GIOVANNA FAVRO per lastampa.it
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«E' un peccato che non vogliate riaprire a pranzo in un momento in cui tutti hanno voglia di riaprire e ricominciare, ma considerando che ho saputo che siete due noti culattoni penso che il male maggiore ce l'abbiate in corpo, l'aids, per cui siamo noi clienti ad aver paura a venire da voi». E' la lettera recapitata ieri mattina a Gaetano e Stefano, titolari della pizzeria 150 di via Nizza 29, che i due titolari hanno voluto pubblicare su Facebook.
La lettera anonima è arrivata per posta. I due titolari della pizzeria, commentano su Facebook con un lungo post.
«Useremo un linguaggio esplicito e volgare, ci scusiamo, ma siamo convinti che per comunicare con certe teste, altro non funzioni»
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«Ci siamo sforzati – scrivono i titolari – di trovare un nesso tra la mancata riapertura del negozio a pranzo e la nostra vita privata , dopo qualche ora siamo giunti alla conclusione che probabilmente avresti bisogno di uno psichiatra , fai tesoro dei consigli che ti diamo». «In genere , abituati da sempre a vivere la nostra vita liberi e felici caro il nostro frustrato e probabilmente anche insignificante nella vita , abbiamo serie difficoltà a considerare le tue parole offensive , non ci hai messo neanche la faccia !!!!
Ti nascondi dietro una letterina ina ina , perché mancando di palle , non sei in grado di sostenere ciò che pensi, già questo ci dice abbastanza di te , tra l'altro , mentre noi si vive felici e contenti , tu spendi tempo per metterti li a scrivere a macchina , imbustare , uscire di casa fino alla posta , spendere dei soldi per un francobollo , per cosa poi ?» E aggiungono: «Quando sei circondato da persone che ti vogliono bene, basta fare le domande giuste alle persone giuste e si scoprono molte cose , arrivare a te , caro coglione , sembra più facile del previsto , a presto».
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