Cesare Bechis per “Il Corriere Della Sera”
sara viva sorge
Alle 6 del mattino, dopo aver concluso il suo secondo turno consecutivo di notte nella clinica di riabilitazione Fondazione San Raffaele a Ceglie Messapica (Brindisi), Sara Viva Sorge si era messa in auto per tornare a casa. Doveva rientrare a San Vito dei Normanni, a circa 15 chilometri di distanza. Non ci è mai arrivata: la sua Renault Twingo si è schiantata contro un palo dell'illuminazione lungo la provinciale che collega San Vito dei Normanni a San Michele Salentino. È morta sul colpo. Sara aveva studiato all'università romana di Tor Vergata e aveva trovato lavoro come infermiera, da appena tre settimane. Viveva in famiglia e ogni giorno andava e tornava dall'ospedale seguendo i ritmi lavorativi imposti in questo periodo dalla pandemia.
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Avrebbe festeggiato il suo ventisettesimo compleanno tra pochi giorni. E ieri mattina, esausta, aveva terminato di lavorare, per la seconda volta, dalle 8 di sera alle 6 della mattina secondo quanto affermano i sindacati, che parlano di «turni massacranti». Ieri mattina il papà aspettava che lei rientrasse dal lavoro. Era strano che, passate le 6, non fosse ancora a casa. Era preoccupato, tanto che a un certo punto aveva deciso di prendere l'auto e andarle incontro. Ma lungo la strada ha visto l'auto della figlia ridotta ad un ammasso di lamiere e si è reso subito conto della tragedia, prima ancora che arrivasse il personale del 118. Vano ogni tentativo dei soccorritori di prestarle aiuto.
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Per Sara purtroppo non c'era più nulla da fare. Secondo le prime indagini l'auto potrebbe aver sbandato a causa della strada bagnata prima di finire la corsa contro il palo. La notizia della morte della giovane infermiera ha gettato nello sconforto non solo la famiglia ma tutta la comunità del suo comune di residenza. Dure le reazioni da parte delle organizzazioni sindacali. «Sara Viva Sorge, infermiera, lavorava da 20 giorni alla Fondazione San Raffaele - affermano Chiara Cleopazzo e Luciano Quarta, rispettivamente della Fp Cgil Brindisi e Sportello Salute Sicurezza Cgil Brindisi -, è morta per un incidente mentre lasciava il lavoro.
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Aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti della struttura». «Questa volta - aggiungono - non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo è meno grave e non solleva interrogativi su una lavoratrice assunta da poco e subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata. Spesso per una unità lavorativa si arriva a gestire dieci degenti con un carico di lavoro al limite, per questo è incomprensibile un turno di lavoro lungo e con due notti consecutive, questo sicuramente non può consentire il recupero psicofisico dovuto».
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Dirigenti e dipendenti del presidio ospedaliero dove lavorava Sara hanno espresso «profondo sgomento per quanto accaduto e si stringono attorno alla famiglia nella consapevolezza che nessuno, purtroppo, potrà mai compensare il dolore di fronte ad una tragedia tanto grande quanto inaccettabile».