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    SOLDI PER L'AFRICA SUI CONTI PRIVATI: IL COGNATO DI RENZI E IL FRATELLO VERSO IL PROCESSO. I PM FIORENTINI HANNO CHIUSO L'INDAGINE - 6,6 MILIONI DI DOLLARI DONATI DALL'UNICEF E ALTRE ASSOCIAZIONI, VERSATI ALLE NO PROFIT CREATE DA ANDREA CONTICINI E POI FINITI AD ACQUISTARE IMMOBILI IN PORTOGALLO E PURE QUOTE DELLA SOCIETÀ DI FAMIGLIA DEI RENZI, LA EVENTI6 (PER CUI LAVORÒ, SOLO PER PERCEPIRE I CONTRIBUTI, PURE L'EX PREMIER)


     
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    Gerardo Adinolfi per ''la Repubblica''

     

    Una querela dagli Usa e la legge anticorruzione hanno sbloccato l' inchiesta della procura di Firenze sui fondi destinati ai bambini africani che invece, per l' accusa, sarebbero finiti sui conti correnti privati di Alessandro Conticini e poi riciclati per l' acquisto di case e quote societarie. I pm Giuseppina Mione e Luca Turco ieri hanno chiuso l' inchiesta che vede indagati per appropriazione indebita e riciclaggio Alessandro e Luca Conticini, e per riciclaggio Andrea Conticini, cognato dell' ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. I tre, ora, rischiano il processo. Il loro avvocato Federico Bagattini in passato ha sempre respinto le accuse.

     

    MATILDE RENZI E ANDREA CONTICINI MATILDE RENZI E ANDREA CONTICINI

    Ma secondo la procura di Firenze i Conticini si sono appropriati di 6,6 milioni di dollari donati dall' Unicef, dalla Fondazione Pulitzer e da altri enti benefici internazionali alla Play Therapy Africa e ad altre due organizzazioni no profit create e gestite da Andrea Conticini per l' assistenza all' infanzia in Africa. Mentre quei soldi, parte di 10 milioni di dollari di donazioni ricevuti tra il 2009 e il 2016, sarebbero stati utilizzati per un investimento immobiliare in Portogallo da 2 milioni di euro, e per l' acquisto di quote di società della Eventi6, la società di famiglia dei Renzi, e della Quality Press Italy e della Dot Media, l' azienda fiorentina nota per aver gestito la convention della Leopolda.

     

     

    Alla Eventi6, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, sono arrivati tra il febbraio e il marzo 2011 187.900 mila euro. Alla Quality press Italy 158 mila euro e alla Dot Media, nota per aver gestito le convention della Leopolda, 4 mila euro. Invece in Africa, per la procura, sarebbero arrivati a scopi umanitari solo 2,8 milioni di dollari. Che fine ha fatto la maggior parte delle donazioni?

     

    Secondo la procura una parte dei 10 milioni di dollari è stata legittimamente utilizzata per pagare i compensi di Alessandro Conticini, della moglie e dei collaboratori. Ma oltre 6,6 milioni sarebbero transitati sul conto privato di Conticini attivato alla Cassa di Risparmio di Rimini con il denaro poi impiegato per vari investimenti. Oltre agli immobili in Portogallo c' è la sottoscrizione di un prestito obbligazionario emesso dalla società " Red Friar Private Equity Limited Guernsey" di circa 798 mila euro.

     

    ANDREA CONTICINI E MATILDE RENZI ANDREA CONTICINI E MATILDE RENZI

     L' inchiesta, nata nell' aprile 2018, ha rischiato lo stop quando il governo Gentiloni ha cambiato le norme sulla procedibilità dell' appropriazione indebita passata da ufficio a querela di parte. In estate la procura tramite rogatorie internazionali ha chiesto alle organizzazioni benefiche se volessero sporgere querela. L' Unicef, che tra il 2008 e il 2013 ha donato 3,8 milioni di dollari alle no profit di Conticini, non ha risposto e a ottobre ha spiegato che « le somme erano il corrispettivo di regolari contratti in diversi paesi del mondo».

     

    A gennaio ha presentato invece querela Operation Usa, che tramite la Fondazione Pulitzer ha donato oltre 5,5 milioni di dollari tra il 2009 e il 2016. Nello stesso mese è entrata in vigore anche la nuova legge anticorruzione che ha cambiato di nuovo la procedibilità dell' appropriazione indebita: se è aggravata, non serve la querela di parte. Così l' indagine ha avuto un nuovo impulso.

     

    Durante l' inchiesta la procura aveva convocato i fratelli Conticini per essere interrogati. «Ma quando ci hanno mandato l' avviso i fatti contestati erano diversi da quelli richiesti per l' interrogatorio»,spiegava negli scorsi mesi l' avvocato Bagattini. Ora gli indagati hanno facoltà di chiedere l' interrogatorio.

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