FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…
Giovanna Vitale per www.repubblica.it
Hanno rischiato di saltare, le nomine nei Tg Rai. Sin dalle prime ore del mattino si erano rincorse voci di un possibile rinvio del Cda che, domani, avrebbe dovuto dare via libera al valzer dei direttori. In extremis però la partita si è sbloccata e alla scadenza delle 11,30 i curricula dei prescelti sono stati inviati ai consiglieri di amministrazione. Confermando le indiscrezioni degli ultimi giorni, con una sorpresa.
gennaro sangiuliano foto di bacco
L'ex presidente Rai Monica Maggioni andrà a dirigere il Tg1. Gennaro Sangiuliano resta al Tg2, così come Alessandro Casarin alla testata regionale. Simona Sala lascia il Giornale Radio, alla cui guida viene dirottato Andrea Vianello, per sedere sulla tolda del Tg3 al posto di Mario Orfeo, che prenderà la direzione del genere Approfondimenti giornalistici. Rainews va a Paolo Petracca.
Ad aggravare il quadro, i rapporti tesissimi tra l’amministratore delegato Carlo Fuortes e i consiglieri d’amministrazione: cinque di loro avevano chiesto un incontro al numero uno di Viale Mazzini per spiegare i criteri in base al quale avrebbe proposto i nomi per le direzioni delle testate giornalistiche, ma Fuortes inizialmente non ha risposto e poi, nel tardo pomeriggio di ieri, li ha convocati per le 9 di stamattina. Un incontro giudicato però “fuori tempo massimo”, dal momento che i curricula dei nominandi avrebbero dovuto essere depositati appena un paio d’ore dopo. E così i componenti del board Rai hanno declinato l’invito.
Sul piede di guerra il sindacato interno: "Le ricostruzioni di queste ore sulle nomine Rai descrivono un quadro agghiacciante", tuona l'esecutivo Usigrai. "Ormai, in maniera neanche troppo velata, le nomine verrebbero decise direttamente a Palazzo Chigi. L'era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il Cda a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi. Se fossero vere queste voci si starebbe trasformando la Rai da radiotv di Servizio Pubblico a radiotv di Stato".
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