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    “SIAMO TORNATI AL 10 SETTEMBRE 2001” - L’AMBASCIATORE STEFANO STEFANINI: “SI POTRÀ DISCUTERE A LUNGO DEGLI ERRORI FATTI IN AFGHANISTAN, DALLA NATO, DALL'OCCIDENTE E DALL'INTERA COMUNITÀ INTERNAZIONALE. CI SONO STATI. MA, L'INTERVENTO ERA UTILE E NECESSARIO" - “SI DIRÀ CHE IL MASSACRO DELL'AEROPORTO DI KABUL NON SIGNIFICA CHE IL TERRORISMO ISIS-K INSEGUIRÀ IL NEMICO OCCIDENTALE CHE FUGGE. MA RESTA IL FATTO CHE IN AFGHANISTAN IL TERRORISMO HA DI NUOVO DIRITTO DI CITTADINANZA…”


     
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    Stefano Stefanini per “La Stampa”

     

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    Le autobombe contro la folla disperatamente assiepata intorno all'aeroporto di Kabul non sono solo un atto di crudeltà inaudita cui Al Qaeda, Isis e affiliati vari ci hanno tristemente abituati.

     

    Sono un pesantissimo gesto politico che porta le lancette dell'orologio indietro di vent' anni. Spazzano via il presupposto della decisione americana di lasciare l'Afghanistan: la sconfitta e lo sradicamento del terrorismo. E anche ieri gli americani hanno pagato un alto prezzo in vite umane.

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    Vent' anni dopo l'11 settembre dell'attacco di Al Qaeda all'America il terrore torna di casa in Afghanistan. Mentre Usa e Occidente si ritirano dall'Afghanistan. Siamo di colpo tornati al 10 settembre, dopo aver combattuto il terrorismo per vent' anni con sacrifici enormi, ma anche con successi notevoli di coraggio, tenuta e perseveranza.

     

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    Abbiamo vissuti per vent' anni nello spirito del 12 settembre quando fummo "tutti americani, madrileni, londinesi, balinesi, parigini". Rispondemmo agli attentati stringendo ogni volta le fila e con interventi militari strategici: in Afghanistan contro Al Qaeda - e il regime che proteggeva Bin Laden - e in Mesopotamia contro lo Stato Islamico, nonché con altri, mirati, di più modesta portata, dovunque l'idra terrorista minacciava di piantare radici. Abbiamo dimenticato che le bandiere dello Stato Islamico sventolarono brevemente in Libia, sulle coste del "Mar Nostrum"?

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    Furono i cacciabombardieri americani a far piazza pulita dell'incipiente filiale balneare di Isis. Le azioni militari rispondevano ad una strategia politica: negare al terrorismo una base territoriale, connivenze statuali e, nel caso estremo del "Califfato" Daesh a cavallo di Iraq e Siria, qualsiasi parvenza di statualità.

    OSAMA BIN LADEN OSAMA BIN LADEN

     

    Questa strategia, costosa, impegnativa, rischiosa, ha funzionato. Dopo che Al Qaeda è stato cacciato dall'Afghanistan gli attentati sono progressivamente ma drasticamente diminuiti fino a quasi azzerarsi già prima dell'eliminazione di Osama Bin Laden.

     

    11 SETTEMBRE 2001 11 SETTEMBRE 2001

    La mano è passata all'Isis che ha preso per bersaglio l'Europa, attingendovi a mani piene per propaganda e reclutamenti. Idem la coalizione internazionale, con tiepida partecipazione italiana, ha pazientemente demolito il Califfato di Raqqa - di fatto anche con la collaborazione russa. Venuta meno la base territoriale è venuto meno il cordone ombelicale con le cellule europee. Tranne qualche inevitabile cane sciolto, gli attacchi sul suolo europeo sono spariti.

     

    attentato suicida all aeroporto di kabul 1 attentato suicida all aeroporto di kabul 1

    Questi enormi, faticosi, progressi sono ora messi a rischio dall'incondizionato ritiro dall'Afghanistan. No, la presenza militare statunitense e Nato in Afghanistan non è stata una guerra d'occupazione. E' stato un tentativo di stabilizzare il paese dopo l'intervento, necessario, contro Al Qaeda e un governo talebano - non riconosciuto internazionalmente e che se ne era reso complice. Si potrà discutere a lungo degli errori fatti in Afghanistan, dalla Nato, dall'Occidente e dall'intera comunità internazionale. Ci sono stati.

     

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    Ma nello spirito del 12 settembre, l'intervento Usa e poi Usa e Nato in Afghanistan era utile e necessario. Tant' è che ebbe l'appoggio politico e logistico della Russia.

     

    joe biden piange dopo l attentato all aeroporto di kabul joe biden piange dopo l attentato all aeroporto di kabul

    Si dirà che il massacro dell'aeroporto di Kabul non significa che il terrorismo Isis-K inseguirà il nemico occidentale che fugge. Che ci lascerà in pace a casa nostra - anche se tutti i precedenti dimostrano il contrario. Che si oppone ai Talebani - le lotte di potere si fanno anche all'interno del campo jihadista. Che era un attentato annunciato - tutte le intelligence che avevano raccomandato ai propri cittadini di non andare all'aeroporto, senza però trattenere le migliaia di disperati in fuga da Kabul. Tutto vero forse ma resta il fatto che in Afghanistan il terrorismo ha di nuovo diritto di cittadinanza. Come lo aveva il 10 settembre 2001.

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