Alessandra Ravetta per “Prima Comunicazione”
Street art e Caravaggio. la notte bianca alla Sanità. i talk e tanta musica in piazza: tre giorni di festival rinsaldano il legame della pay tv con la città di 'Gomorra', che ha risposto al meglio riscoprendo i propri luoghi e la propria umanità.
IL FESTIVAL DI SKY ARTE A NAPOLI
Tre giorni con un'offerta abbastanza ricca da soddisfare gli appetiti anche dei grandi affamati di dibattiti, di eventi e performance - dotati pure della resistenza fisica necessaria per correre da una parte all'altra della città e non perdere la quantità di proposte - ma soprattutto di esperienze di strada del primo Sky Arte Festival, organizzato a Napoli dal 5 al 7 maggio. Già dal titolo - 'La rigenerazione' - si capiva che non sarebbe stata solo un'allegra e interessante passerella di numerosi e importanti ospiti, artisti e intellettuali di qualità, molti dei quali protagonisti del canale o delle altre offerte della pay tv, ma che il Festival aveva radici profonde nell'humus che forma l'identità di Sky Arte.
E, altro elemento di rilievo, che voleva essere l'occasione per cementare il rapporto tra la media company e Napoli, che con 'Gomorra' è diventata un serbatoio di idee e di talenti oltre che il set della più importante serie di Sky Atlantic e, adesso, anche la prima tappa del casting per l'undicesima edizione di 'X Factor 6'.
IL FESTIVAL DI SKY ARTE A NAPOLI
Napoli è stata veramente la protagonista della tre giorni organizzata da Roberto Pisoni, direttore di Sky Arte, e dai suoi bravi collaboratori, affiancato dai responsabili di Sky Academy, dalla direzione comunicazione e public affair del gruppo, con la collaborazione del Polo museale della Campania e con il patrocinio del Comune di Napoli, della Regione Campania e dell'università degli Studi Federico II, le tre istituzioni locali schierate per facilitare la complessa organizzazione sul territorio, ma al tempo stesso ospiti discreti, senza presenzialismi, felici di dimostrare come l'effervescenza sociale e culturale della città possa avere ragione dei luoghi comuni che la condannano a un'immagine di degrado e malavita.
IL FESTIVAL DI SKY ARTE A NAPOLI
E la città, con cui Sky ha stabilito un forte rapporto di scambio, ha risposto con un entusiamo quasi commovente, mostrandosi e raccontandosi nelle sue realtà più nascoste e contraddittorie come quelle dei quartieri - La Sanità o La Pignasecca - scrigni preziosi di un umanità strabordante, diventati con Sky Arte palcoscenico per concerti, attività teatrali e performance di street art.
Durante la tre giorni, ai dibattiti, alle proiezioni di documentari o film, ai workshop, alle masterclass che hanno riempito le giornate a Villa Pignatelli, si sono affiancate le visite ai quartieri più popolari e un po' malavitosi, diventati un'attrazione turistica grazie all'incredibile lavoro di recupero delle catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso, insieme alle basiliche di Santa Maria della Sanità e di San Gennario extra moenia, promosso dalla Fondazione di Comunità di San Gennaro, di cui sono soci fondatori i parroci delle due basiliche, con don Antonio Loffredo a fare da regista (la sua storia a pag. 74).
IL FESTIVAL DI SKY ARTE A NAPOLI
Pisoni, Sky e don Loffredo hanno acceso le serate al rione Sanità organizzando in piazza la notte bianca con il Funky Tomato Party (con Baba Sissoko, Nicodemo feat e ospiti di eccezione come Zulù dei 99 Posse, Jovine e lo storico dj napoletano Tony Mr. Time Ponticiello), che ha richiamato la gente del quartiere ma anche turisti, ospiti vip del Festival e giornalisti al seguito. Raffinati spettacoli intanto avevano luogo nelle chiese, da Napucalissé di Mimmo Borrelli allo show musical-letterario di Erri De Luca, Stefano Di Battista e Nicky Nicolai, fino al concerto di chiusura di Vinicio Capossela nella chiesa di Santa Maria della Sanità.
A piazza Montesanto, cuore della popolosa area della Pignasecca, tra la funicolare (aperta nel 1891) e la chiesa, il Festival ha lasciato un segno con il progetto di street art Storie che fanno la storia': ritratti di undici personaggi della storia antica e recente napoletana (da Totò a Fortunato il tarallaro, dal principe di Sansevero a Concetta Barra, e ancora l'attrice Ria Rosa, il giornalista Giancarlo Siani, Annibale Ruccello, Bud Spencer, Giulia Civita, Fanny Cerrito e Artemisia Gentileschi) a decorare i grossi basamenti di cemento contenitori degli ulivi dono dei palestinesi al quartiere.
IL FESTIVAL DI SKY ARTE A NAPOLI
Ideati dall'artista Roxy in the Box, e realizzati insieme agli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, i personaggi hanno preso vita domenica 7 a mezzogiorno interpretati da nove attori che raccontavano se stessi "con alle spalle ciò che Napoli ha già vissuto", spiegavano i responsabili di Sky Academy che hanno curato le varie iniziative di creatività con i giovani nei quartieri cittadini e a Villa Pignatelli.
Poco distante da piazza Montesanto un altro 'dono' di Sky Arte alla città: il murale realizzato dal grafico e street artist polacco M-City sulla facciata di un'ex scuola oggi spazio Damm nel parco sociale Ventaglieri, per una puntata straordinaria della trasmissione 'Mum', serie dedicata alla street art, ideata da Matteo Maffucci e prodotta da Level 33 e da Sky Arte, che tornerà in onda a settembre su Sky Arte Hd (canale 120 e 400 di Sky).
E, ancora, un esempio di arte pubblica promossa da Sky Arte Festival è stata la scenografica installazione sul lungomare Caracciolo: 600 metri dell'area pedonale tappezzati da oltre 3.100 fotografie di napoletani che si sono messi in posa nel mese di aprile. L'iniziativa fa parte di Inside Out Project, un progetto artistico partecipato di JR, famoso street artist che ha creato una piattaforma globale alla quale più di 130mila persone hanno inviato le loro foto da oltre 100 Paesi.
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L'installazione di carta, come è consuetudine dell'artista, che si basa sulla partecipazione attiva del pubblico, è stata inaugurata il 6 maggio alle 11 del mattino e ha faticato a durare tutto il weekend, consumata dal continuo calpestio di passanti, biciclette e carrozzine. Alla storia della performance è stato dedicato un programma su Sky Arte.
Incastonato come un gioiello in una stretta strada del quartiere San Lorenzo, il Madre, Museo d'arte contemporanea, ha ospitato la serata di inaugurazione del Festival, venerdì 5 maggio, incentrata sull'anteprima del documentario 'Fabio Mauri - Ritratto a luce solida', dedicato all'artista e intellettuale esponente delle neo avanguardie della seconda metà del Novecento e membro di una famiglia protagonista dell'editoria italiana attraverso le Messaggerie Italiane e la casa editrice Gems. Il lungometraggio, diretto da Andrea Bettinetti e prodotto dalla Good Day Films di Michele Bongiorno per Sky Arte, è andato poi in onda il 7 maggio sul canale di Pisoni.
IL FESTIVAL DI SKY ARTE A NAPOLI
Un'altra preziosa occasione è stata offerta da Intesa Sanpaolo, sponsor dell'iniziativa, che ha voluto fare la sua parte rendendo gratuita la visita al capolavoro 'I musici' di Caravaggio, imprestato dal Met di New York alle Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale e culturale del gruppo bancario a Napoli nella centralissima via Toledo. E come se non bastasse il Festival ha voluto fare di più: una lezione di uno storico d'arte d'eccezione come il professor Claudio Strinati dedicata al dipinto e che ha fatto registrare il pienone.
Queste alcune delle tantissime offerte messe in campo dal Festival (in totale 50 appuntamenti), che ha avuto un riscontro di pubblico, stampa e critica così grande da stupire persino gli organizzatori. Lo dice con un certo compiacimento Riccardo Pugnalin, direttore della comunicazione del gruppo, uomo avarissimo di dichiarazioni e trionfalismi che spiega come il Festival sia nato "dalla volontà di interagire con un territorio con cui il rapporto è molto stretto proprio per il lavoro nel campo delle produzioni seriali che da anni vedono Sky impegnata a Napoli".
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Un lavoro di fertilizzazione che sta dando "importanti ritorni e che dimostra la validità della convinzione con cui a Sky si praticano scelte glocal a partire proprio da quelle produttive", sottolinea Pugnalin. Rafforzare il rapporto con il territorio è fondamentale per una pay tv che deve trovare sempre nuove motivazioni per cementare la relazione con i propri abbonati.
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