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    SOLO IL CORONAVIRUS PUO' FERMARE IL LIVERPOOL: LA PREMIER SI PREPARA AI RINVII E ALLE PORTE CHIUSE -  I CONTAGIATI IN UK SONO SALITI A 39, DUE LE IPOTESI AL VAGLIO DELLA FEDERAZIONE - LE MISURE POTREBBERO DIVENTARE VALIDE DA QUI A FINE STAGIONE -MA NEL REGNO UNITO C'È PREOCCUPAZIONE PER LA TENUTA DEL SISTEMA SANITARIO


     
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    Stefano Boldrini per gazzetta.it

    boris johnson boris johnson

    Scriviamo queste righe mentre in Gran Bretagna, secondo gli aggiornamenti delle ore 12, le persone infettate dal coronavirus sono salite a quota 39: la notizia, pubblicata in anteprima dal Daily Mail, riguarda l’ipotesi di giocare a porte chiuse le partite della Premier per concludere la stagione in modo regolare.

     

    I 20 club del massimo campionato inglese, il più seguito al mondo, la scorsa settimana si sono riuniti a Londra per fare un punto della situazione e stabilire come affrontare uno scenario di emergenza. Lo schema di base è che il calcio rispetterà le linee guida del governo e così si procederà per l’amichevole di Wembey Inghilterra-Italia, in programma il 27 marzo.

     

    premier liverpool city premier liverpool city

    Per ora tutto confermato, ma se dovessero arrivare dalle autorità indicazioni diverse, la federazione di Londra si adeguerà alle disposizioni. Per quanto riguarda invece la Premier, due ipotesi sul tavolo. La prima è quella dell’eventuale rinvio di un turno o due di campionato, nel caso le autorità britanniche ordinassero di sospendere una serie di attività, come avvenuto nelle zone rosse italiane.

     

    La seconda, a lungo termine, per assicurare la regolarità del torneo, con una corretta classifica finale, è quella di giocare a porte chiuse fino al termine della stagione. La misura sarebbe allargata agli altri campionati: Championship e leghe minori. La presenza massiccia negli stadi inglesi e il movimento di persone, in caso di exploit del virus, renderebbe inevitabile questo provvedimento.

     

    boris johnson discorso per la brexit boris johnson discorso per la brexit

    La situazione nel Regno Unito è in continua evoluzione. Dopo dieci giorni trascorsi dai media a rilanciare il caso italiano, l’aumento dei casi positivi al coronavirus ha fatto scattare l’allarme. Nella giornata di lunedì si è svolta la riunione di emergenza del comitato Cobra e cominciano a trapelare le prime preoccupazioni legate al sistema sanitario e a una diffusione epidemica del virus. La premier del partito nazionalista di Scozia Nicole Sturgeon ha affermato che quattro scozzesi su cinque potrebbero essere contagiati. Il governo di Edimburgo si sta preparando a uno scenario di 250 mila persone gravemente malate da accogliere negli ospedali.

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    Il premier britannico Boris Johnson sta allestendo un “piano di battaglia” e ha affermato che un cittadino su cinque potrebbe essere colpito dal coronavirus: almeno 12 milioni di persone. Un sondaggio ha mostrato che la stragrande maggioranza dei medici teme che il Servizio Sanitario Nazionale sarebbe mal preparato per affrontare un grave focolaio. Oltre il 99% dei 1.618 medici interrogati dall'Associazione dei medici sostiene che il SSN non sia pronto a fronteggiare una grave epidemia. Si sollevano obiezioni pure sull’eventuale richiamo dei medici in pensione: per la loro età avanzata rischierebbero infatti in prima persona.

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