Giacomo Amadori per “la Verità”
luca palamara a le iene
A giugno questo giornale aveva pubblicato la chat del sostituto procuratore generale della Cassazione, Carmelo Celentano, con Luca Palamara, il kingmaker delle nomine, radiato dalla magistratura il 9 ottobre. Nel 2018 Celentano era risultato il primo dei non eletti alle elezioni per il Consiglio superiore della magistratura a causa del plebiscito in favore di Pier Camillo Davigo, da lui definito sarcasticamente in campagna elettorale «il pensionando». Adesso lo stesso Celentano è entrato al Csm proprio al posto di Davigo, spedito ai giardinetti dal voto del plenum del parlamentino dei giudici.
Il neo consigliere è stato subito piazzato nella sezione disciplinare, che durante il giudizio lampo contro Palamara era stata stravolta. Un blitzkrieg che aveva costretto alla panchina pezzi da novanta come Giuseppe Cascini e il vicepresidente David Ermini.
Adesso il cerino è passato nelle mani di Celentano che dovrà giudicare i colleghi spediti davanti al disciplinare dalla Procura generale della Cassazione per quelle chat in cui, però, compare a sua volta.
Palamara giustifica così con La Verità la scelta del vecchio compagno di corrente: «La designazione di Celentano come candidato di legittimità della Cassazione per Unità per la costituzione è frutto di un meccanismo di cooptazione interno alle correnti e rispondeva alla necessità di trovare un punto di equilibrio con l' area napoletana di Unicost».
luca palamara
La notizia della nomina del consigliere chattante ha incendiato la mailing list delle toghe e ha costretto Celentano a rispondere a chi lo chiamava in causa.
Un' arrampicata sugli specchi di cui non era difficile immaginare lo stridore di unghie in sottofondo.
Per lui i messaggi a Palamara non erano altro che innocenti «richieste di informazioni, nei limiti di quanto ostensibile, sullo stato di alcune pratiche che riguardavano colleghi del mio ufficio, o degli uffici di legittimità» oppure «sullo stato di pratiche di colleghi da me conosciuti, anche da poco e neppure vicini al gruppo che mi sosteneva elettoralmente, i quali mi avevano contattato chiedendo mere informazioni sui tempi di trattazione». Una specie di Urp a disposizione di colleghi vicini e lontani.
Celentano, nella sua autoassoluzione, specificava un altro sprone ai suoi interventi: «Mi preoccupavo, nel rispetto delle decisioni prese o da prendere, del profilo umano che coinvolgeva le persone che si erano sentite forse ingiustamente pretermesse, nella convinzione che fosse opportuno anche da parte del consigliere comprenderne lo stato d' animo». Quasi un ruolo da psicologo, verrebbe da dire.
Come quando spiega a Palamara di aver «tranquillizzato» Francesco Salzano, appena stoppato dal Csm nella sua corsa ad avvocato generale, e lo invita a rasserenarlo a sua volta con la «prospettiva dei prossimi posti».
carmelo celentano
Ma la mail di Celentano ai colleghi serve soprattutto a prendere le distanze da Palamara: «Notoriamente le nostre posizioni associative erano distanti su molti temi, inclusa la forte critica all' attività di quella consiliatura, critica che io svolgevo in pubblico ed in privato, nelle più svariate materie».
Divergenze che non emergono nei messaggi e tanto meno nell' ultimo scambio tra i due, dopo la sconfitta di Celentano nella corsa al Csm.
Palamara: «Carissimo Carmelo ancora adesso a mente fredda non riesco ad accettare quello che è accaduto. È necessaria una profonda riflessione ancora di più dopo "lo schifo" (non trovo altre parole) dell' intervista di oggi sul Fatto (di Marco Travaglio a Davigo, il vero nemico dei due, ndr). Tu hai lucidità politica e permettimi di dire io e te (ricorda il mio ultimo intervento al congresso) avevamo fiutato il pericolo Davigo. Io non accetto che un elettore di Unicost lo abbia votato! E non lo accetterò mai».
Celentano: «Ti ringrazio per l' affetto che ricambio immutato! Io so riconoscer e le persone che hanno testa e cuore come te. Abbiamo tuttavia entrambi la necessità di far crescere davvero il gruppo, liberandolo da qualche bassezza che la magistratura non merita. E su questo conto ancora una volta su di te e su pochi altri».
Una corrispondenza di amorosi sensi che martedì Celentano ha liquidato come «saluti finali "politici"» che si collocano «in un contesto di naturale umanità, direi reciproca, in cui entrambi consapevolmente abbiamo detto due "pie bugie"».
il procuratore generale giovanni salvi foto di bacco (2)
La replica di Celentano ha fatto infuriare diversi magistrati, tra questi Felice Lima, il quale, di fronte alle giustificazioni del collega, si è lanciato in una pesante invettiva: «La cosa veramente impressionante è che soggetti come questo qua stanno alla Procura Generale della Cassazione. [] le condotte di questo Celentano, ove le chat fossero autentiche e le dichiarazioni di Palamara ai giornalisti vere, non riguarderebbero solo la promozione di se stesso, benedetta dal Salvi (Giovanni, procuratore generale della Cassazione, ndr) come opera pia, ma anche interessi di altri.
Ergo, immagino che Salvi, con l' aiuto di Salzano (il collega «tranquillizzato» da Celentano, ndr) starà svolgendo approfondite indagini per scoprire la verità e, se del caso, mandare il Celentano a giudizio dinanzi al Celentano stesso! Hanno davvero la faccia come altre parti anatomiche! E la magistratura è oggettivamente indifendibile!».
A giugno avevamo raccontato di un incontro avvenuto nell' ottobre del 2017 al Csm tra Palamara, Celentano e l' avvocato generale Luigi Salvato (un altro dei pm che hanno indagato su Palamara & c.), questi ultimi in corsa per candidature e nomine. Ma quello non fu il solo appuntamento tra i tre.
Palamara ricorda «le discussioni con Celentano sull' assetto della procura generale anche alla presenza di Riccardo Fuzio (ex pg della Cassazione, ndr) e di Salvato» presso il suo ufficio al Csm.
«Ricordo bene anche le discussioni con i colleghi Massimo Forciniti e Pina Casella (mentore di Celentano)» continua il magistrato radiato, «sull' assetto interno della corrente di Unicost presso la sua abitazione».
Incontri conviviali che comprendevano nel menù anche le nomine. Come sottolinea Palamara, che forse di quei banchetti ricorda ancora l' Alka-seltzer: «Carmelo prepara primi prelibati, ma purtroppo venivano resi indigesti dalle solite tediose discussioni sulla distribuzione dei posti tra gli appartenenti alle correnti». Del resto nelle chat il suo interesse per la materia balza all' occhio.
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Come quando si informa sulle decisioni per i posti di procuratore aggiunto di Trapani e di Bergamo o di presidente di sezione del tribunale di Padova.
Mentre chiede incontri e aggiornamenti, Celentano dà l' impressione di essere un fan di Palamara.
Come quando gli scrive: «Il tuo intervento è stato perfetto». Oppure: «Sei fondamentale come sempre». O ancora: «Sei la nostra speranza». O dove definisce di «significato politico inestimabile» la nomina di Fuzio. Sino all' apoteosi: «È tutto nelle tue mani. Per questo sono tranquillo». Nel marzo 2018 è fiducioso per la sua elezione al Csm: «Siamo una squadra molto efficace insieme». A luglio, dopo la sconfitta, sprofonda: «Come vedi mi hanno venduto per un pugno di voti». Qualche tempo dopo, disgustato, lascia Unicost.
Adesso è arrivato il risarcimento. Con tanto di contrappasso. Davigo fuori e lui dentro. Nonostante le chat.