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    “ORA E’ SINNER L’UOMO DA BATTERE, AUMENTERANNO LE PRESSIONI” - NICOLA PIETRANGELI PARLA DI JANNIK (STAVAMO IN PENSIERO) DOPO LA VITTORIA SU DJOKOVIC AGLI AUSTRALIAN OPEN – “LA FINALE? AVRÀ UN AVVERSARIO TOSTO MA SE GIOCA COME CONTRO DJOKOVIC VINCE. ABBIAMO IN ITALIA UN GRANDISSIMO CAMPIONE, NON ROMPIAMOGLI LE SCATOLE” - IL COACH DEL TENNISTA ALTOATESINO VAGNOZZI: “IN QUESTI ANNI ABBIAMO CERCATO DI METTERE UN PO’ DI DJOKOVIC DENTRO SINNER” – PAOLO BERTOLUCCI CHIEDE LA FINALE IN CHIARO – VIDEO


     
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    Da repubblica.it - Estratti

    SINNER - DJOKOVIC MEME SINNER - DJOKOVIC MEME

    "Jannik è stato impressionante, ha giocato un livello di tennis pazzesco. Siamo di fronte a un campione vero, che ha solo 22 anni e che ci darà grandissime soddisfazioni, speriamo già da domenica in finale". Così Nicola Pietrangeli commenta la vittoria di Jannik Sinner su Novak Djokovic in semifinale all'Australian Open. "Ora ha battuto il numero uno del mondo e diventa l'uomo da battere, per questo aumenteranno le pressioni.

     

    Di sicuro, però, ha la capacità di sopportarle. Per come ha giocato non solo a Melbourne ma negli ultimi 4-5 mesi ora è il più forte al mondo. La finale? Avrà un avversario tosto sia che arrivi Medvedev sia che arrivi Zverev, ma se gioca come oggi vince. Abbiamo in Italia un grandissimo campione, non rompiamogli le scatole se dovesse perdere qualche partita in futuro".

    jannik sinner novak djokovic 7 jannik sinner novak djokovic 7

     

     

     

    SINNER

    Stefano Semeraro per la Stampa - Estratti

     

    Prima regola del tennis: se vuoi battere Djokovic, per prima cosa devi credere di poterlo battere. E Jannik Sinner eccome, se ci crede. Ci era riuscito due volte a fine 2023, alle Atp Finals e in Davis, quella di oggi è la classica conferma di un vecchio proverbio. Probabilmente la terza vittoria, dopo le due a Torino e Malaga, è anche la più importante, perché arriva nella semifinale di un torneo dello Slam, sulla distanza antica e più vera del tennis, i tre set su cinque.

     

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    SINNER DJOKOVIC BY OSHO SINNER DJOKOVIC BY OSHO

    Per Jannik insomma era la prova del nove, l’esame di maturità: e lo ha passato a pieni voti. Magari non con il miglior Djokovic - anzi, a sentire il diretto interessato quella di oggi è stata ‘la mia peggior partita in uno Slam’ - ma comunque resta la conferma che baby Sinner, il talento precoce ma incompleto, non c’è più: al suo posto abbiamo un campione vero, maturo, tostissimo, il nono italiano capace di raggiungere una finale Slam dopo De Stefani, Pietrangeli, Panatta e Berrettini in campo maschile, e Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Sara Errani in quello femminile. Uno destinato a frequentarne tante di finali, di finali Slam, e di vincerne più di una, oltre che a diventare il numero uno del ranking.

     

    jannik sinner novak djokovic 6 jannik sinner novak djokovic 6

    In Australia nessuno era mai arrivato al big match, e Jannik lo ha fatto perdendo appena un set, il terzo della semifinale di oggi contro il Djoker ferito e rabbioso dopo quei primi due in cui Jan lo ha dominato. Ha sbagliato tanto, il Number One, molto più di quanto è abituato a fare, ma il merito in buona parte è di Jannik: che lo ha pressato, sia fisicamente sia mentalmente, non dandogli mai respiro, asfissiandolo da fondo come proprio Nole è abituato a fare con gli avversari. «In questi anni abbiamo cercato di mettere un po’ di Djokovic dentro Sinner», aveva detto alla vigilia coach Vagnozzi, ora si può dire che l’operazione è riuscita. Non è un cambio della guardia, perché Nole, a quasi 37 anni, 15 più di Jan, è ancora avvitato in cima al ranking, e proprio contro il giovane sfidante ha vinto le ultime Ap Finals di Torino.

     

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    L’unico in grado di pensionare Djokovic e Djokovic stesso, e lo farà quando si accorgerà che giornate come quella di oggi invece di essere un’eccezione diventeranno la norma. Il match a cui abbiamo assistito assomiglia ad un passaggio di testimone, ad un lascito fra lo sportivo e lo spirituale.

     

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    «Vittorie come queste non sono figlie di un giorno - ammette Jannik - ma di anni di allenamenti e sacrifici. Quello che è successo l’anno scorso mi ha dato grande fiducia, poi però si tratta di far vedere in capo quello di cui sei capace. Io sono rilassato, so che se non succederà quest’anno sarà quello dopo, o quello dopo ancora. O magari non succederà mai: ma andrà bene lo stesso, perché io sarò sicuro di avrò dato il 100 per cento». La saggezza del fuoriclasse.

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