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    SO’ CA**I AMARI PER I BULLETTI - CONDANNATI PER TORTURA 4 MINORENNI CHE HANNO SEGREGATO E PICCHIATO UN COETANEO IN UN GARAGE DI VARESE NEL NOVEMBRE 2018 – IL LEGALE: "PER I FATTI GRAVI ACCADUTI, SI TRATTA DI UNA CONDANNA EQUA, GIUSTA. I GENITORI? NON HANNO MAI CERCATO VENDETTA, PERÒ VOLEVANO CHE VENISSE RICONOSCIUTO IL GRAVE TORTO SUBITO DAL FIGLIO”…


     
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    Da www.adnkronos.com

     

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    Una condanna “equa”, “giusta” per i “gravi fatti accaduti”. Così l’avvocato Augusto Basilico, legale della vittima, ha commentato all’Adnkronos la condanna per tortura di 4 minorenni di Varese emessa oggi dal Tribunale per i minorenni di Milano. I 4 sono stati condannati per aver segregato e picchiato un coetaneo in un garage di Varese nel novembre 2018. Tre di loro sono stati condannati a 4 anni di reclusione e 1.200 euro di multa, il quarto a 4 anni e 6 mesi di reclusione e 1.500 euro di multa.

     

     

    “Quando vengono condannati dei minorenni non ci sono mai dei vincitori”, ha commentato il legale sentito dall’Adnkronos. “Tuttavia, per i fatti gravi accaduti, si tratta di una condanna equa, giusta. Ciò che mi sorprende positivamente è la velocità con cui la giustizia minorile ha affrontato e risolto il caso, è un fatto positivamente anomalo per l’Italia - ha aggiunto l’avvocato - Non è mai giusto lasciar passare troppo tempo dai fatti”. Si tratta della prima applicazione del reato di tortura, entrato in vigore nel luglio 2017, su minorenni, se non la prima applicazione in assoluto, secondo Basilico.

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    “A causa dei meccanismi del processo minorile, senza questo reato le pene sarebbero state molto più lievi, anche dimezzate, intorno ai due anni. E questo nonostante ci fossero altre accuse gravi”, ha detto il legale. “La vittima? Più tempo passa dai fatti meglio sta, il tempo è la migliore medicina - ha spiegato - Anche se non ha partecipato personalmente al processo rivivere l’accaduto gli ha fatto male, gli ha causato uno stato d’ansia abbastanza intenso. I genitori? Oggi sono tranquilli, sereni. Non hanno mai cercato vendetta, però volevano che venisse riconosciuto il grave torto subito dal figlio”.

     

     

     

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