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    “SIAMO LA NAZIONE DOVE TUTTO È DOVUTO” – CAZZULLO TORNA SULLA POLEMICA PER LA RESIDENZA FISCALE DI SINNER A MONTECARLO: “QUASI TUTTI I NUMEROSI GIORNALISTI INTERVENUTI SUL TEMA MI HANNO ATTACCATO. ‘LE TASSE SONO UN’ESTORSIONE’. NO, LE ESTORSIONI LE FANNO I MALAVITOSI. ‘LE TASSE SONO TROPPO ALTE’; CERTO, MA LO SONO ANCHE PERCHÉ IN TROPPI NON LE PAGANO. IN QUESTO PAESE È TUTTO DOVUTO. MA I SOLDI PER OSPEDALI, SCUOLE E STRADE DA DOVE ARRIVANO? DAL CIELO?”


     
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    Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”

     

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    Caro Aldo, concordo con quanto lei ha espresso sul caso Sinner. È anche la mia convinzione; purtroppo assai poco condivisa nella nostra nazione dove tutto è dovuto.

    Roberto Barilaro

     

    Risposta di Aldo Cazzullo:

     

    Caro Roberto, ringrazio le migliaia di lettori che in questi giorni mi hanno scritto per sostenermi o criticarmi. A naso vi siete schierati metà a metà, segno che la causa non è così impopolare come pensano i colleghi: quasi tutti i numerosi giornalisti intervenuti sul tema mi hanno attaccato. «Le tasse sono un’estorsione». No, le estorsioni le fanno i malavitosi. «Le tasse sono troppo alte»; certo, ma lo sono anche perché in troppi non le pagano. «Le tasse sono da comunisti» scrivono da destra.

     

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    Ma un’editorialista di un giornale di centrosinistra accosta Sinner a «tanti altri ragazzi italiani che vanno all’estero per lavorare»; come se un diciannovenne che va nel principato di Monaco (non a pagare le tasse nel principato; nel principato le tasse sul reddito non esistono) con un contratto Nike da 150 milioni di euro è come un diciannovenne che va a lavare i bicchieri in un pub di Londra a 1.200 sterline al mese. Ringrazio in ogni caso tutti. Ma in particolare lei, gentile signor Barilaro, per aver trovato la formula perfetta: «La nazione dove tutto è dovuto».

     

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    Immaginate un politico italiano, uno qualsiasi, che in un comizio — non necessariamente in uno dei quartieri dove metà degli abitanti ha chiesto il reddito di cittadinanza — citasse Kennedy: «Ask not what your country can do for you, ask what you can do for your country»; non chiederti quel che il tuo Paese può fare per te, chiediti quel che tu puoi fare per il tuo Paese. Sarebbe inseguito da una massa vociante che nei vari dialetti gli urlerebbe: «Dacci i soldi!».

     

    Ce lo siamo già detti: quasi 20 milioni di italiani non fanno neanche la denuncia dei redditi (e non abbiamo 20 milioni di bambini), quasi 8 milioni non pagano neppure un euro; per metà degli italiani il fisco non esiste. L’Irpef è pagato per il 55% dai lavoratori dipendenti e per il 30% dai pensionati. Questo spiega perché la questione fiscale è sentita da pochi.

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    Eppure non sono pochi ad aver bisogno degli ospedali, delle scuole, dei carabinieri, delle strade statali. Chi le paga? Certo, è tutto dovuto. Ma i soldi da dove arrivano? Dal cielo? Dall’Europa, da cui peraltro qualcuno vorrebbe uscire per finire come l’Argentina di Milei? Ogni Paese ha la sanità, la scuola, la sicurezza, la viabilità che riesce a finanziare. Infatti siamo messi così; e di questo passo non saremo messi meglio.

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