Estratto dell’articolo di Francesco Spini per www.lastampa.it
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Le televisioni di Mediaset, oggi divenuta Mfe-MediaforEurope, ancor prima il mattone, e poi l'editoria con la Mondadori. Il grande calcio con il Milan, ceduto il 13 aprile 2017, poi il Monza, per non perdere l'abitudine. Un tempo ci fu la “casa degli italiani”, la Standa, venduta nel ’98.
Ci sono ancora il teatro Manzoni di Milano, poi polizze e fondi con la Mediolanum dell’amico Ennio Doris, scomparso sul finire del 2021. E ancora il cinema di Medusa, le produzioni di Taodue, le radio, gli studi tv, quindi gli investimenti nei fondi di private equity. La fotografia di un impero.
silvio berlusconi e suoi figli
L'impero di Silvio Berlusconi. Una ricchezza considerevole, un patrimonio stimato in oltre 6 miliardi di euro. Frutto di un business diversificato che, tra alti e bassi, ha riversato alla famiglia, in particolare tramite Fininvest, una media di poco meno di 90 milioni di dividendi all'anno.
Berlusconi parte da via Volturno, quando il milanese quartiere Isola era ancora periferia, e diventa il terzo Paperone italiano (dopo Ferrero e Armani), il numero 352 nel mondo, nella classifica di Forbes.
DORIS BERLUSCONI 11
L'avvio dell'avventura è nel mattone, dove ad aiutarlo c'è Carlo Rasini, a capo dell'omonima banca dove il papà di Silvio lavora prima come impiegato, poi come procuratore. Sono gli anni del boom economico e il futuro Cavaliere si butta nell’immobiliare, con la Edilnord, quella che costruisce Milano 2, a Segrate, con cui Berlusconi comincia fare i soldi veri, a cui negli Anni 80 seguirà Milano 3, nella vicina Basiglio.
[…] Il 7 settembre del 1978, poi, è una data storica: dagli studi di Segrate, parte la grande avventura della tv commerciale, quello che cambierà per sempre il costume degli italiani.
SILVIO BERLUSCONI GIOVANE
Contemporaneamente Berlusconi coltiva anche interessi finanziari grazie all’amicizia, scoccata di un giovedì, nella primavera del 1981 con Ennio Doris con cui, al 50%, fonda Programma Italia, poi Mediolanum infine Banca Mediolanum, di cui Fininvest ha il 30% e che il Cavaliere difende coi denti quando, in seguito alla condanna per frode fiscale, Bankitalia chiede di scendere al di sotto del 10% per i perduti requisiti di onorabilità. […]
Nel 2007 Berlusconi fa un ulteriore passo nella Milano della finanza e mette un piede anche in Mediobanca dove arriva fino al 2%, legame che si scioglierà nel 2021[…].
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Riavvolgiamo un poco il nastro. Arriva il 1994 e la famosa “discesa in campo”, l’impegno in politica. Il Cavaliere ora ha altri orizzonti. Nel business entrano così in campo gli eredi. I due figli di primo letto, avuti con Carla Elvira Dall’Oglio, Pier Silvio e Marina occupano i posti di primo piano.
Marina […] assume le redini della Fininvest, divenuta la cassaforte di famiglia, e di Mondadori. Pier Silvio Berlusconi, invece, accanto a Confalonieri prima come vicepresidente poi anche come ad, va alla guida delle tv.
BERLUSCONI FIGLI 3
A entrambi fa capo il 7,6% di Fininvest. Attraverso la Holding Italia Quattordicesima i figli avuti con Veronica Lario - di cui Barbara, Eleonora e Luigi hanno il 31,33% ciascuno – hanno il 21,4%.
Luigi Berlusconi trasforma questa holding in un family office da cui investe in start-up e progetti innovativi. La quota del Cavaliere di Fininvest, mantenuta fino alla fine, era del 61%. Gli interrogativi per il futuro sono tanti: come cambieranno gli assetti alla guida della galassia? Resteranno i Berlusconi a capo dell'ex Mediaset? Già negli ultimi anni, col patriarca concentrato sulla politica, Mfe – oggi controllata col 48,27% dei diritti di voto - ha cercato nuove vie per il futuro. In un certo senso per reinventarsi.
SILVIO BERLUSCONI GIOVANE
Parte l’avventura della diversificazione nella pay tv, con Mediaset Premium, che chiude sotto il peso della concorrenza di Sky e dei faraonici diritti tv del calcio. Finché nel 2016 Silvio Berlusconi stringe un accordo con il raider bretone Vincent Bolloré. Nell’aprile di quell’anno i due gruppi siglano un accordo di collaborazione industriale secondo cui, a fronte di uno scambio azionario reciproco del 3,5% i francesi si impegnano a rilevare Premium e ad avviare una collaborazione nei contenuti.
Sembra l’inizio di una nuova era per le televisioni del Cavaliere, una soluzione anche per la successione, secondo molti osservatori. Si rivelerà un Vietnam. All’inizio dell’estate di quello stesso anno, infatti, Bolloré cambia idea, sostenendo che i conti sulla pay tv non tornano. Ne esce una guerra legale che sfocia anche in uno scontro finanziario perché Bolloré, per forzare la mano, avvia una scalata a Mediaset che si ferma appena sotto la soglia dell’Opa obbligatoria, al 29,9%. Lo scontro si fa durissimo. La famiglia Berlusconi chiede danni per 3 miliardi ai francesi, l’Agcom interviene e, in virtù della Legge Gasparri, costringe i francesi a girare il 19,9% in una trust (Simon Fiduciaria) e a tenere solo poco più del 9%.
piersilvio e silvio berlusconi
Nel frattempo, Mediaset cambia strategia, e punta sull’Europa per creare Mfe-Mediaforeurope, un polo delle tv generaliste in chiaro, con sede ad Amsterdam in Olanda, in cui aggregare Mediaset Italia e España altri operatori e creare economie di scala. Vivendi, però si mette di traverso, e […] avvia un’aspra battaglia legale nelle corti di mezza Europa per mandare tutto a monte.
I giudici italiani danno ragione a Mediaset, Spagna e Olanda risultano invece fatali per il progetto. La Corte di Giustizia europea mette la ciliegina sulla torta, sconfessando i paletti della Legge Gasparri. La tv italiana ritorna nel far west, i Berlusconi si trovano costretti, per non restare incatenati, a riaprire un dialogo con i francesi di Vivendi con cui trovano l’accordo in extremis che li vede vendere subito il 5% e impegnarsi a quasi azzerare le quote entro il 2026.
un giovane Silvio Berlusconi che canta
Oggi, in ogni caso, Vivendi è il secondo azionista di Mfe, con il 23,35% dei diritti di voto. Con la fine del lungo braccio di ferro con Parigi, il Biscione riprende la via dell’Europa. Per inaugurare la nuova era, compra il 29,9% di una tv tedesca, ProsiebenSat1, prova, senza successo, a comprare una tv in Francia, M6, guarda alla Gran Bretagna (Channel 4), fonde in Mfe la spagnola Mediaset España, pensa all'espansione in Portogallo. Ma la scomparsa del fondatore […] apre la prospettiva di nuovi assetti e la Borsa cinicamente lo sottolinea facendo volare del 5% le azioni di Mfe di Tipo B, quelle che contano, che portano appunto la B di Berlusconi.