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    SI E' SGONFIATA LA BOLLA: LA PROCURA DI PERUGIA MOLLA AMARA SUL PALAMARA-GATE - CAMBIA PER LA QUINTA VOLTA IL CAPO DI IMPUTAZIONE: DA CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI, CONTESTATA ALL'EX PM SOLTANTO A A SEGUITO DELLE DICHIARAZIONI DI PIERO AMARA, SI E' PASSATI AL PIU' LIEVE REATO DI CORRUZIONE PER L'ESERCIZIO DELLA FUNZIONE - I PM DEVONO AVER CAPITO CHE PUNTARE SU UN PENTITO COSÌ CHIACCHIERATO AVREBBE TRASFORMATO L'INCHIESTA IN UN CLAMOROSO AUTOGOL, SOPRATTUTTO DOPO IL CASO DELLA FANTOMATICA LOGGIA UNGHERIA: SI SONO "AGGRAPPARSI" ALLE DICHIARAZIONI RESE DA FABRIZIO CENTOFANTI…


     
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    Giacomo Amadori per "la Verità"

    PIERO AMARA PIERO AMARA

     

    Con un ultimo colpo di teatro la Procura di Perugia ha proceduto a «derubricare» il reato di corruzione in atti giudiziari, punito con una pena da sei a dodici anni, contestato a Luca Palamara soltanto a febbraio di quest' anno a seguito delle dichiarazioni del pentito prêt-à-porter Piero Amara, sostituendolo con il più lieve reato di corruzione per l'esercizio della funzione, punito oggi con la pena da tre a otto anni, che, però, nel caso di Palamara, scende da uno a sei anni poiché si tratta di fatti commessi prima della cosiddetta legge Spazzacorrotti del 2019.

     

    palamara palamara

    Cioè Palamara non si sarebbe fatto corrompere con cene e viaggi per sistemare un procedimento giudiziario, bensì per il solo fatto di essere stato un magistrato e consigliere del Csm.

     

    Resta da valutare quale possa essere l'atteggiamento del gup Piercarlo Frabotta all'udienza di oggi, posto il principio di obbligatorietà e irretrattabilità dell'azione penale, dopo l'abbandono da parte della Procura dell'ipotesi più grave contestata.

     

    Infatti a solo cinque mesi di distanza dalle nuove accuse di Amara contro Palamara, anche la Procura di Perugia deve aver capito che puntare su questo pentito così chiacchierato avrebbe potuto trasformarsi in un clamoroso autogol, soprattutto dopo che è scoppiato il caso dei verbali milanesi e della fantomatica loggia Ungheria e lo stesso è stato accusato di calunnia.

    FABRIZIO CENTOFANTI FABRIZIO CENTOFANTI

     

    In Umbria hanno così preferito «aggrapparsi» alle più recenti spontanee dichiarazioni rese da Fabrizio Centofanti, il presunto corruttore dell'ex presidente dell'Anm. Peccato che Amara, dopo essere stato arrestato su richiesta della Procura di Potenza l'8 giugno avesse dichiarato di essere stato lui ad «aver costretto a pentirsi» lo stesso Centofanti a Perugia. Un'affermazione suffragata dal fatto, che in teoria, l'avvocato siracusano, nulla avrebbe potuto sapere dei verbali dell'amico. Vale la pena di riprendere le ondivaghe contestazioni perugine per comprendere la labilità delle accuse.

     

    Nel decreto di perquisizione del 29 maggio 2019 a Palamara veniva contestata la corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio (da 6 a 10 anni) per una presunta mazzetta da 40.000 euro che avrebbe ricevuto per la nomina di Giancarlo Longo a procuratore di Gela, e la corruzione in atti giudiziari (6-12 anni) per avere ricevuto da Centofanti, Amara e Giuseppe Calafiore un anello del valore di 2.000 euro, viaggi e vacanze con l'obiettivo di far sanzionare nel disciplinare del Cms l'allora pm siracusano Marco Bisogni.

     

    piero amara piero amara

    Subito dopo la Procura generale della Cassazione, il ministro della Giustizia e il Csm hanno contestato a Palamara gli stessi fatti e lo hanno sospeso dalle funzioni e dallo stipendio nel giro di un mese. Nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari del 20 aprile 2020 e nella richiesta di rinvio a giudizio viene contestata solo la corruzione per l'esercizio della funzione (per Palamara da 1 a 6 anni).

     

    Scompaiono i 40.000 euro per la nomina di Longo e l'anello. In quel momento Palamara è accusato di essersi fatto pagare viaggi, vacanze e lavori edili in gran parte mai saldati, né eseguiti a casa della sua amica Adele Attisani. E queste utilità Palamara le avrebbe ricevute «per l'esercizio delle funzioni svolte» dal solo Centofanti. Vengono infatti depennati Amara e Calafiore i quali, il 29 maggio 2019, risultavano essere il motore della corruzione, essendo Centofanti solo un intermediario.

     

    piero amara 3 piero amara 3

    Alla prima udienza preliminare, il 25 novembre 2020, si svolta ancora. A luglio è arrivato il nuovo procuratore Raffaele Cantone e con lui viene specificato che le utilità Palamara le avrebbe ricevute quale «membro» del Csm «per l'esercizio delle funzioni svolte all'interno di tale organo quali, fra le altre, nomine di dirigenti degli uffici e procedimenti disciplinari».

     

    Nuovo colpo di scena all'udienza del 22 febbraio 2021, quando si cambia ancora, per tornare, in una certa misura, al passato, grazie ai verbali nuovi di zecca di Amara e Calafiore.

     

    raffaele cantone foto di bacco raffaele cantone foto di bacco

    Qui, per non farsi mancare nulla, vengono contestate tutte le sfumature della corruzione (tre diversi articoli) e questa volta Palamara avrebbe ricevuto in dono viaggi e vacanze «prima quale sostituto procuratore della Procura di Roma ed esponente di spicco dell'Associazione Nazionale Magistrati fino al 24 settembre 2014, successivamente quale componente del Csm» per una serie di «attività» che vanno dall'acquisizione di «informazioni riservate», non meglio indicate, sui «procedimenti in corso» a Roma e a Messina su Centofanti, ma anche su Amara e Calafiore (che però non sono imputati) e per la disponibilità a influenzare le nomine del Csm (ritorna il nome di Longo, ma non i 40.000 euro) e i procedimenti disciplinari.

    luca palamara al csm luca palamara al csm

     

    Ed eccoci a due giorni fa. Con un cosiddetto atto fuori udienza del 6 luglio 2021, ma verosimilmente in vista dell'appuntamento di oggi davanti al gup Frabotta, i pubblici ministeri Cantone, Gemma Miliani e Mario Formisano «viste le dichiarazioni di Centofanti Fabrizio», sono state modificate per la quinta volta le imputazioni ritornando all'ipotesi più lieve della corruzione per l'esercizio della funzione laddove Palamara l'avrebbe posta in essere consentendo a Centofanti di «partecipare a incontri pubblici e riservati cui presenziavano magistrati e consiglieri del Csm [] nei quali si pianificavano nomine», ma anche «per la disponibilità dimostrata di poter acquisire [] informazioni anche riservate sui procedimenti in corso» e «in particolare» quelli già citati di Roma e Messina e, infine, «per la disponibilità del Palamara di accogliere richieste del Centofanti finalizzate a influenzare» anche attraverso altri consiglieri, «nomine e incarichi» del Csm e «decisioni della sezione disciplinare».

     

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    Un'attitudine che, a dire dello stesso Centofanti, non si sarebbe mai tradotta in nulla di concretamente legato all'attività dell'ex magistrato, se non, grazie alle frequentazioni di toghe altolocate, nell'aumento di fatturato della propria agenzia di pubbliche relazioni.

     

    In pratica Palamara, in cambio della frequentazione di qualche magistrato, avrebbe spillato a Centofanti, per circa un decennio, viaggi e cene. Infatti tra le utilità contestate si sono aggiunti un trasloco di mobilio, trattamenti di bellezza e passaggi in taxi Roma-Fiumicino e mangiate per 31.000 euro, crapule che sarebbero state organizzate da Palamara in tre ristoranti romani, ma senza la specificazione delle date e dei partecipanti.

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