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    “ADRIÀ, NON VEDI COME SO' DIMAGRITO? SO' STATO DA MESSÉGUÉ -"SEI STATO DA MESSÉGUÉ, GIAMPIE’, E CHE TE LO SEI MAGNATO?" – CARESSA RICORDA UNO STRACULTISSIMO BOTTA E RISPOSTA TRA GALEAZZI E PANATTA ED ESALTA BISTECCONE: "HA PORTATO IL GIORNALISMO SPORTIVO IN UNA NUOVA DIMENSIONE" – QUANDO GALEAZZI PROMOSSE CARESSA E STRONCO’ PICCININI (“BRAVO MA MOLTO COSTRUITO”) – IL RICORDO DI COSTANZO – VIDEO


     
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    La nota di Maurizio Costanzo

    “Con la morte di Giampiero Galeazzi perdo un caro amico. Mi rimangono i ricordi: numerosi, belli e sempre dettati da una vera amicizia. Abbiamo seguito insieme i mondiali del 2010 e ci siamo molto divertiti. L’ho sempre pensato e lo ricorderò con grande affetto.”

     

    GALEAZZI

    DA UN GIORNO DA PECORA

     

    La telecronaca a cui tengo di più? “La vittoria degli Abbagnale, con Peppiniello di Capua, quella non la dimenticherò mai”. Lo diceva a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Giampiero Galeazzi, storico giornalista sportivo Rai, intervenuto nel gennaio del 2016 ai microfoni della trasmissione condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

     

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    Chi è il telecronista moderno che le piace di più? “Fabio Caressa, l'unico che mi ha ringraziato per il mio lavoro”. E quello che proprio non le piace? “Piccinini, perché è molto bravo ma molto costruito, non è nelle mie corde almeno”. Nel corso dell'intervista Galeazzi parlò anche del motivo per cui gli viene affibbiato il soprannome 'bisteccone'. “Perché quando entrai in redazione per la prima volta il capo di allora disse 'chi è sto bisteccone'?” Perché lei era un po' robusto? “No, anzi, ero alto, muscoloso, e sicuro di me. Un bisteccone - aveva detto ridendo - che piaceva anche molto alle donne”. 

     

    CARESSA

    Da fanpage.it

     

    A Fanpage.it Fabio Caressa ricorda il mito Giampiero Galeazzi, dagli aneddoti con Panatta al giornalismo sportivo con lui diventato popolare: “Un pioniere”.

     

    CARESSA GALEAZZI CARESSA GALEAZZI

    "L'ho conosciuto da ragazzino, nell'86-87. La zona era la Roma nord dei circoli e c'è tutta una mitologia legata a lui. C'è un famoso momento che ricorderà certamente Panatta, quando si incontrarono in un circolo e Galeazzi gli disse "Ammazza Adrià, non vedi come so' dimagrito? So' stato da Mességué (celebre dietologo, ndr)". "Sei stato da Mességué – rispose Panatta – e che te lo sei magnato Mességué?".

     

    "Molti benpensanti lo contestavano, ma a lui non fregava nulla e non gli interessavano nemmeno le critiche quando si mise in gioco facendo Domenica In. Ma i colleghi, in fondo avevano capito che regalava uno spazio diverso al giornalista sportivo, facendo fare un salto avanti di vent'anni a questa professione. Lo ha fatto anche da uomo di spettacolo quale era, rendendo i giornalisti sportivi popolari."

     

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    "Ha portato l'emotività nella telecronaca, mettendo da parte i toni istituzionali e lasciandosi andare, riuscendo a restituire l'emozione pura senza filtrarla. Spesso si dice che i telecronisti che fanno così si mettono davanti all'evento, ma è proprio il contrario: non fanno i bravi giornalisti, ma cercano di trasmettere l'emozione diretta al pubblico. Ci vuole un gran coraggio e mica era facile urlare come faceva lui, per primo."

     

    "Ha aperto la strada a un nuovo modo di fare giornalismo. È stato un pioniere da quel punto di vista ed io ho sempre grande stima per queste persone che hanno un pensiero laterale, riuscendo a cambiare con coraggio le cose, portandole in una nuova dimensione. Secondo me lui ci è riuscito a pieno."

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