EDOARDO IZZO per la Stampa
striscione per giulio regeni
Si ferma, forse per sempre, il processo per la morte di Giulio Regeni. La prima sezione penale della Corte di Cassazione, ieri sera, ha dichiarato inammissibile il ricorso col quale la procura di Roma aveva chiesto l'annullamento dell'ordinanza del gup dell'11 aprile 2022 che aveva disposto la sospensione del procedimento nei confronti dei quattro 007 egiziani - il generale Tarik Sabir, i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Usham Helmi e il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif - accusati, a vario titolo, dei reati di sequestro di persona, lesioni personali e omicidio commessi nei confronti di Regeni dal 25 gennaio al 2 febbraio del 2016 a Il Cairo.
magdi ibrahim abdelal sharif
La Corte ha escluso che i «provvedimenti in questione possano essere impugnati con il ricorso per Cassazione, in quanto non abnormi». E dire che la giornata era iniziata con aspettative diverse al sit-in davanti alla Corte. «Non ci sarà mai una pietra tombale su questo caso perché noi qui ci saremo sempre, ma quella che viene presa oggi è una decisione che riguarda la dignità dell'Italia», aveva detto ai cronisti l'avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni.
Con lei c'erano Claudio Regeni e Paola Deffendi, genitori di Giulio, che avevano preferito rimanere in silenzio. Parlano a sera: «Attendiamo di leggere le motivazioni ma riteniamo questa decisione una ferita di Giustizia per tutti gli italiani. "Abnorme" è certamente tutto il male che è stato inferto e che stanno continuando a infliggere a Giulio. Come cittadini non possiamo accettare né consentire l'impunità per chi tortura e uccide». «Sappiamo che gli 007 sanno tutto di questo processo, ma fanno i furbi - aveva detto Ballerini -. La battaglia non è solo per Giulio, ma per tutti».
helmy uhsam
Una battaglia combattuta dal pm Sergio Colaiocco, che il 10 dicembre 2020, tra molti ostacoli opposti dalle autorità egiziane, ha chiuso le indagini preliminari e a distanza di poco più di 5 mesi ha ottenuto il rinvio a giudizio dei quattro ufficiali. Loro, però, risultano irreperibili, dal momento che la magistratura egiziana non ha fornito i loro indirizzi di residenza, né ha concesso ai magistrati italiani di essere presenti agli interrogatori a cui sono stati sottoposti.
Il processo viene cancellato: i giudici della III Corte d'Assise di Roma hanno deciso che il dibattimento non può avere inizio perché non esiste la prova che i quattro agenti sappiano del processo a loro carico. Gli atti dell'inchiesta erano tornati al gup che aveva disposto nuove ricerche e doveva tentare di notificare agli imputati il procedimento, per poterli poi rinviarli nuovamente a giudizio.
giulio regeni 1 regeni mohamed ibrhaim athar kamel