Estratto dell’articolo di Nando Pagnoncelli per il "Corriere della Sera"
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SBARCHI
La tragedia di Cutro ha riportato d’attualità la questione degli sbarchi dei migranti, ed è convinzione largamente diffusa (62%) che gli arrivi siano significativamente aumentati rispetto al passato. Quasi un italiano su due (48%) ritiene che la maggior parte dei migranti che entrano in Italia abbia lasciato il Paese di origine soprattutto per motivi economici, per la propria sopravvivenza o nella speranza di migliorare le proprie condizioni di vita; il 30%, invece, è del parere che la maggioranza espatri per motivi politici, per fuggire da conflitti o dittature.
Solamente il 5% attribuisce alle condizioni ambientali (carestie, siccità, calamità naturali) la principale causa di migrazione. La motivazione economica è considerata la causa prevalente in modo trasversale tra tutti gli elettorati, con l’eccezione dei dem che risultano più divisi sulla questione, infatti, secondo il 47% i migranti fuggono dalla guerra mentre per il 42% dalla miseria.
GLI SBARCHI IN ITALIA
Gli atteggiamenti di accoglienza o respingimento dei migranti e, più in generale, le opinioni rispetto agli stranieri presenti in Italia sono influenzati da molti aspetti, da quelli etico/valoriali a quelli improntati alla convenienza e al pragmatismo, senza dimenticare quelli emotivi che agiscono in entrambi i sensi: empatia con chi soffre ed è costretto a lasciare il proprio Paese o, al contrario, preoccupazione per le conseguenze spesso associate alla presenza di stranieri in termini di sicurezza, accesso al lavoro e ai servizi, ecc.
Ebbene, gli italiani si dividono rispetto agli obiettivi che ci dovremmo porre come Paese rispetto alla presenza degli stranieri: la maggioranza relativa (35%) ritiene che sarebbe opportuno diminuire il numero di stranieri presenti perché rappresentano più un problema che un beneficio, mentre il 27% preferirebbe mantenere stabile sui livelli attuali il numero di stranieri presenti, senza aumentarli o diminuirli mente il 17% auspica un aumento degli stranieri per compensare il calo demografico, garantendo un gettito fiscale e contributivo adeguato e, soprattutto, livelli di occupazione in linea con il fabbisogno delle imprese.
I DATI SUGLI SBARCHI DI MIGRANTI IN EUROPA NEL 2023
Non a caso, il livello più elevato di favorevoli all’aumento (25%) è registrato tra gli imprenditori, gli artigiani e gli esercenti, i quali negli ultimi tempi hanno spesso lamentato la carenza di manodopera. Su questo si registra una netta frattura politica: gli elettori di centrodestra sono più inclini alla riduzione o tuttalpiù al mantenimento dei livelli attuali laddove, simmetricamente, gli elettori del Pd preferirebbero aumentare la presenza di stranieri, pur se con una quota significativa che vorrebbe la stabilità. Da sottolineare le divisioni dei M5S: 33% a favore della riduzione, 32% della stabilità, 22% dell’aumento.
NUMERI SUGLI SBARCHI E I MIGRANTI IN ITALIA NEGLI ULTIMI 10 ANNI
A fronte di atteggiamenti così variegati, non stupisce affatto che prevalgano le valutazioni negative (45%) su quelle positive (26%) riguardo all’operato del governo per raggiungere gli obiettivi desiderati. I più scontenti sono quelli che auspicano un aumento degli stranieri (79% contro 11% di soddisfatti), seguiti da coloro che puntano ad una riduzione (43% contro 36%). Opinioni di segno opposto, com’era lecito attendersi, tra gli elettori della maggioranza e dell’opposizione.
Da ultimo, la questione delle Ong che operano nel Mediterraneo con navi che intervengono a seguito di richieste di soccorso da parte dei migranti in mare. Anche riguardo a questo aspetto le opinioni di polarizzano: secondo il 43% le Ong rischiano di favorire le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico e le partenze illegali mentre per il 32% svolgono un lavoro meritorio nel cercare di salvare quanti più migranti possibile ed evitare possibili tragedie, e uno su quattro non ha un’opinione in proposito. Gli elettori del centrodestra e, in misura minore, gli astensionisti, accentuano maggiormente i rischi che le Ong possano favorire i «trafficanti di uomini», mentre tra gli elettori del Pd e delle altre forze minori del centrosinistra prevalgono le opinioni opposte. Ancora una volta gli elettori del M5S si dividono: 43% considera negativamente l’operato delle Ong contro il 39% che lo valuta in termini positivi. D’altra parte, non va dimenticato che all’epoca del governo giallo-verde, fu proprio un esponente M5S a definire le Ong «taxi del mare».
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