IN UNA GUERRA NON C’È IL BIANCO E IL NERO. IL COLORE PREDOMINANTE È IL ROSSO. DEL SANGUE DEGLI INNOCENTI - IL LIBRO
SINISA MIHAJLOVIC
sinisa mihajlovic
C'è la guerra che rimbalza sui social e nelle tv e poi c'è quella che resta ferma nella memoria ed è una ferita che fa sempre male. Sinisa Mihajlovic la guerra la conosce, l'ha vissuta nell'ex Jugoslavia e non l'ha mai dimenticata:
"Ho letto una frase - dice il tecnico del Bologna alla vigilia della sfida contro la Salernitana -, che la guerra la fanno i ricchi ma sono i poveri a morire. Ricordo al mio Paese, vincemmo la Coppa dei Campioni e c’era la guerra. Quando vincemmo con la Lazio lo scudetto bombardavano.
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Io speravo sempre che i miei allenamenti durassero una giornata intera per non pensare alla guerra, perché tornavi a casa e vedevi, ascoltavi, guardavi alla televisione ciò che succedeva. Mi ricordo quando sentivo decollare gli aerei ad Aviano chiamavo mia madre per dire: 'Guarda, fra dieci minuti bombardano mettetevi sotto, in cantina'. Io spero solo che, da prima, la notizia della guerra non diventi presto la seconda, la terza o la quarta e dopo un mese non se ne parli più. Tutti dobbiamo dare un contributo".
E ancora: "La guerra? Io so cosa significa", dice prima di andarsene commosso. Poi c'è il campo, una vittoria da conquistare a Salerno e una partita che ha tutta l'aria di non essere affatto semplice: "Prima di battere lo Spezia ho detto che voglio sempre vedere il lato positivo: ora che abbiamo vinto siamo a meno due dal nostro obiettivo stagionale ma domani c'è Salerno, che non è solo una città stupenda, è una squadra con una tifoseria eccezionale.
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Alla Salernitana Sabatini (al quale mi lega una grande amicizia, è una bellissima persona) ha fatto un grande lavoro in poco tempo e spero che si salvino vincendo tutte le gare tranne quella contro di noi. La Salernitana si gioca la vita, so come ci si sente in quei momenti: noi dobbiamo isolarci e concentrarci su noi stessi, sapendo che siamo più forti di loro ma non basta.
E non dovremo sbagliare quello che io chiamo l’AIC: atteggiamento, intensità e concentrazione. Noi sappiamo qual è il nostro obiettivo, ovvero la classifica di sinistra, e sono fiducioso di poterlo raggiungere".