Donatella Zorzetto per www.lastampa.it
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Vi sentite bene, senza sintomi che facciano lontanamente pensare al Covid. In questi ultimi due anni e mezzo avete avuto parenti e amici contagiati, magari casi anche gravi. E invece voi vi sentite bene. Ma siete proprio sicuri di non aver mai incontrato il Covid sulla vostra strada? Gli esperti, virologi ed epidemiologi, si stanno interrogando sulle due facce del fenomeno: le persone che, test alla mano, Sars-Cov2 effettivamente non l'hanno mai sperimentato, unite a quelle che non hanno avuto sintomi e perciò sono convinte di esserne rimaste fuori. Sbagliandosi.
ASINTOMATICO
Le prove scientifiche
Una quantità crescente di prove scientifiche suggerisce che milioni di persone in tutto il mondo, tra cui centinaia di migliaia di italiani, sono state infettate dal virus senza mai saperlo, proprio perché non avevano sintomi o si trattava di casi lievi, tanto da indurle a pensare a un raffreddore o ad un'allergia. Il risultato? Questi casi silenziosi di Covid riflettono un lato nascosto della pandemia che potrebbe aiutare i ricercatori a guidare nuovi picchi e varianti virali. Come pure quelle persone che sono effettivamente riuscite a evitare del tutto l'infezione. Gli specialisti in malattie infettive affermano che entrambe le categorie - quelli inconsapevolmente infettati dal Covid e le persone che hanno evitato del tutto il virus - hanno un peso importante per la salute pubblica.
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Ecco quanti hanno fatto i conti con il virus
Ma quanti sono, ad oggi, gli uomini, le donne e i bambini colpiti da Sars-Cov2? Al 9 agosto (dati del ministero), erano 585.421.147 i casi di Covid registrati in tutto il mondo e 6.420.315 i decessi. In Italia, il totale delle persone che hanno contratto il virus era di 21.325.402 (36,15%), mentre i deceduti 173.249. Inoltre, nel mondo ad oggi sono state somministrate oltre 12,01 miliardi di dosi di vaccino sono state somministrate nel mondo. Gli Usa, su questo fronte, fanno da esempio. Il coordinatore Covid per la Casa Bianca Ashish Jha, ha affermato che oltre il 70% della popolazione degli Stati Uniti ha avuto il virus, secondo gli ultimi dati del Cdc.
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Dato in aumento rispetto al 33,5% del dicembre scorso
Ma il numero effettivo di persone che negli Stati Uniti è stata infettata si ritiene sia molto più alto se contiamo gli asintomatici non segnalati. Sin da inizio pandemia, i ricercatori hanno cercato di quantificare questi casi nascosti, ma l'entità della cifra è andata via via aumentando. "È sicuramente vero che alcune persone hanno avuto il Covid e non se ne rendono conto - ha sottolineato Stephen Kissler, ricercatore di Malattie infettive alla Harvard T.H. Chan School of Public Health - . È potenzialmente una buona notizia: testimonia che c'è più immunità nella popolazione di quanto ci rendiamo conto".
Gli studi sugli asintomatici
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Nel settembre 2020, uno studio pubblicato negli Annals of Internal Medicine, ha stabilito che "circa il 40-45% delle persone infette da SARS-CoV-2 è asintomatico". Mentre un'analisi di follow-up di 95 studi, pubblicata nel dicembre 2021, ha raggiunto risultati simili, stimando che oltre il 40% delle infezioni da Covid non presentava una sintomatologia.
Per gestire meglio la questione, i funzionari del Cdc hanno lavorato insieme alla Croce Rossa americana e ad altre banche del sangue, tracciando gli anticorpi Covid (proteine che l'organismo produce dopo l'esposizione al virus per combattere un'infezione) nei donatori che hanno dichiarato di non aver mai essere state colpite dal virus.
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Il monitoraggio sui donatori del sangue
I primi risultati del monitoraggio sui donatori di sangue (su 1,4 milioni di donazioni) rivelano che il numero di chi ha anticorpi generati dall'infezione Covid è aumentato nei donatori di sangue dal 3,5% nel luglio 2020 ad almeno il 20,2% nel maggio 2021. Da allora, quelle percentuali sono cresciute vertiginosamente, in parte a causa dell'introduzione di vaccini, che favoriscono la produzione di anticorpi. E i risultati più recenti testimoniano che l'83,3% dei donatori nel sangue ha una combinazione di anticorpi, indotti sia dall'infezione Covid, che dal vaccino.
Quelli che non si infettano
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Poi ci sono quelli che non si infettano. Anche in questo caso i ricercatori hanno avviato studi e monitoraggi. Premesso che alcuni lavori hanno accertato come alla 'protezione immunitarià possano contribuire il profilo genetico di una persona, l'esposizione passata ad altri virus, le allergie e persino farmaci che si assumono per altre patologie, i super immuni al Covid hanno sicuramente una marcia in più. Diverse ricerche recenti hanno suggerito che alcuni tratti genetici e del sistema immunitario possono proteggere meglio questo gruppo di persone dal Coronavirus, rendendole meno propense di altre ad essere infettate o gravemente malate.
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C'è chi resiste a vaiolo ed ebola
"In tutte malattie infettive c'è sempre una quota di persone naturalmente resistenti all'infezione - conferma Fausto Baldanti, che da mesi analizza le varianti Covid nel Laboratorio di Virologia Molecolare del policlinico San Matteo di Pavia -. Chi sono? Molti report riguardano individui che, avendo strettissimi contatti con persone infette, non si infettano a loro volta. Parlo di nuclei familiari in cui uno su tanti viene risparmiato dal virus, nel senso che non ce n'è proprio evidenza, non che si tratti di asintomatici. Quindi per tutte le malattie infettive c'è una quota di resistenti. Anche quelle più terribili non uccidono il 100% delle persone counvolte: il vaiolo, ad esempio, ha una mortalità dell'80%, l'ebola del 90%".
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I fattori naturali che azzerano il contagio
Ma quali sono i meccanismi che danno protezione naturale contro i virus, Covid compreso? "Sono due - risponde Baldanti - la prima è la presenza di un'immunità preesistente, crociata da infezioni similari. Alcune persone, ad esempio, hanno resistito al Covid perché avevano contratto una precedente infezione dovuta ad altri Coronavirus. In pratica, l'aver contratto qualcosa di simile al Covid conferisce una protezione perché ha generato una risposta crociata. Io ne sono l'esempio, perché da un campione di sangue che avevo prelevato tre anni fa e poi conservato, ho scoperto di aver prodotto una risposta immunitaria contro il Covid. In pratica avevo contratto un Beta Coronavirus umano che si chiama HKU1. Si stima che il 25-30% delle persone che non prendono il Covid abbia una risposta T-Cellulare residuale provocata da un'infezione con un virus parente. Dunque questo può proteggere dalla nuova infezione o determinarne di lievi o asintomatiche".
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Super immuni e asintomatici come ci possono aiutare?
La storia medica e la genetica di una persona possono aiutare a stabilire il grado di rischio individuale rispetto a nuove malattie. Significa che "potremmo essere in grado di aiutare a identificare le persone che sono particolarmente ad alto rischio di infezione", sottolinea Kissler. "Questa conoscenza - prosegue l'infettivologo - potrebbe aiutare quelle stesse persone a proteggersi meglio dal contagio e ad ottenere un accesso più rapido al trattamento e ai vaccini. Sono in corso studi al riguardo".
Anche Amesh Adalja, specialista in Malattie infettive al Johns Hopkins Center for Health Security di Baltimora, concorda sul fatto che "la ricerca emergente su persone che hanno evitato l'infezione offra la possibilità di nuove strategie di salute pubblica per combattere il virus".
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Perché è importante per la salute pubblica
Qundi perché è così importante indagare su positivi asintomatici e immuni al Covid? La risposta la danno gli estessi ricercatori: "Le persone - spiegano - hanno maggiori probabilità di cautelarsi se sanno che il numero di contagiati è alto nel luogo in cui vivono e lavorano". E concludono: "Al contrario, se credessero che i positivi al virus residenti nelle loro comunità fossero in numero inferiore rispetto alla realtà, avrebbero meno probabilità di essere vaccinati e protetti. Senza contare che si sentirebbero legittimati a non indossare mascherine al chiuso, a frequentare spazi interni affollati e ad evitare altre precauzioni per difendersi dall'infezione".
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