbi sabrina colle vittorio sgarbi sabrina colle

     (ANSA) - Nessuna sottrazione "fraudolenta da parte del prof. Vittorio Sgarbi, in concorso con la compagna Sabrina Colle, la quale ha pagato il quadro, divenendone legittima proprietaria, a seguito di una donazione fatta in suo favore dal Mecenate avv. Corrado Sforza Fogliani, scomparso nel dicembre scorso". Lo sostiene in una nota il legale di Vittorio Sgarbi, Giampaolo Cicconi.

     

    Per il legale, inoltre, "in ogni caso, la Procura di Roma non ha contestato alla sig.ra Colle l'acquisto di altri quadri, come erroneamente scritto dal Il Fatto Quotidiano; si tratta infatti solo di un'unica opera "Il giardino delle Fate" dell'artista Vittorio Zecchin. Ad ogni modo, come verrà chiarito ai Pubblici Ministeri di Roma, nel caso in esame non sussiste nè l'elemento oggettivo e nè soggettivo del reato di illecita sottrazione. Infatti, il trasferimento dell'opera d'arte effettuato -secondo l'accusa- dal prof. Sgarbi alla compagna ha, in ogni caso, interessato una parte residuale e minima del suo patrimonio artistico che risultava, all'epoca dei fatti (e ancora oggi), capiente rispetto al debito erariale che, peraltro, a seguito della rottamazione quater e del pagamento delle rate, si è ulteriormente ridotto".

    il giardino delle fate il giardino delle fate

     

    Inoltre, scrive ancora l'avvocato nella nota, "la capienza del patrimonio potrà essere dimostrata attraverso le fatture di acquisto (anni 2015 - 2016 - 2017 - 2018 - 2019 e 2020) di numerose opere che proveranno che, all'atto dell'intestazione dell'opera dell'artista Zecchin, il patrimonio mobiliare dell'indagato era notevolmente superiore al credito dell'Erario.

     

    vittorio sgarbi e sabrina colle foto di bacco vittorio sgarbi e sabrina colle foto di bacco

    Quindi meraviglia, quanto meno per le fatture elettroniche (in vigore dal 01/01/2019), che l'agenzia delle entrate non fosse a conoscenza di ciò (infatti, bastava un semplice controllo) e si sarebbe evitato un inutile processo, considerata l'evidente insussistenza dell'idoneità degli atti a rendere inefficace la riscossione coatta. Infine, manca anche l'elemento soggettivo del reato perché, -a tutto voler concedere l'intestazione da parte della sig.ra Colle dell'opera dell'artista Zecchin e che Sgarbi -sempre secondo l'accusa- avrebbe ceduto alla stessa, è stata effettuata, comunque, a fronte di un consistente patrimonio mobiliare residuo e, per di più, nella convinzione della capienza del patrimonio stesso. In conclusione, sarebbe alquanto singolare assimilare il reato di sottrazione fraudolenta ad un'azione revocatoria civilistica, esperibile per il solo fatto che il trasferimento sia avvenuto a danno di un creditore: si arriverebbe all'assurdo di precludere a qualsiasi cittadino di poter disporre del proprio patrimonio solo perché debitore dell'Erario per una somma superiore ad € 50.000,00".

    sabrina colle sgarbi sabrina colle sgarbi

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