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    SI SUICIDA PERCHÉ VITTIMA DEL BULLISMO A SCUOLA. MA È UN MAESTRO, E I BULLI SONO I GENITORI - UN MINUTO DI SILENZIO IN TUTTE LE SCUOLE DI FRANCIA PER RICORDARE JEAN WILOT, 57 ANNI, CHE SI È TOLTO LA VITA DOPO LA DENUNCIA DI UNA MADRE PER AVER SPOSTATO DI FORZA UN ALLIEVO CHE STAVA INFASTIDENDO ALTRI BAMBINI E RISPONDENDO MALE ALL'INSEGNANTE. DOPO LA DENUNCIA RICEVE CHIAMATE INTIMIDATORIE E INSULTANTI DAI GENITORI, E LUI LA MATTINA DOPO…


     
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    Stefano Montefiori per il ''Corriere della Sera''

     

    Un minuto di silenzio ieri mattina alle 10, nelle scuole di Francia, alla memoria di un maestro che ha provato a farsi rispettare. Jean Willot, 57 anni, insegnava alle elementari Flammarion di Eaubonne, un comune a un’ora di treno a nord-ovest di Parigi. Secondo i colleghi era un insegnante esperto, calmo, più portato alla dolcezza che alla severità.

    un minuto di silenzio per jean willot un minuto di silenzio per jean willot

     

    Martedì 12 marzo alla fine della ricreazione il maestro chiede a uno dei suoi allievi, 6 anni, di spostarsi perché è seduto sui gradini e i compagni non riescono a passare. L’alunno non si muove, risponde male al maestro e infastidisce gli altri bambini. Dopo molti tentativi, Willot lo prende per un braccio e lo sposta, il bambino struscia con la schiena sulle scale, si fa un graffio.

     

    L’indomani, la madre dell’allievo va in commissariato e presenta denuncia per «violenze aggravate su minore». Giovedì 13 marzo la direzione della scuola informa il maestro della denuncia, e gli trasmette la convocazione per il giorno successivo al rettorato, dove dovrà spiegarsi. La sera stessa, alcuni genitori lo chiamano sul telefonino e lo insultano.

     

    La mattina di venerdì 14 marzo il maestro Jean Willot accompagna la moglie in stazione e poi le dice che ha bisogno di prendere aria, «vado a correre nel bosco». Intorno alle 16, dopo ore di ricerche di polizia, gendarmi e cani, lo ritrovano impiccato a un albero della foresta di Montmorency. Lascia una lettera nella quale spiega di non avere fatto niente di male e non sopporta di doversi difendere da accuse assurde.

    suicidio di jean willot suicidio di jean willot

     

    La mattina del lunedì per la prima volta dopo tanti anni Jean Willot non è a scuola, in compenso si presentano i funzionari del ministero dell’Istruzione e dirigenti scolastici che pregano gli altri insegnanti sotto choc di mantenere la calma, «garantire il servizio pubblico», e ignorare la madre e il bambino che è stato accompagnato normalmente in classe. La consegna è fare più o meno come se non fosse successo niente, e individuare solo tre insegnanti che possano partecipare, a nome di tutti gli altri, ai funerali del maestro, tre giorni dopo. Le lezioni devono continuare.

     

    suicidio di jean willot suicidio di jean willot

    «È la solita logica del #Pas DeVagues», denunciano i colleghi. Da mesi gli insegnanti francesi protestano perché non si sentono protetti dalle istituzioni, che raccomandano loro di «non fare onde (vagues)», ovvero non alimentare i problemi parlandone troppo.

     

    Il movimento #PasDeVague è cominciato dopo che lo scorso ottobre un 16enne di un liceo di Créteil, alla periferia di Parigi, è stato filmato mentre minacciava la professoressa con una pistola (finta, si è saputo poi) alla tempia e prima di uscire ordinava: «Mettimi presente sul registro». Da allora, come per il movimento #MeToo sulle violenze alle donne, i social media si sono riempiti di denunce di episodi simili e di proteste contro la complicità delle gerarchie scolastiche, che tendono a minimizzare gli incidenti per non alimentare le tensioni.

     

    suicidio di jean willot suicidio di jean willot

    Da un lato ci sono l’autorità e la dedizione degli insegnanti, dall’altro la violenza di alcuni allievi coperti dai genitori, e le istituzioni danno talvolta l’impressione di stare dalla parte sbagliata, per paura e debolezza. La «scuola repubblicana», strumento di ascesa sociale e pari opportunità, è stata a lungo l’orgoglio della Francia, ma oggi è accusata di tradire i valori fondamentali che sarebbe chiamata a trasmettere.

     

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    Jean Willot non era depresso, ripetono parenti e colleghi, ma esasperato e solo. Il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha impiegato oltre 10 giorni per reagire, e lo ha fatto ieri con un tweet di circostanza. Domenica prossima, alle 14, marcia silenziosa di colleghi e concittadini in omaggio al maestro abbandonato.

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