Sparatoria nella sala da concerto Crocus City Hall a Mosca. Uno sconosciuto ha aperto il fuoco con una mitragliatrice prima dell’inizio del concerto del gruppo Picnic al Crocus City Hall di Mosca pic.twitter.com/axJD5YaZZg
— jacopo iacoboni (@jacopo_iacoboni) March 22, 2024
Fabrizio Dragosei per Corriere.it
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Mancavano pochi minuti all’inizio della loro esibizione nel grande teatro del centro commerciale Crocus. Fondato quarantasei anni fa, il gruppo rock dei Picnic è ancora popolarissimo in Russia: per il concerto, i 6.200 biglietti per i posti della Crocus Music Hall erano stati tutti venduti e quando gli attentatori hanno iniziato a sparare sulla folla un buon 70 per cento del pubblico era già seduto.
Da anni i Picnic rifiutano di immischiarsi nelle vicende politiche che coinvolgono la loro patria e l’Ucraina. Hanno suonato in Crimea e questo li ha fatti finire nella lista nera di Kiev: non possono più recarsi nel Paese in guerra. Ma loro non sposano la causa di Putin. «Ce ne fottiamo delle sanzioni», dice Edmund Shklyarsky, nella band quasi dall’inizio. «La politica va e viene, ma la vita resta. Nessuno oggi si ricorda chi era ministro venti o trenta anni fa, ma i Picnic saranno sempre ricordati».
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E ancora: «Da quando è nata la nostra band, sono cambiati sette leader al Cremlino, Segretari Generali e Presidenti; abbiamo iniziato con Breznev». All’epoca dell’Urss, i Picnic erano all’indice, come gruppo vietato. «Non mi risulta che quell’elenco sia stato mai annullato; quindi, possiamo dire che siamo qui ancora illegalmente».
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