Federica Cocchi per gazzetta.it
sinner
Solo Jannik sa quanto voglia dire questo titolo. Molto più dei 250 punti che lo riportano numero 14 al mondo da domani, molto più dei 7 titoli in carriera su 8 finali, numero con cui eguaglia Matteo Berrettini. Vuol dire riannodare i fili da dove aveva lasciato, un anno fa, dopo la grande rivoluzione tecnica che aveva scelto di intraprendere affidandosi a Simone Vagnozzi.
Una scelta da molti considerata follia ma che pian piano sta rivelando un giocatore sempre più propositivo e vario. Sinner impiega due set (7-6 6-3) a superare lo statunitense profeta del serve and volley Maxime Cressy, capace di eliminare Rune in semifinale, e torna a sollevare un trofeo come non accadeva dall'estate scorsa, a Umago, quando aveva battuto Carlos Alcaraz in una finale senza storia.
SINNER
Primo set in grande equilibrio fino al tie break dove l'allievo di Simone Vagnozzi e darren Cahill, entrambi presenti nel box, prende in mano la situazione. Cressy parte con un doppio fallo nel tie break, Jannik risponde con un servizio vincente e con un passante di rovescio sale 3-0. Risposta aggressivissima dell'altoatesino che costringe il n. 51 all'errore. Ora è 4-0. recupera un minibreak Cressy che accorcia 4-2.Con una grande seconda Sinner allunga 5-2 e sul 5-3 con un'altra risposta delle sue si guadagna il set alla prima occasione. Secondo set con Jannik subito aggressivo a cercare più volte la spallata decisiva, ma lo statunitense, pur in difficoltà con la vescica alla mano destra, si difende benissimo al servizio senza concedere troppe occasioni. Nell'ottavo game il numero 1 azzurro si porta 30-0 su servizio avversario e poi ha due palle break per portarsi 5-3. La volée di Cressy è fuori e Jannik va a chiudere per il titolo. Il digiuno è finito, è il 7° sigillo.