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    SI RISCHIA DI ARRIVARE A PASQUA CON GLI SCAFFALI DEI SUPERMERCATI VUOTI OPPURE CON RINCARI MAI VISTI DI PASTA E PANE – DOPO LO STOP ALLE NAVI BATTENTI BANDIERA ITALIANA NEL MAR NERO SCATTA L'ALLARME SCORTE PER GRANO, MAIS E CEREALI – L’ALLARME DELLA COLDIRETTI: “AL PORTO DI BARI NON ARRIVANO PIÙ NAVI DI GRANO TENERO PER FARE PANE E DOLCI E IL MAIS PER L'ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI”


     
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    Giusy Franzese per il Messaggero

     

     

    LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO

    Le navi di bandiera italiana non potranno più circolare nei mari interessati dalla guerra Russia-Ucraina. Lo ha deciso il Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti marittimi (Cism) in una riunione con il Comando generale delle Capitanerie di porto, portando il livello di allerta a 3, il massimo. L'effetto è immediato. Erano decenni che non si deliberava per il «livello 3», salvo che per alcune zone particolarmente pericolose dove le navi erano state oggetto di attacchi dei pirati.

     

    Ma ora è davvero troppo pericoloso entrare e uscire dai porti sul Mar Nero, sul Mar d'Azov e sulle coste russe. L'Italia d'altronde non è la sola ad aver preso questa precauzione, lo hanno deciso ad esempio la Francia, la Germania, la Spagna e il Regno Unito. La decisione fa il paio con la Risoluzione del Parlamento Ue adottata ieri che nel condannare fermamente l'aggressione russa contro l'Ucraina dispone tutte le sanzioni che già stanno colpendo duramente il sistema economico russo.

     

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    Tra queste al punto 17 si parla proprio della chiusura alle navi russe dei porti europei, ma si chiede anche agli Stati membri di «rifiutare l'accesso a tutti i porti dell'Ue alle navi il cui ultimo o successivo porto di scalo si trovi nella Federazione russa, tranne in caso di motivi umanitari giustificati». Di là delle decisioni dei singoli governi, le più grandi società di trasporti marittimi stavano già decidendo autonomamente di non utilizzare più quelle rotte. Ieri è stata la giornata degli annunci. «Le nuove prenotazioni Maersk via mare e terra da e verso la Russia sono temporaneamente sospese» recita un comunicato del colosso danese dei trasporti marittimi. Dallo stop sono escluse le consegne di cibo, cure mediche e umanitarie.

     

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    Quasi contemporaneamente anche Msc Mediterranean Shipping Company, primo operatore container al mondo e società del gruppo svizzero Msc, comunicava la stessa decisione: «Da oggi 1° marzo e con effetto immediato, la società interromperà temporaneamente tutte le prenotazioni di trasporto merci da/per la Russia, includendo anche tutte le aree di accesso, tra cui Baltico, Mar Nero ed Estremo Oriente russo. La società continuerà ad accettare le prenotazioni per la sola consegna di beni essenziali come cibo, attrezzature mediche e aiuti umanitari». E così l'armatore francese Cma-Cgm, altro leader mondiali nel trasporto e spedizione di container: «Niente più consegne da e per i porti russi fino a nuovo ordine».

     

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    GLI APPROVVIGIONAMENTI Ora però si temono effetti sui sistemi economici che hanno forti interscambi commerciali con la Russia. Cosa succederà ad esempio in Italia con i rifornimenti di grano, mais e petrolio? Le preoccupazioni sono enormi. «Ucraina e Russia sono sempre state il serbatoio alimentare e di grano dell'Europa. Se non si va lì, bisogna andare in Canada, negli Stati Uniti o in Australia, molto più lontano. Avremo senz' altro dei problemi» spiega Vincenzo Divella, ad dell'omonimo pastificio . «Al porto di Bari non arrivano più navi di grano tenero per fare pane e dolci e il mais per l'alimentazione degli animali» è l'allarme della Coldiretti Puglia. Ci potrebbero essere conseguenze per l’export, ma anche per il consumo interno. Le scorte dei mugnai e molini italiani sono attorno a un mese. Si rischia di arrivare a Pasqua con gli scaffali dei supermercati vuoti oppure con rincari mai visti di pasta e pane. Ieri grano e mais hanno chiuso a un nuovo record sul mercato europeo: 351,25 euro a tonnellata per il grano e 340 euro a tonnellata per il mais.

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