RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Carlo di Foggia e Valeria Pacelli per il Fatto Quotidiano - Estratti
Il giornalista Michele Santoro e l’imprenditore Alfredo Romeo in società insieme. Non proprio due figure dal trascorso comune, ma negli affari forse è un altro discorso. È successo tre mesi prima delle elezioni europee quando il partito ideato dal conduttore di Annozero, Terra, pace e dignità, non è riuscito a portare rappresentanti a Bruxelles fermandosi al 2,2%.
Il 22 febbraio scorso, invece, davanti a un notaio romano, la “Mondonuovo”, la società di Santoro, ha deliberato un aumento di capitale. Ed è qui che si è inserito con 100 mila euro Alfredo Romeo. Si tratta dell’imprenditore campano in passato finito indagato nell’inchiesta Consip della Procura di Roma insieme, tra gli altri, a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier.
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MATTEO RENZI ALFREDO ROMEO PIERO SANSONETTI
Appalti a parte, da tempo Romeo s’è scoperto anche editore. Al momento conta due testate, il Riformista e l’Unità, acquistata nel 2022 all’asta dopo il fallimento. Ed è proprio per la parte digitale del quotidiano fondato da Antonio Gramsci che Romeo aveva pensato al conduttore di Annozero, che però aveva declinato. Un annetto dopo, però, Romeo entra nella sua Mondonuovo Srl, creata nel 2022. Santoro aveva una quota del 51%, il restante era di Mosai.co srl, la società di It, reti, web e applicazioni dell’imprenditore Matteo Forte.
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Contattato dal Fatto, Santoro spiega: “Nelle cose che mi riguardano regna la trasparenza e non si fa uso di trucchi contabili. La Società di Romeo ha un ramo che si occupa di editoria con due testate, l’Unità e il Riformista. La prima sulla guerra ha assunto posizioni pacifiste e, per ragioni sentimentali e per la forza del suo nome, ha sempre attratto il mio interesse. Il suo Direttore e l’Editore mi hanno ripetutamente chiesto di contribuire al suo rilancio ma, come è noto, da molti anni ho deciso di non lavorare alle dipendenze di nessuno”.
“Mi dedico per lo più ad attività sperimentali – prosegue il giornalista -, il cui scopo è sondare nuove opportunità di partecipazione più che realizzare profitti. Dunque ho proposto alla Romeo Editore di acquisire una partecipazione minoritaria (il 10 per cento) nella società di cui sono il maggior azionista allo scopo di valutare possibili future sinergie tra Servizio Pubblico, la nostra testata, e l’Unità.
La Società era nata per dar vita a una App innovativa che, tra mille problemi, è stata realizzata, scaricata da decine di migliaia di utenti e ha costruito eventi importanti con milioni di visualizzazioni. Presto la ristruttureremo per renderla più efficace.
I dubbi del Fatto forse si spiegano con la reticenza del giornale a parlarne; ma rientra nel suo pieno diritto valutare l’importanza di ciò che accade. Allo stesso modo dovrebbe lasciare svolgere agli altri le loro attività, a meno che non presentino anomalie degne di notizia”.
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