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    “SOLO LA MORTE CI PUÒ SEPARARE” – CHIESTA LA PERIZIA SUI DIARI DI EVA SACCONAGO, LA RAGAZZA CHE SI È SUICIDATA DOPO ESSERE STATA VIOLENTATA DA UNA SUORA – EVA CONOBBE LA RELIGIOSA QUANDO AVEVA 13 ANNI. SECONDO LA PROCURA FU PROPRIO ALLORA CHE INIZIÒ IL “LUNGO PERCORSO MANIPOLATORIO” DI SUOR MARIA ANGELA FARÈ – IL CALVARIO E GLI SMS MORBOSI: “VORREI PENETRARTI, BACIARTI E…”


     
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    Luca Fazzo per “il Giornale”

     

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    «Molto testarda, un po' ribelle, molto solare, apparentemente forte». «Cantava, suonava la chitarra, sapeva coinvolgere tutti». Ma anche «bassa, molto mascolina, capelli rasati biondi, solare, aveva effettuato una operazione di riduzione al seno a vent' anni».

     

    Nel corso del processo, molte amiche sono venute a descrivere Eva Sacconago, morta suicida a ventisei anni: piccole, indispensabili incursioni della testa di una ragazza che non c' è più. Ma ora si chiede di andare più in profondità. Di scavare con ogni strumento nel vero abisso della vita di Eva, il rapporto con la suora che l' aveva trascinata in una storia morbosa e arrogante di sesso e condizionamenti.

     

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    E che l' aveva violentata, ammanettandola con le caviglie al letto: pochi giorni dopo, Eva si ammazzò. Suor Maria Angela Farè è stata condannata in primo grado a tre anni e mezzo di carcere per quello stupro. Ieri si è aperto il processo d' appello, e sia la Procura generale che la famiglia di Eva chiedono che la sentenza sia inasprita.

     

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    Perché anche tutto quello che accadde prima, nei lunghi anni vissuti dalla suora e dalla ragazza all' oratorio di Sant' Edoardo, a Busto Arsizio, si possono leggere per loro solo in un modo: «una lunga violenza sessuale per induzione, realizzata approfittando dell' inferiorità psichica della ragazza», dice Tiberio Massironi, legale di parte civile.

     

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    Il primo passaggio per capire i rapporti tra ragazza e suora sarebbe parlare con lei con Eva: ma Eva non c' è più. C' è però un materiale imponente, cui la pubblica accusa chiede di raccontare al posto di Eva come tutto sia potuto accadere.

     

    Una perizia psicologia alla memoria, per capire come una ragazza carica di problemi abbia permesso a una religiosa di passare le notti a casa sua, di sommergerla di messaggi di odio e di minaccia ogni volta che non si piegava alle sue pretese, e di riempirla di botte: per la Procura i lividi che Eva mascherava con cosmetici e foulard non erano incidenti di gioco. «La suora oramai era un' onda in piena in grado di travolgere la ragazza, scrivono i pm di Busto Arsizio.

     

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    Al centro della perizia, tra migliaia di sms e decine di lettere, i due diari che nel 1999 Eva - allora tredicenne - tenne all' inizio dei rapporti con la suora, ritrovati dai genitori dopo la sua morte.

     

    Sono i diari di una ragazza fragile, alla disperata ricerca di una figura per sostituire una madre troppo presente. Nel 2002, gli sms documentano i contatti ravvicinati («vorrei penetrati, baciarti e tenerti stretta a me»).

     

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    Ma per la Procura questa intimità «mai sarebbe stata raggiungibile dall' imputata se non attraverso un lungo percorso manipolatorio iniziato nel 1998». E appena Eva cercava di allontatanarsi, suor Maria Angela si scatenava; «ti odio», «bastarda dentro», «denunciami appena puoi... solo la morte ci può separare, e non è uno scherzo! Ricordatelo».

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