Estratto dell’articolo di Davide Milosa per “il Fatto quotidiano”
Renato Cerioli, ex marito della Ronzulli
Mattina del 2 ottobre 2020. Milano è entrata nella seconda ondata di Covid-19. […] Al Westin Palace, hotel di lusso, c’è una stanza prenotata per qualche ora. Chi ha prenotato ha pagato 100 euro. La ragazza marocchina ha già compiuto 18 anni. Giorni prima è stata contattata per una prestazione sessuale da pagarle con 500 euro. Quando arriva, il portiere la guida verso l’ascensore e le schiaccia il piano. Poco dopo arriva un uomo di mezza età ben vestito. È lui il cliente. Si chiama Renato Cerioli e in passato è stato sposato con l’attuale senatrice di FI Licia Ronzulli […]
renato cerioli linkedin
Cerioli […] oltre a essere presente nella Fondazione Cariplo, risulta amministratore delegato della clinica privata Madonnina e degli Istituti clinici Zucchi, entrambi del gruppo San Donato della famiglia Rotelli, nonché già presidente di Confindustria per la provincia di Monza e Brianza.
L’episodio è narrato negli atti a corredo dell’ordinanza con cui ieri il Tribunale ha disposto sei misure cautelari per diversi reati di bancarotta, in cui alcuni protagonisti sono collegati agli interessi della ’ndrangheta lombarda. […] Cerioli non risulta minimamente indagato, mentre il suo nome compare negli atti del pm perché altri, collegati in parte agli emissari dei clan, intendono trarre vantaggi dalla sua posizione.
Renato Cerioli, ex marito della Ronzulli
I protagonisti sono Gianluca Borelli, già coinvolto nel crac di SuisseGas, definito “l’uomo cerniera” con persone vicine ai clan, e il medico Cristiano Fusi, già all’interno dello staff del Monza calcio e vicino alla sfera milanista. Il capo d’imputazione è favoreggiamento della prostituzione, accusa non accolta dal gip che per questo non ha disposto misure cautelari. I due restano comunque indagati.
Secondo il pm “l’utilità” ipotizzata dal duo Borelli-Fusi “consisteva nell’avvio delle trattative con gli Istituti clinici Zucchi (attraverso Cerioli) finalizzate alla stipula di contratti a oggetto la forniture di materiale per Covid-19 (mascherine e camici monouso)”. A contattare la ragazza sarà Josef Kardavani Amini il quale il 2 ottobre stesso, presumibilmente dopo che si è tenuto l’incontro tra Cerioli e la ragazza, è al telefono con Fusi.
Renato Cerioli
Dice il medico: “Lui è il principino, ma da oggi il principino è sotto scacco”. Amini risponde: “Eh speriamo, dobbiamo chiudere l’operazione”. Fusi il 22 ottobre successivo: “Mi ha detto di far sapere bene il prezzo, di dirglielo e di far chiamare, di farlo inserire nella gara del gruppo perché compra il gruppo e non la singola clinica Zucchi”.
Scrive il pm in relazione all’incontro in hotel che gli organizzatori “detenevano documentazione fotografica” non però dell’incontro, ma della sola ragazza. Il 30 settembre pochi giorni prima dell’incontro, Borelli scrive a proposito di Cerioli: “Tranquillo esce con le ossa rotte”. Fusi chiede: “Hai foto?”.
L’altro conferma: “Ora mi faccio mandare”. Rispetto a questa vicenda, come già detto, Cerioli non è indagato e risulta casomai come vittima del gruppetto. Di più: gli obiettivi di utilità non sono stati perseguiti. Almeno questo emerge dai riscontri degli inquirenti.
Renato Cerioli
Di certo c’è che tra ottobre e novembre 2020, Borelli indosserà i panni del medico operando lui stesso, e senza averne la minima specificità sanitaria, decine di tamponi sia all’interno del Monza calcio sia soprattutto all’interno della Madonnina, dove lo stesso Fusi lavora. Questa vicenda, stando agli atti della Procura, non è collegata all’incontro del Westin Palace. Lo è invece al ruolo di Fusi e al suo circuito relazionale. Sarà Fusi a dare indicazioni a Borelli: “Uno alla volta li fai entrare, inizia a fare tranquillamente tu”. Borelli, indagato per esercizio abusivo della professione (capo per cui non sono state disposte misure cautelari) chiede: “Ma tu vieni?”. Fusi: “Alfonso (addetto alla reception della clinica) ti dà lo studio in fondo, dai meno nell’occhio, ti prego”.