Marino Niola per “la Repubblica”
the kiss 1
(…) fra la filmologia e la filemologia (la scienza del bacio) c'è sempre stata una complicità molto stretta che si annuncia sin dai primordi del nuovo mezzo. Tanto che già nel 1896 Thomas A. Edison produce The Kiss , un corto di diciotto secondi in cui May Irwin e John Rice, celebri attori di Broadway, si baciano per 18 secondi.
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Di fatto, l'arte cinematografica e quella filematica vanno di pari passo. Anche se la scure censoria ha sempre tentato di mettere i bastoni fra le gote degli attori. Come nel caso del cosiddetto Codice Heys, che stabilisce la durata massima di un bacio in tre secondi, corrispondenti a tre metri di pellicola. Il regolamento che prende il nome dal suo ideatore, il repubblicano William H. Hays ministro Usa delle comunicazioni, condiziona pesantemente la rappresentazione cinematografica dell'amore a partire dal 1922 e fino al 1967. Va detto però che i registi hanno sempre fatto miracoli per bypassare la tagliola dei tre secondi.
notorious 4
L'Oscar per l'astuzia va senza dubbio ad Alfred Hitchcock. Nel 1946 durante le riprese di Notorious , il grande regista, per aggirare il divieto, invita Cary Grant e Ingrid Bergman ad alternare brevi baci e languide carezze, bisbiglii e effusioni, come mordicchiarsi le orecchie e scambiarsi sguardi lunghissimi e ravvicinatissimi. Risultato: un bacio di tre minuti che però è diviso in sessanta rate di tre secondi. Così Hitchcock la spunta e con lui gli spettatori che vedono la scena intera. (…)
notorious 2
In effetti sarebbe impossibile tenere il conto delle scene osculatorie che hanno funzionato da tutorial dell'arte amatoria per generazioni di spettatori. Dal bacio di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca alla stralunata replica offertane da Woody Allen e Diane Keaton in Provaci ancora Sam. Dai baci ferali di Dracula in Nosferatu a quelli fatali di Liz Taylor in Cleopatra . Dal bacio nella Fontana di Trevi di Marcello Mastroianni e Anita Eckberg in La dolce vita , a quello torrido di Jessica Lange e Jack Nicholson ne Il postino suona sempre due volte . Dal bacio alieno di E.T. fino a quelli LGBTQi+ di Ennis Del Mar e Jack Twist in Brokeback Mountain o di Timothée Chalamet e di Armie Hammer in Chiamami col tuo nome . Compreso quello lesbo de c di Emma Dante.
la dolce vita
Un posto decisivo nella storia dei baci di celluloide va però riservato a quel geniale raccordo tra cinema e pop art che è Kiss , l'anti film che Andy Warhol realizza nel 1963 come parte di una trilogia dedicata ai bisogni fisiologici, iniziata con Sleep e conclusa l'anno successivo da Eat .
kiss andy warhol 4
(…) Cinquanta minuti, senza sonoro, dove tredici coppie, etero, omo e multietniche si baciano senza sosta. Warhol lancia così un'autentica bomba contro bacchettoni, benpensanti e razzisti, ma anche contro le leggi segregazioniste e omofobe in vigore all'epoca in molti stati dell'Unione, che proibiscono i rapporti tra persone dello stesso sesso e di diversa etnia. Ma la provocazione di Warhol manda provvidenzialmente in frantumi anche il Codice Heys che di lì a poco viene abrogato anche formalmente, dopo essere stato abbondantemente spernacchiato nei fatti. (…)
nuovo cinema paradiso
Insomma, no kiss no cinema. Per questo Giuseppe Tornatore alla fine di quel toccante omaggio all'invenzione dei Lumière che è Nuovo cinema Paradiso , sintetizza la storia del grande schermo in una sequenza di baci celebri censurati, che scorre davanti agli occhi commossi del protagonista. Proprio come la moviola del ricordo fa scorrere la nostra vita. Coi suoi atti mancati e i suoi baci mai dati.
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