Francesco Bottaccioli per “la Repubblica”
Univ. dell' Aquila e Torino - Soc. It. di Psiconeuroendocrinoimmunologia.
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È noto che la sola terapia farmacologica della depressione dà risultati modesti in termini di guarigione. Accanto alla psicoterapia, che ha significative evidenze, crescono le ricerche sull' efficacia delle terapie mente- corpo. Dal dipartimento di Psichiatria dell' università di New Delhi sono arrivati risultati interessanti sullo yoga tradizionale indiano (o integrale), che comporta non solo l' uso delle posizioni (asana) ma anche quello della respirazione ( pranayama) e della meditazione (dhyana).
Lo studio - durato un anno - ha diviso casualmente 178 persone affette da depressione maggiore, in due gruppi: uno trattato con i farmaci e l' altro, senza farmaci, che ha seguito un percorso yoga. Alla fine dei 12 mesi il 59% di chi aveva praticato yoga è uscito dalla depressione (remissione) a differenza del 33% del gruppo trattato con farmaci. Una differenza significativa, dunque.
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Ma l' aspetto ancora più interessante è che gli psichiatri indiani hanno anche analizzato il genotipo dei partecipanti, andando a cercare quelle modificazioni genetiche che si pensa favoriscano l' insorgenza della depressione. In particolare hanno cercato due tipi di varianti geniche: una riferita al "trasportatore" della serotonina e l' altra a un enzima che regola il ciclo dell' acido folico.
La prima si presenta in tre forme, identificate rispetto alla lunghezza di una porzione del gene ( il promotore): una lunga ( LL), una corta ( SS) e una intermedia ( LS). Scoprendo che il 57% dei depressi, con la variante genica SS ( quella a maggior rischio) è guarito, a fronte del 6% di chi era trattato con i farmaci. Risultati analoghi anche rispetto alla variante genica per l' enzima dell' acido folico: è guarito il 54% tra i più a rischio che hanno praticato yoga contro il 19% di chi ha preso farmaci.
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