Estratto dell'articolo di Francesca Del Boca per www.fanpage.it
stefano iannone
Mollare tutto e aprire un chiringuito in spiaggia? Tutti lo dicono, pochi lo fanno. Tra di loro c'è sicuramente Antonio Iannone, comasco di Albiolo passato dall'impiego come manager in una ditta farmaceutica svizzera a barista di un food truck sotto il sole dei Caraibi. "Ma dopo due anni sono tornato a Milano. Dietro la facciata turistica, fatta di mare e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa".
È il racconto che l'imprenditore lombardo affida a Il Milanese Imbruttito, dopo due anni di vita sull'isola caraibica. Tutto inizia nel 2015, quando Antonio decide di cambiare vita: la routine in ufficio è diventata ormai una gabbia. "Stabile ma terribilmente monotona e abitudinaria, per quanto appagante dal punto di vista economico", spiega. "Sveglia, corsa, doccia, 90 minuti di auto, ufficio, pausa pranzo, ufficio, 90 minuti di macchina, cena, film, letto. Lavoravo per avere una casa sempre più grande, una macchina sempre più potente, un orologio sempre più costoso. In breve, mi stavo lentamente spegnendo".
stefano iannone isola di aruba
È a quel punto che Antonio, da sempre appassionato di cucina e gastronomia, mette in atto un progetto a lungo accarezzato: aprire un food truck di prelibatezze italiane sul lungomare di Aruba, dicendo addio allo stipendio d'oro della ditta farmaceutica in Svizzera e trascorrendo le giornate tra lasagne, parmigiana, panini con salsiccia e porchetta da offrire a turisti e abitanti del paradiso caraibico.
Pochi mesi dopo, così, prende moglie e figlia e si trasferisce oltreoceano. Ma la realtà, spesso, è ben diversa dall'immaginazione. E nel giro di un paio d'anni Antonio e famiglia decidono di fare ritorno a casa, nel Comasco.
stefano iannone con la moglia e la figlia ad aruba
"Dietro la facciata turistica, fatta di spiagge e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa. Diseguaglianza sociale, povertà, nessuna educazione alimentare. C'è da considerare poi che, essendo un'isola, tutto è estremamente caro". [...]