Alessandra Rizzo per “la Stampa”
C' è già chi lo considera un Rasputin, e adesso il consigliere principale di Boris Johnson deve rispondere di alcuni anni passati in Russia al termine dell' università ad Oxford. Le rivelazioni della stampa britannica su Dominic Cummings, già stratega della campagna referendaria per la Brexit e oggi potentissimo braccio destro del primo ministro, getta ombre sinistre all' inizio di una campagna elettorale per il voto del 12 Dicembre che già si preannuncia avvelenata.
DOMINIC CUMMINGS BORIS JOHNSON
Secondo la stampa un «whistleblower» avrebbe avvicinato figure importanti del partito laburista per sollevare «preoccupazioni» riguardo possibili contatti instaurati da Cummings con esponenti della «politica, intelligence e sicurezza» negli Anni 90 in Russia. Il ministro ombra per gli Esteri del Labour, Emily Thornberry, ha scritto al ministro degli Esteri Dominic Raab per riportare quanto detto dall' informatore, sottolineando di non conoscere l' accuratezza o meno delle illazioni. Thornberry, come riportato dal «Times», chiede però se Cummings sia stato interrogato sul periodo in Russia al momento dell' ingresso a Downing Street; e in generale quale sia il suo livello di accesso ai dossier top secret.
Cummings ha trascorso tre anni in Russia, tra il 1994 e il 1997, in seguito alla laurea in storia antica e moderna conseguita ad Oxford, per seguire non meglio precisati «progetti».
DOMINIC CUMMINGS
Le illazioni aumentano il mistero intorno ad un personaggio anticonformista, qualcuno dice anarchico, assai lontano dai tipi che s' incontrano tra i corridoi di Whitehall, a cominciare dal look informale per finire ai modi bruschi cui si dice abbia abituato i collaboratori. Da bravo stratega è un cultore dell'«Arte della Guerra»di Sun Tzu, ma anche, per restare in tema di Russia, appassionato di Anna Karenina. Non ha la tessera del Partito Consevatore, pur avendo passato una carriera politica accanto a pesi massimi dei Tory, come Michael Gove e ora Johnson.
Sarebbe probabilmente rimasto dietro le quinte, come si conviene a un personaggio sfuggente, che non rilascia quasi mai interviste, se non fosse che ha diretto una campagna per la Brexit (a lui si deve lo slogan simbolo «Take Back Control», riprendiamoci il controllo) culminata con una vittoria cui nessuno credeva. Ed è finito al centro di un popolare film TV sulla Brexit in cui è stato interpretato da Benedict Cumberbatch.
DOMINIC CUMMINGS BORIS JOHNSON
Oggi è lui a decidere le mosse principali del governo, dalla lunga sospensione del parlamento, poi giudicata illegale dalla Corte Suprema, a quella di andare ad elezioni anticipate per sbloccare la Brexit. Nella campagna elettorale che si sta aprendo, è di Cummings l' idea di presentare Johnson come un tribuno del popolo contro un establishment intento, nella sua versione, a rovesciare il risultato del referendum. Una strategia in linea con la filosofia di un personaggio che a quanto si dice nutre un autentico disprezzo per le élite e che ha definito i deputati «egotisti non particolarmente intelligenti che amano apparire in Tv».
Cummings non ha finora rilasciato commenti in merito ai suoi anni in Russia. Il governo si è limitato a dire che non commenta su casi individuali e sul livello di accesso a informazioni top secret cui ciascun funzionario abbia diritto. Ma le indiscrezioni di stampa vanno a toccare uno dei temi più delicati, quello dei rapporti con la Russia, per un governo occidentale. Tanto più che nel weekend il governo è stato accusato di aver intenzionalmente ritardato la pubblicazione di un dossier su possibili interferenze russe nella politica britannica, incluso il referendum sulla Brexit.
dominic cummings
Il presidente della Commissione per l' Intelligence e la Sicurezza, Dominic Grieve (Tory moderato e Remainer avversario di Johnson), sostiene che il governo avrebbe già dovuto rendere noti i contenuti del dossier di 50 pagine. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, si è chiesto cosa il governo «abbia da nascondere». Downing Street ha respinto le accuse, sostenendo che le procedure per la revisione di un dossier altamente sensibile per la sicurezza nazionale richiedono sempre alcune settimane.