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    ‘SIAMO CRESCIUTI A PANE E FRIZZI’ - FOLLA ALLA CAMERA ARDENTE ALLA RAI, LA GENTE IN CODA: "ERA UNO DI CASA PER TUTTI NOI" – DA FIORELLO A INSINNA, L’ADDIO DEL MONDO DELLO SPETTACOLO – GIANNI LETTA: "ERA QUALCOSA DI PIU’ DI UN PRESENTATORE… - BRUNO VESPA: "INDIMENTICABILE" – MONTEZEMOLO RICORDA L’IMPEGNO PER TELETHON E IL TIFO PER LA FERRARI


     
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    Da www.ilmattino.it

     

    Una lunga fila di persone in coda davanti alla Rai di viale Mazzini per partecipare alla camera ardente di Fabrizio Frizzi, il celebre conduttore televisivo morto ieri a 60 anni a Roma.

     

    Non solo personaggi del mondo dello spettacolo ma anche gente comune, il suo pubblico, che lo ha seguito ed amato in 40 anni di carriera televisiva. «Era una persona semplice - commenta Stefano, tra i primi ad essere arrivato questa mattina - e lo è sempre stato. Ci mancherà la sua semplicità».  «Era uno di casa per tutti noi».

     

    fiorello fiorello

    Diversi volti noti sono giunti alla camera ardente per rendere omaggio all'amico e collega tra cui Giovanni Malagò presidente Coni, Luca Cordero di MontezemoloFlavio Insinna, l'attore Alessandro Haber, il fratello di Fabrizio Frizzi, Fabio, l'attrice Bianca Guaccero, Beppe e Rosario Fiorello. È arrivato anche Bruno Vespa che ha definito Frizzi«indimenticabile», Emilio Carelli, Andy Luotto, Riccardo Rossi,e Stefano D'Orazio dei Pooh.

     

     

    E ancora Cristina Parodi, l'attore Max Giusti che ha detto: «Era una persona altruista, generosa, educata, piena di valori. Fabrizio era esattamente come lo vedevate in video, forse un po’ di più».

    I funerali invece si terranno domani mattina nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.

     

    FABRIZIO FRIZZI FABRIZIO FRIZZI

    «Di solito l'ambizione è quasi sempre negativa, è una ricerca del potere assoluto, invece per Fabrizio si trattava di un'ambizione umana. Era una bella persona, non ho avuto modo di conoscerlo bene, però le poche volte che l'ho incontrato è stato dolce, delicato e altruista», ha detto Alessandro Haber uscendo dalla camera ardente.

     

     

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    Luca Cordero di Montezemolo: «Fabrizio Frizzi ha saputo entrare nelle case degli italiani. Lo devo ringraziare non solo come Telethon, che è la cosa più importante: dieci anni di grande impegno. Lo devo anche ringraziare perché quando c'era una vittoria della Ferrari Fabrizio era sempre il primo a telefonare per fare i complimenti e con un sorriso diceva: 'Avanti, avanti così!'. Sono vicino con molto affetto a sua moglie che in questo periodo è stata eccezionale e mando un bacino alla figlia Stella».

     

    «Era una persona buona, un uomo perbene, mi dispiace tantissimo. Però lui aveva sempre quel bel sorriso, conserviamoci quello», ha detto Giulio Scarpati.

     

    timperi timperi

    «Scherzavamo sempre, eravamo due goliardi, due universitari che parlavano di tutto, anche di donne». Luca Giurato ricorda con un sorriso il collega Fabrizio Frizzi nella camera ardente in viale Mazzini. «Non c'è mai stato un momento di tristezza tra di noi, nemmeno dopo la malattia. Fabrizio era di una generosità immensa e la sua professionalità non ce l'aveva nessuno. Lui studiava, si impegnava e poi quando si accendeva la lucetta rossa - ricorda- improvvisava e andava in scena se stesso».

     

    Gianni Letta: «Fabrizio era qualcosa più di un presentatore, o di un conduttore televisivo, era diventato amico di tutti gli italiani. La televisione lo aveva portato nelle case degli italiani e lui era stato accolto bene, con gioia. Era considerato un amico, uno di famiglia. Io l'ho conosciuto da ragazzo, a Tandem, ero direttore del Tempo e lui mi guardava con rispetto, forse esagerato.

     

    E questo diceva già qual era il suo carattere e come intendeva la televisione, non una televisione sguaiata, ma una televisione composta e curata, educata , divertente educativa e sorridente ma che faceva anche riflettere. L'ho visto crescere da Tandem e alle tante trasmissioni che poi ha fatto, l'ho sempre seguito con amicizia e con affetto. Oggi quindi mi fa piacere dare pubblica testimonianza del dolore che è anche mio è quello di tanti Italiani». 

     

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    Vincenzo Pellegrini, 48 anni, è stato il primo ad arrivare questa mattina alle 6 con in mano una grande foto che lo ritrae, bambino, accanto a un giovanissimo Frizzi: «Era il 1983 - ricorda  - e Fabrizio era all'inizio della sua carriera. In questa occasione stava premiando noi ragazzini al termine di una manifestazione sportiva svoltasi al San Giuseppe Calasanzio, la stessa scuola che lui aveva frequentato». Nella foto, Frizzi con i suoi tanti capelli ricci di ragazzo, firmava autografi appoggiandosi a un'autoradio. «Sono cresciuto a pane e Frizzi, tra 'Il barattolò e 'Tandem' e non l'ho mai considerato un personaggio famoso, era uno di noi. Ho iniziato a seguirlo che ero bambino e ho finito oggi che sono un uomo».

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