Marta Serafini per il "Corriere.it"
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Non ci hanno regalato il Commodore 64 quando eravamo piccole? Pazienza. Già, perché è notizia di qualche giorno fa che le donne superino gli uomini come consumi di videogame. Il responso arriva dall’Entertainment Software Association che in un rapporto dettagliatissimo mette nero su bianco il sorpasso.
Le giocatrici sono infatti il 53 per cento del mercato a fronte del 48. E non si tratta solo di ragazzine. Ma anche di donne over 50 la cui percentuale di giocatrici è salita di 32 punti dal 2012 al 2013 andando a superare quella degli adolescenti maschi. Si parla di statistiche americane, siamo d’accordo. Tuttavia c’è da star certi che il trend contaminerà presto anche l’Europa e il resto del mondo.
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“Stiamo assistendo a una crescita esponenziale delle giocatrici”, ha spiegato il producer di videogame Fredrik Rundqvist. “Abbiamo condotto molti studi e abbiamo notato anche come molte coppie giochino insieme ad Assassin’s Creed (un titolo molto in voga tra gli appassionati, ndr)” gli ha fatto eco l’executive di Ubisoft Alain Corre. E il mercato è talmente cambiato che gli ideatori del popolare gioco hanno dovuto introdurre, dopo molte polemiche, un personaggio femminile. Morale nel prossimo episodio di Assassin’s Creed i giocatori troveranno anche una templare di nome Elise (sopra nell’immagine di apertura).
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I numeri dunque sembrano mandare in cantina gli stereotipi di genere che vogliono le donne escluse dal mondo del videogioco. Come sottolinea il sito americano DailyDot, controller e maratone notturne in compagnia della console non sono più prerogativa del pubblico di nerd tipico di Reddit e 4Chan. Certo, per le ragazze non è ancora facile inserirsi nelle community di gioco (tanti gli episodi di sessismo, come raccontato qui) e il mondo della programmazione e del designer di giochi è ancora per lo più terreno maschile (ne abbiamo parlato qui).
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Ma è pur vero che il cambio di passo nei consumi è salutato positivamente da chi crede che l’educazione informatica delle bambine passi anche dai videogame. Non a caso, secondo Frank Lantz, direttore del Game Center della New York University, “Tutti i giocatori hanno per loro natura una profonda relazione con le materie Stem (Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), la logica e il metodo scientifico.
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E non a caso nella Silicon Valley (ma presto anche qui in Italia, grazie al Tempo delle donne della 27esima ora), da tempo le bambine vengono incoraggiate fin da piccole a seguire corsi di programmazione e di coding, affinché sviluppino capacità che potranno essere loro utili un domani per trovare un buon posto di lavoro.
A contribuire alla rivincita femminile nel mondo dei controller c’è sicuramente il boom dei social game e dei giochi su mobile. Ma attenzione a pensare che le ragazze giochino solo a Candy Crush e ad Angry Birds. Sempre secondo Entertainment Software Association il 50 per cento di chi acquista videogame è di sesso femminile. Compresi titoli come Assassin Creed e Call of Duty.
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Twitter @martaserafini
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