Davide Michielin per “Salute - la Repubblica”
Non c'è estate senza zanzare. Se l'insolito rigore primaverile ci aveva illuso per oltre un mese che, con la bella stagione, pranzi e cene all' aperto sarebbero state a prova di puntura, la comparsa del familiare ronzio ci ha infine riportato alla realtà. Tanto di notte quanto di giorno le zanzare ci accompagneranno per il resto dell' estate. Nella quasi totalità dei casi, non resta che armarsi di pazienza per i fastidiosi ma innocui pomfi, ricorrendo a repellenti, zanzariere e aria condizionata per difendersi.
zanzara
Tuttavia, i focolai di malattie virali trasmesse da insetti delle ultime estati impongono prudenza. Con la globalizzazione e il cambiamento climatico, negli anni sono giunte nel nostro paese specie esotiche che gradualmente vanno diffondendosi e ingrossando le file delle oltre sessanta specie già presenti.
Se la cosiddetta zanzara tigre (Aedes albopictus), giunta trent'anni fa tramite il commercio di pneumatici rimane forse la più nota, di recente di recente sono sbarcate diverse zanzare, ultime delle quali quella coreana (Aedes koreicus) e quella giapponese (Aedes japonicus). Sebbene il vettore prediletto di alcune tra le virosi più frequenti sia una specie tropicale ancora assente nel nostro paese (Aedes aegypti), i virus che abitualmente la infettano possono mutare. E sviluppare la capacità di adattarsi a nuovi untori: anche se con un'efficienza ridotta, tanto la zanzara comune (Culex sp.) quanto la zanzara tigre possono trasmettere infezioni anche gravi.
Sono almeno dieci anni che la febbre del Nilo occidentale, la cosiddetta West Nile, è divenuta endemica nel Nord Italia, e in particolare in Emilia- Romagna e Veneto. Trasportato dagli uccelli migratori, che ne rappresentano il serbatoio naturale, nel nostro paese il virus è trasmesso dalla zanzara comune.
zanzara caviglia
«Quella del 2018 è stata un' epidemia importante, con diverse centinaia di casi confermati. Tuttavia, le persone infettate potrebbero essere state ben di più perché l' infezione è spesso asintomatica» spiega Zeno Bisoffi, infettivologo dell' Irccs Sacro Cuore di Negrar. In circa un quinto dei casi il virus provoca febbre, con sintomi simili a quelli influenzali che tuttavia scompaiono dopo pochi giorni.
«Così non è per la forma neuroinvasiva dell' infezione che colpisce una persona ogni 200. Le conseguenze possono essere fatali, soprattutto per anziani e persone che hanno già altre malattie» prosegue Bisoffi. La sorveglianza del virus è complessa e articolata: entomologi, infettivologi e veterinari lavorano gomito a gomito per individuare tempestivamente i possibili focolai e prevenire il rischio di trasmissione.
punture di zanzara caviglia
Facendo un passo indietro, l'estate del 2017 era stata caratterizzata da un' epidemia di chikungunya che aveva coinvolto quasi cinquecento persone in Calabria e nel Lazio. «La prima epidemia autoctona risale al 2007 in Romagna. Nel decennio successivo c' è stato solo qualche caso isolato, perlopiù viaggiatori di ritorno da paesi tropicali che erano stati punti da zanzare infette» ricorda la biologa Giulietta Venturi del laboratorio per la diagnosi e la sorveglianza delle arbovirosi dell' Istituto Superiore di Sanità.
«L'infezione è caratterizzata da febbre, eruzioni cutanee e soprattutto dolori e gonfiori articolari anche molto invalidanti. Di solito spariscono in pochi giorni ma in alcuni casi possono trascinarsi per anni» riprende Venturi. A differenza del virus della West Nile che nel nostro organismo difficilmente raggiunge una carica elevata, quello della chikungunya può diffondersi, di puntura in puntura, da una persona all' altra. Ma non solo: sebbene la trasmissione avvenga principalmente tramite gli insetti, entrambi i virus non disdegnano altre vie come le trasfusioni di sangue e di emoderivati.
punture di zanzara caviglia 2
Un capitolo a parte riguarda dengue e zika, potenzialmente trasmesse dalla zanzara tigre. Nel nostro paese, le segnalazioni hanno finora riguardato solamente viaggiatori di ritorno da mete turistiche tropicali: tra il 2015 e il 2018 sono state 131 le persone infettate da zika, mentre i casi di dengue ben 415. Nota come "febbre spaccaossa" per gli intensi dolori ossei e muscolari che può provocare quando è sintomatica, la dengue è causata da quattro varianti dello stesso virus, detti sierotipi.
«La prima infezione non è quasi mai complicata. Tuttavia, la successiva infezione con un sierotipo differente può scatenare reazioni immunitarie tali da provocare emorragie» riprende Bisoffi. A differenza delle altre virosi, raramente zika è accompagnata dalla febbre. Anzi, nella maggioranza dei casi è del tutto priva di sintomi. Nelle donne in gravidanza le conseguenze possono essere però temibili, favorendo l'insorgenza di malformazioni nel feto. Certo, la diffusione sul territorio nazionale di queste ultime due malattie preoccupa più in prospettiva che allo stato attuale. Ma come insegna la West Nile, non è proprio il caso di abbassare la guardia.
zanzara
«L'abbondanza delle zanzare dipende da numerosi fattori ambientali e può variare molto da un anno all' altro oltre che da un luogo all' altro. Anche nelle estati a loro meno favorevoli, in alcuni siti possono raggiungere densità importanti» ricorda Marco Pombi, entomologo de La Sapienza. Ecco perché, in aggiunta ai programmi di disinfestazione periodici, organizzati dalle amministrazioni locali, la prevenzione passa anche per le piccole attenzioni individuali. Gesti minimi che fanno la differenza, come svuotare sottovasi e altri depositi di acqua stagnante dove proliferano le loro larve.
ZANZARA CULEX