Estratto dell’articolo di Francesco Maria Del Vigo per il Giornale
ELLY SCHLEIN
L’imprevista vittoria di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico, in un colpo solo demolisce due luoghi comuni alimentati dalla sinistra stessa. Notate bene: sono due veri e propri pilastri delle prefiche progressiste e, ancor di più, di chi ama lamentarsi a tutti i costi dell’arretratezza del nostro Stivale, così giusto per spargere un po’ di fango in giro per il mondo.
Partiamo dal primo mito da sfatare: «L’Italia non è un Paese per donne».
Quante volte lo avete sentito ripetere? Proviamo a immaginare: a bizzeffe. Dunque, sicuramente in molte realtà sociali e lavorative il cammino per la parità di genere è ancora lungo, ma la politica, da questo punto di vista, ha dimostrato che c’è spazio per tutte e ha dato il buon esempio. L’Italia è l’unico paese europeo che ha una donna premier e un’altra a capo del primo partito di opposizione.
MELONI SCHLEIN 1
Alla faccia delle deliranti accuse di machismo e patriarcato che le varie Boldrini (nella foto) e Murgia hanno sparpagliato per anni su libri, giornali e televisioni. L’Italia retriva, che ha bisogno del razzismo al rovescio delle quote rosa per garantire alle donne un accesso alla carriera non esiste più. È un racconto sopravvissuto solo nella narrazione distorta delle ultra femministe e che ora stenta a rimanere in piedi.
michela murgia
Un tabù, quello della partecipazione femminile, che specialmente in politica è stato infranto dal centrodestra, non solo in Italia ma anche in Europa, due nomi su tutti: la presidente della Commsione europea Ursula von der Leyen e quella Parlamento europeo Roberta Metsola. Il secondo caposaldo che crolla è quello dell’«Italia paese per vecchi». Altra ossessione ampiamente diffusa nell’aera progressista.
SCHLEIN MELONI elly schlein laura boldrini boldrini suocera soumahoro
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