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    FRANCESCO LOLLOBRIGIDA SAPEVA, QUANDO LO ASSUNSE COME PORTAVOCE, CHE PAOLO SIGNORELLI FU CONDANNATO IN PRIMO GRADO PER LESIONI NEL CASO DELL’ACCOLTELLAMENTO DI UN TIFOSO DELL’OLYMPIAKOS NEL 2007? (LA PRESCRIZIONE È ARRIVATA IL 17 APRILE SCORSO DOPO LA NOMINA A CAPO UFFICIO STAMPA DEL MINISTRO) – LA RICHIESTA DI SIGNORELLI A DIABOLIK DI PIAZZARE UNO STRISCIONE CON LA SCRITTA “NEGRI DI MERDA” DA DEDICARE A “BAKAYOKO E A QUEL PORCO DI KESSIÉ”, LA PREGHIERA AL BATTESIMO CONCLUSA CON “VIVA IL DUCE” E L’AMICO ULTRA’ ACCUSATO DI ESSERE LO SPACCIATORE DEI VIP…


     
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    Giuseppe Scarpa per roma.repubblica.it - Estratti

     

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    Lollobrigida non sapeva insomma. E va bene. C’è da chiedersi però se il ministro fosse al corrente di un fatto di sangue che riguarda sempre il responsabile della sua comunicazione. Signorelli ha incassato una condanna per lesioni a un anno e mezzo di reclusione, assieme ad un altro ultrà biancoceleste per aver aggredito un tifoso greco che passeggiava tranquillo per Roma.

     

    Questa la tesi del pm Luca Tescaroli e del giudice (in primo grado) Federica Tondin. Si tratta di un processo prescritto il 17 aprile scorso in appello. Prescritto, nessuna assoluzione è opportuno precisare. Ma c’è, tuttavia, dell’altro. Una questione di date che non si possono eludere. Signorelli, infatti, viene investito del suo incarico con decreto ministeriale il 26 febbraio 2024 quando ancora la prescrizione salvifica non era sopraggiunta.

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    Ma veniamo alla storia, com’è raccontata nelle motivazioni della sentenza di primo grado. Un tifoso dell’Olympiakos gira con delle amiche per il centro di Roma alle spalle di Piazza Navona. Si è trattenuto un paio di giorni nella Capitale dopo il match di coppa con la Lazio del 28 novembre 2007 vinto dai greci per 2 a 1. Indossa la sciarpa del club con i colori sociali bianco e rosso. Ecco che due ragazzi, due ultras biancocelesti, Paolo Signorelli, il futuro capo ufficio stampa del ministro Lollobrigida, e Leopoldo Cobianchi, lo vedono e senza motivo, l’insultano, lo minacciano, lo picchiano e, infine, l’accoltellano.

     

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    Konstantinos Konizios crolla a terra e urla, mentre si regge la gamba insanguinata. La coppia di balordi scappa tra le viuzze del centro ma la polizia è lesta, quello spicchio dell’Urbe è iper-presidiato, le testimonianze sono precise. Risultato: poco dopo vengono acciuffati. Un testimone individua senza ombra di dubbio, lo confermerà anche a processo, Signorelli come uno dei due protagonisti dell’aggressione. A casa di Cobianchi la polizia trova perfino il coltello insanguinato usato per ferire il tifoso greco. Un coltello, secondo la ricostruzione della procura, in mano prima a Signorelli, impiegato per minacciare Konizios e poi passato di mano a Cobianchi che ha piantato la lama nella coscia della vittima.

     

    L’amico ultrà

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    Anche in questo caso si apre un capitolo sulle amicizie pericolose di Signorelli (difeso nel processo dell’accoltellamento dall’avvocato Vincenzo Dresda) e sui rapporti stretti con il violento tifo organizzato d’Italia, quello neofascista della Curva Nord dell’Olimpico. Cobianchi (difeso dal penalista Luigi Annunziata) è, appunto, un esponente storico degli ultras della Lazio, quegli Irriducibili capeggiati da Diabolik, Fabrizio Piscitelli, di cui Signorelli è stato amico fino a quando è stato ucciso in un regolamento di conti all’interno della più crudele malavita romana.

     

    E a proposito di crimine Cobianchi, anch’egli amico di Signorelli, è agli arresti domiciliari dall’8 marzo. È ritenuto dalla procura di Belluno il capo di un’organizzazione che, dal 2021 in poi, avrebbe rifornito un grande numero di consumatori di cocaina e hashish a Cortina d’Ampezzo. Accusato di essere lo “spacciatore dei vip”, per gli investigatori sarebbe arrivato anche a minacciare con armi da fuoco la concorrenza.

     

     

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    Striscione razzista

    Nell’ormai famosa chat tra Piscitelli e Signorelli non mancano le frasi xenofobe. Questo è un dato acclarato. In una circostanza, però, il futuro capo ufficio stampa di Lollobrigida chiede espressamente a Diabolik in un vocale su WhatsApp di piazzare uno striscione con la scritta «negri di merda» da dedicare a «Bakayoko e a quel porco di Kessié». Si tratta di due ex centrocampisti del Milan che il 14 aprile del 2019, in una partita di campionato tra biancocelesti e rossoneri, avevano esibito sotto la curva milanista la maglietta di un giocatore della Lazio.

     

    (...) I due parlano del progetto ma non è chiaro se, alla fine, siano riusciti a portarlo a termine.

     

    Viva il Duce al battesimo

    paolo signorelli paolo signorelli

    Anche in un battesimo bisogna onorare Mussolini. Questa l’idea della coppia Piscitelli — Signorelli. Diabolik viene scelto come padrino e chiede un aiuto all’amico affinché gli scriva una preghiera che dovrà poi leggere dopo la cerimonia.

     

    Signorelli gli dà la sua disponibilità e poi gli invia sempre su WhatsApp la preghiera: «Che tu possa avere sempre dalla tua parte il bene e che il Signore ti indichi sempre la via giusta. Lontano dal peccato e dalle tentazioni che questo mondo moderno offre. Io sarò al tuo fianco nel vederti crescere, in ogni istante della tua vita. Viva Il Duce». Piscitelli è contento e ringrazia.

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    FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - PAOLO SIGNORELLI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - PAOLO SIGNORELLI

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