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    SILVIO ARRIVA IN ELICOTTERO AL SALONE DEL MOBILE ACCOMPAGNATO DALLA NUOVA BADANTE, LA RONZULLI, DÀ LA SUA BENEDIZIONE E REGALA IL SIPARIETTO CON LA FAN: ‘VUOLE CHE MI SPOGLIO?’ (VIDEO) - INDIVIDUARE UNA TENDENZA TRA I PADIGLIONI È DIFFICILE, MA UNA C’È: SOBRIETÀ E DEDIZIONE TOTALE AI MATERIALI


     
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    1. BERLUSCONI AL SALONE DEL MOBILE - ARRIVO IN ELICOTTERO E VISITA AI PADIGLIONI: «QUI L’ITALIA CHE FUNZIONA»

    Paolo Decrestina per www.corriere.it

     

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    L’arrivo in elicottero, l’aperitivo a Publitalia, il pranzo con gli imprenditori. Mattina al Salone del Mobile per Silvio Berlusconi, un’occasione per parlare di futuro del design e made in Italy, ma anche di legge elettorale, Movimento Cinque Stelle e Mediaset.

     

    Il presidente di Forza Italia è arrivato in elicottero mercoledì mattina nel piazzale della Fiera di Milano. Dopo un caffè di benvenuto e il giro nei padiglioni che registrano «una crescita di visitatori superiore a quella dell’anno scorso» perché «qui c’è l’Italia che funziona», Berlusconi ha parlato di politica con i giornalisti presenti.

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    Prima di tutto di legge elettorale. In assenza di un nuovo provvedimento, per il leader azzurro, «tutto è vano». Poi nello specifico: «Il sistema elettorale maggioritario con un sistema tripolare porterebbe al governo del Paese una minoranza estrema che governerebbe, perché i tre poli sono al 30 per cento, chi va al governo con il 30 per cento avrebbe in realtà il 15, 16, 17 per cento di voto degli italiani e governerebbe contro l’85 per cento. E credo sia un risultato che non può chiamarsi democrazia».

     

    Nel corso della visita ai padiglioni, oltre al siparietto con una sostenitrice che gli aveva detto di avere sempre voluto vederlo da vicino a cui ha risposto con un «Vuole che mi spoglio?», Berlusconi ha anche parlato di Vivendi («Sono l’ultimo a sapere cosa farà») e Movimento 5 stelle.

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    Prima attaccando i parlamentari pentastellati: «Oltre il 70 per cento non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi in vita sua. Non hanno mai fatto nulla di buono per sé o per gli altri», poi bocciando una delle proposte cardine del programma grillino, e cioè il reddito di cittadinanza; una proposta che «indurrebbe tutti a non lavorare. Inoltre non si può fare perché costa 90 miliardi di euro». Il programma del leader azzurro prevede ancora un aperitivo presso Publitalia, l’ incontro con i giornalisti e infine il pranzo con gli imprenditori.

     

     

    METTIAMOCI COMODI

    Paolo Madeddu per il Corriere della Sera

     

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    Come potevano stupirci, a questo punto? Con l' ultima cosa cui si poteva pensare: la sobrietà. Sia chiaro, individuare delle tendenze lungo i 20 padiglioni del Salone è un' idea rischiosa, e tenuto conto che con tanta offerta non possono mancare punte di audacia (forse follia), la sensazione generale è quella di un timido passo indietro da parte degli ego dei creativi.

     

    E, in seconda battuta, di un simultaneo passo verso la riscoperta dei materiali. «Lavorare oggi è bellissimo, l' industria propone materie incredibili», dice Renzo Rosso, venuto a presentare la collezione Diesel Living affidata al figlio Andrea. «Noi qui portiamo la filosofia del brand, il consumatore sa come applichiamo uno stile di vita in altri ambiti, dalla moda agli occhiali agli orologi, e ora vuole vedere come possiamo trasportare questa visione nell' arredamento. Ma io non credo molto nell' over-design, le cose vanno messe insieme con calore ma anche con gusto».

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    Quel che dice un nuovo arrivato di prestigio come Rosso, lo conferma (rilanciando) uno dei progettisti italiani più premiati, Carlo Colombo: «Il designer non può più essere il celebratore di se stesso.

     

    Oggi le nostre capacità vanno usate per mediare tra le esigenze dell' azienda e le aspettative del pubblico, in armonia col proprio gusto personale. Io ho sempre creduto in un' eleganza minimal, naturale» dice indicando il letto Amal, realizzato per Flou, «anche se poi ogni anno rielaboro questo concetto con quei valori aggiunti che sopraggiungono allargando lo sguardo. Ad altri ambiti come è accaduto per me con i marchi di lusso, oppure ad altri Paesi. E che il livello qualitativo del Salone si sia alzato mi suggerisce che a questa convinzione siano arrivati anche altri».

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    Ma la ricerca, l' innovazione non si fermano, anzi. Si sbizzarriscono nella sperimentazione con nuovi materiali o nella riscoperta di quelli tradizionali, ricombinandoli. Per Very Wood, Matteo Thun accoppia poliestere e frassino quasi a ipotizzare un rustico moderno, coerentemente con la sua filosofia «Zero Design», la sottrazione per arrivare all' archetipo.

     

    E tuttavia per lo stesso marchio e sempre col frassino, ma con imbottiture e rivestimenti in tessuto, Patricia Urquiola ottiene effetti quasi sixties . FlexForm nei suoi cabinet combina marmo, vetro, alluminio e cuoio. È come se lo stupore per la forma avesse iniziato a lasciare spazio allo stupore per la sostanza. Secondo Giuseppe Bavuso addirittura «il design è solo sostanza. La forma è conseguenza del materiale usato. Ma ciò non è un limite, per esempio io per le collezioni Rimadesio che privilegiano vetro e alluminio inserisco elementi di legno e pietra per aumentare la sensazione di calore nella casa».

     

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    Ma gli sprazzi di fantasia non mancano: Paola Navone per la poltrona InOut 419 (Gervasoni) sfoggia una morbidezza quasi favolistica (grazie a sacchi di polistirolo all' interno); LaCividina festeggia i 50 anni della sua Dos à Dos, la formosa poltrona del Louvre ideata da Pierre Paulin, in una versione che rispetta la forma originaria ma si preoccupa di aggiornare i tessuti.

     

    Edra propone un orso sul ghiaccio: è Pack, il divano di Francesco Binfaré con un cuscino-schienale che prende a prestito la forma e quasi anche le dimensioni di un plantigrado (ma non la pelliccia, che è ecologica).

     

    E alla sua collezione di sedie e poltrone deliberatamente glamour aggiunge Margherita di Jacopo Foggini, il cui policarbonato luccica in tre colori diversi. Tonon ruba l' occhio ai passanti con la sedia Marshmallow di Martin Ballendat in morbido poliuretano su un' anima di metallo, e coi divanetti-serpente componibili Snake River di Mac Stopa. Driade pare puntare su uno sfalsamento delle percezioni con Sissi, sedia impilabile di gusto neoclassico ma dalle rotondità vezzose e il tavolo/cabinet/libreria Still Life, dell' architetto siciliano Francesco Libizzi.

     

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    Non rinunciando a un nuovo capitolo della saga delle sedie-aliene di Philippe Starck iniziata col gioco di parole Lou Read, proseguita con Lou Think e Lou Eat, e giunta oggi a Lou Speak. Nella quale però appaiono, per la prima volta nella serie, un cuscino, base metallica e rotelle da sedia-ufficio. Di questi tempi anche il rock' n'roll accetta compromessi.

     

     

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