Davide Milosa per “il Fatto quotidiano”
guido salvini
Ci sono verbali che vanno ben oltre l' atto giudiziario. Verbali dove domande e risposte tra giudice e indagato restituiscono il senso più nascosto e autentico di una vicenda. Succede qui nelle 42 pagine di interrogatorio di Marco Piovella, detto il Rosso, capo dei Boys dell' Inter, accusato di essere uno degli organizzatori della guerriglia di Santo Stefano tra ultrà nerazzurri e napoletani.
Azione militare programmata, accoltellati e un morto, Dede Belardinelli, capo del gruppo varesino Blood & Honour.
È il pomeriggio del 2 gennaio, settimo piano del tribunale, stanza del giudice Guido Salvini, uno che ne ha viste tante, dal processo per la strage di piazza Fontana alla maxi-inchiesta sul calcioscommesse. Il verbale si apre alle 15,30. Piovella, 34 anni, incensurato, laureato al Politecnico, titolare di uno studio di progettazione illuminotecnica, si accomoda davanti al giudice. I fatti del 26 in via Novara sono appena dietro le spalle, l' opinione pubblica segue le notizie sui quotidiani. Il calcio, si sa, è sport nazionale.
ultrà scontri inter napoli
In carcere oltre a Piovella ci sono altri due ragazzi, un terzo, Luca Da Ros, ha collaborato ed è andato a casa. Da Ros è stato minacciato su Facebook. Gli si dà dell' infame. Le sue parole sono solo una piccola crepa nel muro di omertà della curva Nord. Salvini vuole scardinare il silenzio. Piovella è un "capo".
Per ore e come non mai, due realtà opposte si affrontano.
La regola della giustizia contro la regola dell' ultrà, dove la prima cosa è: non tradire.
"Quello che lei sceglie di dire - inizia il giudice - avrà un' influenza sul suo mondo, perché lei è riconosciuto come una persona autorevole". Le carte sono in tavola. Piovella cosa sceglie? Sta alla regola, non tradisce. Ma alla fine cederà in parte, facendo alcuni nomi rilevanti. "Dede non me lo ridarà indietro nessuno questo fratello maggiore". Il Rosso torna al giorno prima, il 25: "Il Natale l' ho passato a tavola con lui, con i figli a sentire le canzoni di Bob Marley che era il suo cantante preferito nonostante venga descritto di tutt' altre frequentazioni".
MARCO PIOVELLA
Per capire: simpatie neonaziste. Il Rosso non mente, ma non dice tutto. Si attiene alla regola. Ad esempio non dice che il 25 a casa di Belardinelli c' è Alessandro Martinoli, ultrà varesino reo-confesso di aver accoltellato un tifoso napoletano in via Novara. Con loro, spiegherà la moglie di Belardinelli, anche altri tre ultrà dell' Inter. Facile per il giudice dedurre che quell' incontro di Natale "fu propedeutico all' organizzazione dei fatti del giorno seguente". E il giorno dopo? Il Rosso con chi ha parlato? "Le uniche persone che non ho sentito sono quelle dello stadio". Di nuovo il Rosso non dice tutto.
Osserverà Salvini nell' ordinanza di arresto a carico di Alessandro Martinoli e Nino Ciccarelli, capo storico del gruppo Viking: "Tramite l' analisi dei tabulati telefonici si è accertato che nei momenti successivi, Piovella ha parlato con persone legate alla sua area e ha avuto due lunghe conversazioni con una utenza francese in uso a un ultrà del Nizza". Per la cronaca 30 esponenti della curva Populaire sud erano agli scontri.
daniele belardinelli
Salvini sa che il muro è lontano da venir giù. Il giudice però vuole capire. "Non le chiedo di fare i nomi ma raccontare come è nato questo fatto, certamente programmato perché non è che le persone sono andate in via Zoia la sera del 26 perché non sapevano cosa fare". Il Rosso: "Non rispondo" e fa appello "a Dede e al fatto che non sono mai stato in carcere".
Salvini insiste: "Lei non è l' ultimo arrivato, lei può contribuire a invertire la marcia, si tratta di un fatto di consapevolezza, fare in modo che certe cose non si ripetano (). Non penso che allo stadio si vada necessariamente con il giglio in mano, ci saranno sempre gli scontri, ma un conto è lo scontro, un altro queste azioni qua e però il contributo lo deve dare lei". Il Rosso traballa: "Giudice le dico già che ho preso questa decisione, ma lei si metta nei panni (). Magari più avanti". Qualcosa pare scalfito.
Salvini vede il pertugio. "Chi ha portato Dede all' ospedale?
MARCO PIOVELLA DETTO 'IL ROSSO'
A bordo dell' auto c' era un tale Giotto, sa chi è?". Piovella: "Si lo conosco, viene con noi allo stadio, è Andrea Rolla e anche Federico". Salvini: "Chicco Martinello?". Il Rosso: "Lo conosco Federico".
La tensione si alza quando il giudice riporta le minacce a Luca Da Ros. Piovella è arrabbiato con lui? "Io non riesco ad aver rabbia nei suoi confronti". Salvini: "La logica di questi comportamenti è malavitosa".
DANIELE BELARDINELLI
Piovella prova a difendersi, fa appello al suo ruolo di capo delle coreografie. Sa che però ora si parla di morti e feriti. Insomma "esiste un direttivo della curva Nord?". Piovella: "Siamo degli amici, c' è Walter, Mauro, Corrado". Si chiude il verbale. Piovella torna in carcere. Domenica poi in curva Nord, prima di Inter-Bologna, è girata l' ultima fanzine: "Dede fai buon viaggio". E ancora: "Ci sono stati gli arresti (). C' è chi si è ripreso la libertà attraverso accuse pilotate. E questo è un atto che non potrà mai trovare comprensione". Poi i nomi degli arrestati: "Francesco, Simone, Marco, Nino, Alessandro". Non c' è Da Ros. È la regola dell' ultrà. Per Salvini: "Regola di omertà".
DANIELE BELARDINELLI daniele belardinelli Daniele Belardinelli falce scontri inter napoli