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    VENGHINO, TURISTI, VENGHINO! - VILLA GALAN IN REALTÀ RISULTAVA UN AGRITURISMO – E NON È VERO CHE I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE AVVENNERO SOLO NEL 2007: DURARONO TRE ANNI


     
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    A. Mass. e Da. Ve. Per “Il Fatto Quotidiano

     

    giancarlo galan presenta la sua difesa alla camera 2 giancarlo galan presenta la sua difesa alla camera 2

    I lavori di restauro nella villa a Cinto Euganeo di Giancarlo Galan sono stati eseguiti nel 2006, 2007 e 2008. A smentire le dichiarazioni dell’ex governatore del Veneto (che si è limitato a indicare solo il 2007) in merito alla sua residenza in provincia di Padova è Diego Zanaica, l’architetto che ha realizzato i lavori per la società Tecnostudio di Danilo Turato.

     

    Sentito dai pm lo scorso 24 giugno, Zanaica ha spiegato nei dettagli le opere di rifacimento, come sono state pagate, da chi. Una villa, per inciso, che è stata inserita anche nella brochure della Tecnostudio come opera “ricettiva” in particolare “agriturismo” con lavori stimati in “1,5 milioni di euro”, si legge nel fascicolo pubblicitario correlato anche da foto dell’interno e degli esterni di “Villa Rodella”, residenza Galan.

    giancarlo galan presenta la sua difesa alla camera 4 giancarlo galan presenta la sua difesa alla camera 4

     

    Zanaica a verbale ricorda: “Turato nel 2005 mi dice di andare a verificare la consistenza” dei lavori... tutto resta fermo fino al 2006 quando Turato mi dice che sono da iniziare i lavori. Proprietario era la Galatea che riconduco a Galan. La casa non era abitata e solo talvolta vedevo la moglie di Galan, Sandra Persegato. In ogni caso i rapporti con la famiglia Galan li teneva direttamente Turato”.

     

    claudia minutillo giancarlo galan claudia minutillo giancarlo galan

    La gestione dell’appalto, prosegue, “viene fatta in toto, anche per le opere di restauro, dalla Archigest”. Nel 2006 i lavori si concentrano sul corpo centrale della villa, poi “nel 2006, 2007 e 2008 lavoriamo alla barchessa”, una seconda villa presente nella tenuta. Che viene praticamente realizzata ex novo: “Rifacimento del tetto, pareti in cartongesso, rifacimento pavimenti in legno”. I pagamenti? “Seguiva tutto direttamente l’architetto” Danilo Turato.

      

    Secondo l’accusa, che ha chiesto l’arresto in carcere di Galan lo scorso 4 giugno, i lavori di restauro sono stati pagati attraverso i fondi neri creati dal “sistema Mose” gestito dal grande burattinaio Giovanni Mazzacurati. L’ex ministro si è invece difeso sostenendo che gli inquirenti non hanno tenuto conto dei suoi reali redditi, in particolare della liquidazione ricevuta da Publitalia, di cui è stato manager, poi investita anche a Cinto. Va detto che Galan non è mai stato sentito dai pm e ha prodotto memorie difensive solo alla Camera dei deputati che ora deve decidere se autorizzare l’arresto.

    giancarlo galan giancarlo galan

     

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