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    “SIAMO FURIOSI, È UNA PRESA IN GIRO” - I GESTORI DEGLI IMPIANTI SCIISTICI SI INCAZZANO PER LA DECISIONE DI SPERANZA DI RINVIARE LA RIAPERTURA: “È UNA VERGOGNA, CI DICONO ALLE 8 DI SERA CHE TRA 12 ORE NON APRIREMO” - “RISPETTO AI PRIMI DUE RINVII LA DECISIONE È UN DANNO DOPPIO. CON LA CERTEZZA DELLA RIAPERTURA AVEVAMO GIÀ AFFRONTATO TUTTE LE SPESE NECESSARIE, TRA CUI 900 EURO DI TAMPONI RAPIDI ANTIGENICI…”


     
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    1 – «È UNA VERGOGNA NOI UMILIATI PER LA TERZA VOLTA»

    Massimo Spampani per il “Corriere della Sera”

     

    I gestori degli impianti e gli operatori turistici della montagna sono arrabbiati. Il modo e i tempi di questo ennesimo rinvio dello sci amatoriale non lo digeriscono: «È una vergogna - sbotta a caldo Valeria Ghezzi, presidente dell'Associazione nazionale degli esercenti funiviari (Anef) -, ci dicono alle otto di sera che tra 12 ore non apriremo e il ministro della Salute è sempre lo stesso».

     

    La montagna italiana, abbondantemente innevata, è sotto i riflettori per via dei Campionati del mondo di sci in corso a Cortina. Poter sciare però, per tutti gli altri, resta un miraggio. Ora tutto è spostato al 5 marzo, ma c'è chi teme che quest' inverno molti impianti non apriranno più. «Abbiamo lavorato per una settimana e speso un sacco di soldi - continua Ghezzi -, abbiamo assunto persone e adesso la faccia con loro ce la mettiamo noi.

     

    Siamo furiosi, sembra una presa in giro. L'unica nota positiva è che il settore verrà adeguatamente ristorato. Ce lo aspettiamo. Il governo lo ha scritto nel suo comunicato. Speriamo abbia applicazione immediata».

     

    Ma il punto è anche un altro: «Il rinvio è al 5 marzo - continua -, che senso ha spostare la data di giorno in giorno? A me sembra dura, a questo punto, che si possa sciare quest' inverno». Non è più tenero il sindaco di Sestriere Gianni Poncet. Nella località piemontese si era pronti a ripartire dal 20 febbraio sulle piste della «Via Lattea».

     

    «Resto allibito - dice -, per l'ennesima volta la montagna è penalizzata in modo assurdo rispetto a zone di affollamento quali supermercati, grandi magazzini, metrò». E aggiunge: «Il problema vero è l'inattendibilità di queste persone. Non possono prendere in giro per la terza volta gli albergatori che hanno già acquistato le derrate alimentari e la sera prima vedono andare tutto all'aria. Non è ammissibile, ci vuole correttezza nei confronti di queste persone che sono già in difficoltà, molti di loro non apriranno più».

     

    Anche a Cortina, che pure si è animata per le gare mondiali, ci sono comprensori che soffrono: «Abbiamo speso un sacco di soldi per mettere tutto a posto - sbotta Enrico Ghezze, responsabi-le degli impianti del Faloria -: abbiamo assunto operai per affrontare la stagione, siamo preoccupati. Non si può rinviare di continuo. Il 5 marzo la gente comincia a pensare di andare al mare e lì sono sicuro che sarà tutto a posto». Anche l'Associazio-ne e il Collegio dei maestri di sci si sono detti «esterefatti»: «È un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15 mila famiglie che vivono di questa attività».

     

    2 – «SKIPASS VENDUTI E LEZIONI PRENOTATE ORA CHI CI RESTITUISCE I SOLDI PERSI?»

    Giacomo Cavoli per “il Messaggero”

     

    La tangibile fame di sci che stava vivendo il Terminillo in questi giorni, in una delle annate più copiose dell' ultimo decennio sotto il profilo delle precipitazioni, si tastava già da quando, a partire da giovedì scorso e fino al tardo pomeriggio di ieri, telefoni e casella di posta elettronica della Scuola Sci Terminillo sono stati inondanti da decine e decine di telefonate ed e-mail per prenotare lezioni di sci e snowboard, confidando nella riapertura degli impianti prevista per oggi.

     

    IL DIETROFRONT

    E invece, nel tardo pomeriggio di ieri, è arrivata la doccia fredda del provvedimento firmato dal ministro della Salute Roberto Speranza dopo che, già dal mattino, prima il parere fortemente negativo del Cts e poi del consigliere Walter Ricciardi stavano facendo tremare gli operatori del Terminillo.

     

    Con il Lazio che corre il rischio di finire nuovamente in zona arancione, per gli operatori della montagna l' auspicio fino a ieri sera era quello di riuscire a recuperare almeno poche giornate di lavoro fino al successivo cambio di colore, mentre ora al Terminillo bisognerà attendere fino al 5 marzo per provare ad inforcare di nuovo gli sci. Sempre che la neve ci sia ancora, considerato l' avvicinarsi della primavera.

     

    LA COLLERA

    Alla notizia della firma del provvedimento, Terminillo prende letteralmente fuoco: «Non riesco a capire il comportamento del governo sbotta il gestore degli impianti da sci della società Funivie del Terminillo, Flavio Formichetti Fino a ieri ci avevano garantito che si sarebbe riaperto e infatti nel frattempo avevamo venduto molti skipass giornalieri.

     

    Credono che mandare avanti la gestione degli impianti sia un gioco come attivare un interruttore, acceso o spento. Stiamo tutti sostenendo delle spese nella speranza di poter riprendere almeno quello che esce dal portafoglio, ma niente: credo che ci manderanno falliti, considerando i soli duemila euro di ristoro che ho ricevuto da quando è iniziata l' emergenza sanitaria. Cosa farò adesso? Posso soltanto provare ad aspettare il 5 marzo e, se ci sarà la possibilità, tentare di recuperare quel minimo di spese che sarà possibile, rispetto a tutti i costi che siamo costretti a sostenere».

     

    In fumo, vanno anche le decine di lezioni di sci prenotate in pochissimi giorni.

    «Rispetto ai primi due rinvii (quelli del 7 e del 18 gennaio, ndr), adesso la decisione assunta dal ministro Speranza rappresenta un danno doppio per i maestri di sci, perché con la certezza della riapertura avevamo già affrontato tutte le spese necessarie, tra cui 900 euro di tamponi rapidi antigenici ai nostri maestri spiega il direttore della Scuola sci Terminillo, Simone Munalli Non si rendono conto del danno che creano alle categorie: qui al Terminillo gli alberghi erano già pieni e ora la scuola sarà costretta a dover restituire i soldi a coloro che avevano già prenotato le lezioni di sci, fra i quali tantissimi romani che non erano mai venuti al Terminillo o che non tornavano da anni.

     

    Sappiamo già che da domani mattina (oggi, ndr) sarà un via vai di rimborsi e che, attraverso le transazioni online, perderemo anche parte dei soldi. Dal nuovo governo speravamo in un cambio di passo: non meritiamo di essere gestiti da una tale classe politica. Qui si manda in fumo un' intera stazione sciistica».

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