Estratto dell’articolo di Ilaria Capua per il “Corriere della Sera”
INFLUENZA AVIARIA
Ormai le brutte notizie, quelle vere, sembrano averci anestetizzati. Siamo reduci dalla pandemia più accelerata della storia, stiamo per compiere un anno di guerra, le catastrofi naturali assumono caratteristiche di devastazione assoluta e tutto ciò spesso a causa dei comportamenti di Homo sapiens che sono concentrati sull’oggi piuttosto che sul domani e men che meno sul dopodomani.
E adesso nell’aria c’è pure dell’altro che preoccupa le autorità sanitarie, e su cui voi vi tappereste le orecchie pur di non sentire più storie di questi virus che fanno lo spillover e rischiano di innescare un’altra pandemia. Ma, ahimè, quello che sta accadendo con l’influenza aviaria, benché sullo sfondo della pila delle brutture di questi anni ’20, è il risultato di 25 anni di incapacità a gestire un problema che affonda le radici nella necessità di allevare sempre più animali a basso costo: a livello mondiale siamo passati dall’allevare ogni anno 13,9 miliardi di polli da carne nel 2000 a 25,8 miliardi nel 2021. Si chiama raddoppio in vent’anni. […]
INFLUENZA AVIARIA
Ma il virus, assolutamente noncurante di ciò che avveniva in Europa, ha continuato la sua corsa nel pollame asiatico e africano saltando fra pollo domestico e uccello selvatico come un acrobata fino ad arrivare a infettare una moltitudine inimmaginabile di uccelli selvatici migratori, che l’hanno a loro volta amplificato e trasportato per restituire a ciò che avviene sulla Terra questo malefico virus.
INFLUENZA AVIARIA
E così abbiamo specie rarissime di uccelli che rischiano l’estinzione, focolai devastanti nel pollame domestico, come i 90 milioni di volatili morti o abbattuti in Usa hanno fatto schizzare i prezzi dei tacchini per la festa del Ringraziamento. Ma la ciliegina sulla torta sta manifestandosi proprio in questi mesi: si sono infettate foche, orsi, volpi e altri mammiferi oltre a una bimba in Ecuador.[..]
ILARIA CAPUA
Posso solo aggiungere che una situazione analoga è successa per il virus della Spagnola. La situazione è molto complessa ci sono mondi economici e dinamiche naturali che si toccano innescando un meccanismo circolare che può prendere il verso di una spirale negativa di implosione oppure può trasformarsi in spirale positiva di riequilibrio sostenibile. Ci sarebbe da scrivere dieci pagine ma io invece credo che la priorità assoluta sia investire urgentemente e massicciamente in vaccini per l’uomo e per gli animali che possano arrestare o addirittura prevenire le conseguenze di questa nuova sciagura. È una corsa contro il tempo e bisogna agire. Adesso.