Gilda Ferrari per “la Stampa”
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Il salvataggio di Carige si complica e il rischio di liquidazione coatta o di risoluzione da parte di Bce torna all' orizzonte, a meno che, come viene ipotizzato da Roma, il Fondo Interbancario per la tutela dei depositi (Fitd) non si faccia carico dell' intera operazione «da solo». Ieri lo Schema Volontario del Fondo presieduto da Salvatore Maccarone ha deliberato la conversione in azioni del bond da 320 milioni, ma le condizioni poste dal partner industriale - Cassa Centrale Banca (Ccb) - sono giudicate «irricevibili».
matteo salvini luigi di maio
Essendo Trento l' architrave del salvataggio - il gruppo del credito cooperativo entrerebbe con il 9,9% in Carige, per poi salire acquistando le quote che il Fitd venderà - l' intera struttura dell' operazione vacilla. Secondo fonti finanziarie «Bce potrebbe avere già predisposto per dovere di ufficio» il piano alternativo alla soluzione di mercato, e cioè la risoluzione della banca con l' intervento del Single resolution board. Parallelamente, resta teoricamente in campo anche la liquidazione coatta sul modello delle Venete, che Bper ha evocato nei giorni scorsi ma che il governo non sembra propenso a finanziare. Altre fonti vicino al dossier ieri in serata sostenevano invece che, dopo lo strappo, le posizioni di Fitd e Ccb si fossero riavvicinate.
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Oggi si riunisce il cda di Ccb. Le ultime notizie confermano quanto anticipato dal Secolo XIX nei giorni scorsi e cioè che Trento ha posto stringenti condizioni alla sua partecipazione all' aumento di capitale. Richieste che per il Fitd sono «irricevibili». Tra le condizioni poste c' è la richiesta di uno sconto del 90% sull' opzione call per rilevare le quote del Fondo e la possibilità di esercitarla a 4 anni, un arco di tempo troppo lungo per l' Interbancario che invece vorrebbe uscire da Carige entro massimo un anno e mezzo.
Con l' aggiunta che il Fitd dovrebbe farsi carico nel frattempo dei fabbisogni di capitale. Il Fondo formalizzerà al cda di oggi di Ccb che le richieste pervenute - tra cui figurano la garanzia sull' inoptato degli attuali soci da parte del Fitd, prerogative sulla governance, la garanzia di un accordo con i sindacati - non sono accettabili. Nel caso in cui la holding del credito cooperativo non dovesse rivedere le sue posizioni, il Fitd, riferisce l' Ansa, «potrebbe procedere al salvataggio di Carige da solo».
bankitalia big
L' aumento è confermato in 900 milioni, di cui 700 milioni cash e 200 milioni di obbligazioni destinate in parte alle due banche pubbliche Credito Sportivo, MedioCredito Centrale (Mcc) e in parte al mercato. I 313 milioni (su 320) del bond che lo Schema ha deliberato di convertire in azioni vanno a sottrarsi ai 700 milioni cash. Cassa Centrale è stata individuata come partner industriale, indiscrezioni dicono su pressing di Bankitalia: dovrebbe versare 70 milioni per acquistare una quota iniziale del 9,9%, da incrementare in una seconda fase comprando le quote del Fitd. Su prezzi e tempi, tuttavia, le parti hanno debuttato su posizioni distanti.
BPER BANCA POPOLARE DELL EMILIA ROMAGNA
Oggi i fari sono su Trento, mentre a Genova resta silente il primo azionista di Carige, Malacalza Investimenti (27,6%). «Un silenzio apparentemente coerente con l' approccio della famiglia, che di solito si pronuncia all' ultimo momento dopo aver visto le carte in tavola - commenta una fonte vicino al dossier -. È possibile che le trattative siano ancora in fase preliminare, anche perché l' operazione non è ancora delineata».
Anche sul fronte MedioCredito e Credito Sportivo i passi avanti sono pochi: primo non ha ancora convocato il cda, il secondo si è limitato a prendere atto ieri del parere legale che sancisce la possibilità per la banca del credito allo sport di sottoscrivere una parte del nuovo bond Carige.
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