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    SIETE SICURI CHE IN GRECIA ABBIANO VINTO GLI EUROPEISTI? - ATENE NON PUO’ SEPARARSI DALL’UE VISTO CHE E’ UN PAESE SUSSIDIATO: INCASSA 4 MILIARDI IN PIÙ DI QUANTO VERSA - LE OPERAZIONI DI PRESUNTO SALVATAGGIO SUCCEDUTESI DAL 2011 AL 2015 HANNO STRETTO IL CAPPIO INTORNO AL COLLO DEL POPOLO GRECO - I NUOVI DEBITI ACCESI SONO DISCIPLINATI IN LEGGE ESTERA, QUINDI IN CASO DI GREXIT…


     
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    Fabio Dragoni per “la Verità”

     

    elezioni in grecia elezioni in grecia

    Nelle elezioni di domenica 7 luglio Nea demokratia - iscritta al Partito popolare europeo - ha raggiunto la maggioranza assoluta nel parlamento greco. Una forza europeista di centrodestra che succede all' altrettanto europeista sinistra di Alexis Tsipras. La propaganda mainstream intona la solita litania. Il progetto europeo vive e lotta insieme a noi (anzi insieme a loro) come prima e più di prima con buona pace dei sovranisti di casa nostra.

    elezioni in grecia alexis tsipras elezioni in grecia alexis tsipras

     

    È certamente incontestabile che gli euroscettici abbiano un peso limitato alla decina di deputati conservatori di Soluzione greca; decisamente poco per un Paese fiaccato e distrutto prima dalla crisi e poi dalle torture inflitte da Commissione Ue, Bce e Fmi (la cosiddetta Troika) a suon di austerità. Ma un' analisi dei numeri meno superficiale cosa realmente dice in proposto?

     

    Prima di tutto che la Grecia è sussidiata dall'Unione europea, al contrario dell'Italia che invece è un contributore netto. Nel 2017 Atene ha ricevuto quasi quattro miliardi di euro in più rispetto a quanto versato a Bruxelles. Sono il 2% del loro Pil. Che è un po' come se l'Italia ricevesse ogni anno quasi 36 miliardi in più di quanto versato all'Ue. Una cifra enorme che unita ai soldi invece sborsati farebbe lievitare l'incasso a quasi 40 miliardi. L'importo della manovra correttiva stupidamente messo sul tavolo a ogni piè sospinto da qualche presunto espertone.

    GRECIA - POVERTA AD ATENE GRECIA - POVERTA AD ATENE

     

    Esistono quindi alcuni motivi - comprensibili ancorché non validi - tali da spingere Atene a non separarsi dagli aguzzini di Bruxelles che hanno in contropartita imposto manovre lacrime e sangue al popolo greco. Se nel 2009 Atene aveva un disavanzo primario di quasi il 10% del Pil, oggi ha un surplus di oltre il 4%. Una mostruosa correzione del 14% in termini di maggiori imposte e/o minore spesa pubblica.

     

    Come se l' Italia avesse ridotto - ad esempio - la spesa pubblica di 230-250 miliardi. In pratica oltre il doppio del fondo sanitario nazionale. Oppure come se avesse raddoppiato tutte le aliquote Iva. Quanto basta per distruggere l'economia di un Paese, cosa che effettivamente è avvenuta in Grecia.

     

    graffito ad atene graffito ad atene

    A questi numeri si aggiunga che per la Grecia gli incentivi dall'uscita dall'euro sono veramente limitati. Le operazioni di presunto salvataggio succedutesi dal 2011 al 2015 hanno infatti stretto il cappio intorno al collo del popolo greco. Premettiamo che le istituzioni internazionali corse in soccorso di Atene hanno prestato soldi perché quest'ultima potesse rimborsare in anticipo i titoli di Stato che impiombavano i portafogli delle banche francesi e tedesche. Il tutto mediante l' istituzione fra tanti organismi anche del Mes. Fondi salva Stati europei cui l' Italia ha complessivamente conferito 60 miliardi. E già dovremmo chiamare questi fondi con il meno professionale «Fondi salva loro» (sottinteso banche francesi e tedesche). Con in più un non secondario effetto tossico.

    crolla il partenone di euro crolla il partenone di euro

     

    Mentre i titoli di Stato estinti anticipatamente erano disciplinati dalla legge ellenica (e quindi in caso di uscita dall'euro sarebbero stati ridenominati in dracme che Atene avrebbe potuto emettere ad libitum, addebitando la svalutazione sul conto dei creditori), i nuovi debiti accesi dalla Grecia in queste operazioni di salvataggio - come documentato in uno studio dell' economista Marcello Minenna - sono invece disciplinati in legge estera.

    Quindi in caso di Grexit, Atene dovrà comunque rimborsare euro che non potrà ovviamente stampare come del resto già accade oggi. Proprio un bel salvataggio, non c' è che dire.

     

    crisi euro su murale crisi euro su murale

    E comunque rimane un fatto ineludibile e incontestabile. Solo una volta il popolo greco è stato chiamato a esprimersi sull' Europa mentre le banche erano chiuse e i bancomat a secco, essendosi la Bce rifiutata di estendere le linee di credito di emergenza alle banche elleniche, scatenando il panico fra i risparmiatori. Era il referendum del 2015 e, nonostante tutto, la risposta fu un sonoro e rotondo no all'Europa. Tsipras decise bellamente di infischiarsene. Cosa che ora il popolo greco ha invece fatto nei suoi confronti.

    PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY GRECIA - BANCOMAT CHIUSI GRECIA - BANCOMAT CHIUSI BANCOMAT GRECIA BANCOMAT GRECIA BANCOMAT GRECIA BANCOMAT GRECIA cartellone greco cartellone greco

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