Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”
conte boccia speranza
Tra i leader Speranza diventa primo per gradimento. M5S e FdI appaiati al 16. Iv al 3
Nello scenario politico di dicembre si evidenzia un dato inusuale, rappresentato dal calo di popolarità dell'esecutivo a fronte di una ripresa di apprezzamento per il presidente Conte. L'indice di gradimento del governo, infatti, arretra di 3 punti rispetto a fine novembre, attestandosi a 49, il dato più basso dal conclamarsi della pandemia, mentre l'apprezzamento del premier (57) fa registrare un aumento di 2 punti, invertendo il trend negativo iniziato ad ottobre.
In realtà il diverso andamento dei consensi è meno contradditorio di quanto si possa pensare: il governo sta attraversando una fase molto critica, caratterizzata da forti tensioni interne. Da diverse settimane l'indicatore di coesione delle forze della maggioranza è in flessione e le divisioni interne sono vissute dai cittadini come mere questioni di potere, assai lontane dai problemi del Paese. Insomma, è la «politica politicante» che prevale sugli interessi generali.
conte speranza
Fa da contraltare il profilo istituzionale che il presidente Conte fin dal suo primo mandato è riuscito a ritagliarsi: non è considerato un politico, non appartiene ad un partito, dall'inizio della legislatura ha presieduto due governi composto da forze politiche diverse. A ciò si aggiunge l'aspettativa degli elettori della maggioranza che Conte sappia ricomporre le fratture per garantire la continuità dell'esecutivo. È un'aspettativa che gli consente di mantenere molto elevati i livelli di fiducia e di consenso tra i dem e i pentastellati. In questo contesto si attribuisce più al governo che al premier la responsabilità delle diverse misure adottate negli ultimi due mesi per contenere il rischio dei contagi.
Si tratta di misure che, a differenza di quanto avvenne nella primavera scorsa, sono giudicate da molti cittadini ondivaghe, troppo o troppo poco restrittive (non dimentichiamo che il paese è diviso riguardo alla pericolosità del virus: prevalgono i preoccupati ma una robusta minoranza tende a ridimensionarne la portata) e stanno suscitando reazioni di disorientamento e di vera e propria insoddisfazione.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI
Quanto al gradimento per i principali esponenti politici e i capidelegazione, rispetto a novembre si registra il controsorpasso di Speranza (indice 36, in aumento di 1 punto) su Giorgia Meloni (34, in flessione di 2); al terzo posto Salvini (31, in flessione di 2), quindi Zingaretti, stabile a 29. Nella rilevazione di questo mese abbiamo considerato anche i leader delle forze politiche minori. I risultati che li riguardano sono fortemente influenzati dal diverso livello di conoscenza e dalla loro visibilità mediatica: vale la pena ricordare che l'indice di gradimento viene calcolato escludendo chi non conosce l'esponente politico e coloro che non sanno esprimere un giudizio.
calenda renzi
Ebbene, tra le new entry si sottolinea il quinto posto in graduatoria di Calenda (28) e i risultati di Bonino, Fratoianni e Toti, appaiati a 25, che incalzano Franceschini, Di Maio e Berlusconi che si attestano a 26. Da ultimo, gli orientamenti di voto. I dati più significativi sono rappresentati dalla flessione della Lega che, pur mantenendosi al primo posto con il 23,5% dei consensi, perde il 2% rispetto a novembre, nonché dall'aumento di Forza Italia che raggiunge il 9,3% (+1,3%), il valore più elevato dal giugno dello scorso anno, e dalla crescita del M5s (+1%) e di Fratelli d'Italia (+0,5%), appaiati al 16%.
EMMA BONINO – NO AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
Da notare anche l'allineamento al 3% di tre forze politiche: Sinistra Italiana, Italia Viva e Azione. Indecisi e astensionisti si mantengono al di sopra del 40%, un dato che deve dar riflettere. Il centrodestra, pur con trend differenti dei tre partiti, si mantiene quindi saldamente in testa nelle preferenze degli elettori attestandosi nel complesso al 48,8%; la sinistra e il centrosinistra raggiungono il 32,9% e le quattro forze della maggioranza si collocano al 42,2%. Insomma, i rapporti di forza tra le aree politiche rappresenta uno dei pochi elementi che non hanno subito modifiche in questo anno in cui è cambiato quasi tutto.