JULIAN ASSANGE
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Cosa hanno in comune l’attrice maggiorata Pamela Anderson, l’ex-calciatore Eric Cantona, l’artista (e vedova di John Lennon) Yoko Ono, la cantante Lady Gaga, il regista Ken Loach e la fashion designer Vivienne Westwood? Non molto, a prima vista, a parte essere famosi. Ma c’è un altro legame tra loro: sono tutti visitatori di Julian Assange nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra che da due anni è la sua “prigione”.
JULIAN ASSANGE E ERIC CANTONA
Fanno parte del “club” degli amici del fondatore di Wikileaks, sebbene il sostegno che gli esprimono abbia motivazioni e origini differenti. L’elenco dei “visitors” che si presentano davanti alla porta della sede diplomatica in effetti è così lungo da dimostrare da solo quanto sia ampio il sostegno a uno dei fuggitivi più ricercati d’Occidente.
JULIAN ASSANGE E LADY GAGA
Di celebrità che scendono da una Rolls-Royce o da una Ferrari per entrare da Harrod’s, il più lussuoso «department store» di Londra, se ne vedono spesso. Ma un’ininterrotta parata di Vip fa rotta anche verso la palazzina di fianco ai grandi magazzini, in cui ha trovato riparo Assange.
Inseguito da un mandato di cattura della magistratura svedese per abuso sessuale di due donne (accusa che lui nega, sostenendo che si tratta di una trappola per estradarlo successivamente negli Stati Uniti dove verrebbe incriminato per violazione di segreti di stato a causa dei dossier di Wikileaks su Afghanistan e Iraq), nel 2012 è entrato nell’ambasciata londinese dell’Ecuador, il cui governo gli aveva promesso protezione, e non ne è più uscito.
JULIAN ASSANGE
La Gran Bretagna spende milioni di sterline all’anno per sorvegliare 24 ore al giorno l’ambasciata ed evitare che Assange ne esca indisturbato e scompaia. Ma la polizia non può impedire che qualcuno gli faccia visita. La processione di volti noti è tale che i paparazzi si appostano fuori, come se fosse l’ingresso di una discoteca o ristorante alla moda. E per il fondatore di Wikileaks le visite sono un modo di combattere noia e claustrofobia.
JULIAN ASSANGE
Pamela Anderson, la bagnina sexy del serial televisivo Baywatch , è attesa in questi giorni in nome del suo sostegno agli animalisti, la cui causa è fra quelle per cui si batte anche Assange. «Andrà a prendere un tè da Julian», dice la stilista Vivienne Westwood, amica di Pamela, con cui condivide la crociata per i diritti degli animali, e lei stessa già stata varie volte a trovare Assange nell’ambasciata-prigione.
Suo figlio Ben Westwood, pure lui disegnatore di moda, ha addirittura organizzato una sfilata all’interno dell’ambasciata in occasione della prossima London Fashion Week in settembre, durante la quale Assange calcherà la passerella: il suo esordio come fotomodello (a libertà limitata).
JULIAN ASSANGE
Qualche giorno or sono è stata la volta di Cantona, ex-asso della nazionale francese e del Manchester United, che non si è limitato a una visitina ma è stato fotografato mentre faceva jogging con Assange su un tapisroulant, regalato a Julian da Ken Loach, il regista militante della sinistra britannica, per permettergli di restare in forma visto che la sede diplomatica è angusta e non gli è possibile fare nemmeno una passeggiata. Loach, frequente visitatore di Assange, è anche il collegamento tra Assange e Cantona, avendo girato nel 2009 un film con come protagonista l’ex-calciatore.
l ambasciata dell ecuador a londra
Yoko Ono è andata a trovare Assange insieme al figlio Sean Lennon per parlare di progetti artistici. E Lady Gaga gli ha fatto visita spronata dalla rapper Mia (altra fedelissima di Julian) su Twitter: «Se vai da Harrod’s fai un salto anche da Assange, portagli un tè e una torta». L’intesa tra i due deve essere stata buona, se la cantante è rimasta ben più a lungo del tempo necessario per un tè, riemergendo dall’incontro solo dopo cinque ore, a mezzanotte inoltrata. Nessuna soffiata su cosa si siano detti.
JULIAN ASSANGE